18.12.13

MATTEO RENZI SEGRETARIO DEL PD

A Milano, domenica 15 dicembre, proclamato segretario del Pd all’Assemblea nazionale del partito

Parte subito con la canzone dei Negrita, “Non ti buttare via”, presa in prestito anche se la band non lo ha votato. Cosa fare ora perché l’Italia cambi? Il Partito democratico ha iniziato al Lingotto. Con Veltroni, poi Pierluigi e Guglielmo. Il saluto di Milano col sindaco. Renzi col 67,5% dei voti, quasi 3 milioni di voti (2 milioni e 800 mila) in tutto l’8 dicembre. Il voto a Renzi per cambiare.

LE PRIMARIE A SORA E NELLA VALLE, IL VOTO A RENZI. A Sora commercianti che abitano nella valle Comino, con familiari candidati col centrodestra, sono andati a votare e hanno dato i due euro: “per adesso votiamo Renzi e se poi va male c’è sempre Grillo”. Per ora c’è la fiducia a Matteo Renzi. E Renzi vuole ricorrere anche a questi votanti per portare avanti la sua politica nei prossimi anni. (Nella foto, a fianco, il gruppo ciociaro con Civati. Da www.frosinonepercivati.wordpress.com)


LA PRESIDENZA DEL PARTITO. A Gianni Cuperlo viene affidato la presidenza del partito.


IL VIAGGIO. E’ partito da Bari prima del voto, Renzi ha visitato tante aziende che lavorano e vendono per l’estero. Piace a Renzi che ci sia tecnologia italiana. Il recupero del territorio nel suo viaggio.


LA DISCONTINUITA’. La rottamazione di Renzi che ha creato polemiche. E’ stata una sintesi giornalistica per stare nella comunicazione. “Molto bruta, volgare”. Il cambiamento radicale si è imposto perché bisogna voltare pagina, ha un senso difendere la nostra storia ma ora c’è bisogno di imporre una visione per i prossimi 15 anni e dettare una agenda per il prossimo anno al governo che ora è di coalizione e non più di larghe intese.


L’EUROPA. Senza l’Italia l’Europa non va da nessuno parte. Il pareggio di bilancio per non fregare i nostri figli. Per i prossimi anni è l’Italia che serve all’Europa ma anche della cultura in un cinema, in una biblioteca. E non dare l’impressione di essere un paese che rifiuta l’innovazione. A Trieste nei prossimi giorni per come aiutare il nostro paese nel semestre europeo. Il Pd curioso di ascoltare e proporre un nuovo modello culturale. La cultura come un motore di sviluppo. Poi a Palermo perché la società civile è anche quella dei sindaci. Sui temi del Mediterraneo che “non è un buttafuori” come ha detto invece De Luca. Poi l’appuntamento al loro interno. Italia e Germania motori dell’Europa. Il primo punto di ripartenza, con un accordo alla tedesca, chiarire su cosa lavorare nei prossimi 15 mesi. Il primo per Renzi è il lavoro, dopo 10 anni di discussione sull’art. 18. Il Pd deve tornare il partito del lavoro “altrimenti perde la sua identità”. Tutti ora a lavorare, dal vertice fino alla base. In un mese il Pd, fulcro del governo, deve lavorare per semplificare le regole del lavoro con annessi e connessi. L’azienda francese comprata dagli italiani ma nessuno ne parla.


DIRITTI CIVILI. Non è un tema solo buono per la prossima campagna elettorale. “Ma noi siamo il Pd e su questo tema non possiamo far finta di niente”. Poi il fondo per l’editoria che è sei volte più grande di quello della famiglie. La scuola è il luogo per cambiare l’Italia coinvolgendo i 6000 assessori. Insegnare è il lavoro più bello, si crea l’uguaglianza e ci si mette in gioco con le famiglie più fiduciose del futuro.


L’IMPEGNO ISTITUZIONALE. Aspetta la fine della legge di Stabilità. Poi le regole del gioco con Letta a gennaio. La qualità dei servizi che non è sempre la stessa. Il Senato con non più funzione elettive. Il consigliere regionale se deve comprare le mutande lo faccia con i soldi suoi. L’alternanza e il bipolarismo. La legge elettorale è incastrata alla Camera.


IL RAPPORTO CON GRILLO E IL M5S. Una soluzione che propone a tutte le forze politiche entro qualche mese. Grillo ha 160 parlamentari e se lo vogliono possono firmare la posizione che è quella del governo sul finanziamento. Il Senato trasformato in Camera delle autonomie e al consigliere regionale quello che prende il sindaco. Con un miliardo di risparmio. Matteo Renzi chiede a Grillo se è disponibile a cambiare con il Pd davanti. Il messaggio dato con forza a Grillo. Senza Pd le riforme non si fanno ma da soli non hanno i numeri.


LA VECCHIA GUARDIA. In sala anche la vecchia guardia. Tutti in piedi a cantare l’inno italiano. Si inizia così con i rottamati seduti in prima fila. 

Foto di Renzi da www.newsnotizie.it  


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