31.1.16

"BALSORANO SCOMPARSA" LA RICOSTRUZIONE PRIMA DEL TERREMOTO DEL 13 GENNAIO 1915

Negli anni '60 con le suore del Preziosissimo Sangue di Sora due erano le uscite annuali, le tappe culturali fuori regione: la Reggia di Caserta e il Castello di Balsorano. Sempre negli anni '60 luogo di spettacoli anche importanti: un Cantagiro fece tappa nel castello. Oggi il Castello Piccolomini del XIII sec. è chiuso e di proprietà privata.

Il castello di Balsorano come il castello di Isola del Liri perché si apre alla città. La presentazione di "Balsorano Scomparsa" a cura dell'Associazione "Work in Progress", che è affiliata con ANCeSCAO, e promossa dal Comune di Balsorano si è svolta di sabato mattina al Castello Piccolomini. Sala piena di giovanissimi alunni ma con pochi adulti. Ed è stato un peccato. Penalizzato però chi è arrivato in treno per l'occasione. Questa volta nessuna navetta in partenza dalla stazione nella parte bassa del paese.

Presentata la ricostruzione di Balsorano prima del terremoto del 1915. Il plastico è stato esposto per tutto il giorno. Com'era Balsorano una volta? Ora con il plastico è più facile rispondere. C'è stata la benedizione del parroco don Silvano: "Con la benedizione di Dio sul plastico". Il plastico donato al Comune di Balsorano per la visione di tutti. "È arrivato l'uso del castello, dopo la richiesta, è stata scelta per il convegno la Sala ex carceri. Dice il sindaco Mauro Tordone. Per l'Associazione "Work in Progress" è: "Un regalo a tutti per conoscere Balsorano prima del terremoto come era". Il progetto del plastico con le difficoltà incontrate che non hanno bloccato l'intento di "ricostruire Balsorano". Il plastico di dimensioni 180x146 ha una impronta artistica. "È un'opera d'arte di assoluta semplicità", dicono inoltre dall'Associazione. (Foto). Un plastico realizzato dopo un anno di lavoro con la ricerca e consultazione di foto d'epoca, cartoline postali, mappe catastali, libri di storia. 

L'intento dell'Associazione, presieduta dalla Signora Tullio Valeria, e di Luigi Rossi che ha presentato la ricostruzione di "Balsorano Scomparsa" era quello di ricostruire il paese prima del terremoto del 1915.

Sergio Natalia, giornalista, direttore "Istituzione Centenario Terremoto della Marsica 13 gennaio 1915 - Anno 2015" e storico, ha concluso i lavori. Per il sindaco (nella foto in basso è al centro) sono le date fondamentali per le persone e per la città di Balsorano. Per Balsorano è la data del terremoto. "L'Associazione e gli autori del lavoro hanno voluto donarlo al Comune" e per il sindaco sarà "collocato all'ingresso". Puntualizza il sindaco che non ci sono solo le risorse ambientali ma anche il turismo è una risorsa di Balsorano. C'è il castello che purtroppo è privato. Il sindaco si chiede e ha chiesto cosa fare del castello anche se privato. Positivo il sindaco: "I comuni possono fare da intermediari tra pubblico e privato". Per Luigi Rossi: Balsorano punto strategico al confine, il feudo ai Piccolomini poi acquistato da Carlo Lefebvre. "Il terremoto", critica però il tecnico, "non ha fatto molti danni, solo il paese è stato abbandonato". In pratica, molto chiaro Rossi, "tutti sono scesi a valle".

Sergio Natalia è intervenuto sui "dissidi sul trasferimento del paese a valle e le saldature tra terremoto e Grande Guerra". La manifestazione il 30 gennaio 2016 con Natalia che ha parlato del centenario del terremoto e del centenario della Grande Guerra e il rapporto che c'è stato. Dopo i due fenomeni c'è stato un cambiamento nella Valle: è cambiata la storia del paese. Dopo il terremoto Guglielmo Marconi fu chiamato perché c'erano problemi di comunicazione. Poi l'altro aspetto: l'intensità della scossa e l'incidenza dei morti a pochi chilometri di distanza diverse. "Il terremoto ha trascinato tutti a valle". Si chiede Natalia: "cosa ci riporterà a monte?"
A Balsorano ci furono 72 morti con la neve e il blocco delle vie di comunicazione e le polemiche che arrivarono anche allora. Ricorda ancora Sergio Natalia: "Le baracche di Gaetano Salvemini". E "Don Orione che va via dopo solo 100 giorni" perché non bene accetto. Il comune fu trasferito a valle cambiando mentalità e colore politico. La guerra che fece da spartiacque. Con il vescovo preoccupato per il cambiamento politico. "Tutto cambia", per Natalia. L'ex sindaco voleva rimanere dove era il paese. "Nacquero tre schieramenti con gli interessi". I nostalgici, i piccoli possidenti e i più ricchi e più poveri. Con il Genio Civile che aveva già iniziato a costruire già a valle dove il paese è oggi.
Il terremoto non portò contraccolpi all'economia perché il territorio era agricolo non come a L'Aquila decenni dopo. "Il dibattito tra terremoto e grande guerra, l'impatto della guerra sul terremoto". Continua Natalia: "Del terremoto non se ne parlò più perché si doveva entrare in guerra". Le principali criticità causate dalla guerra: la mancanza di legno, la carenza di fondi, il progressivo ritiro dei militari. Rimangono solo i carabinieri, mancano i medici, i marsicani anche se terremotati vanno in guerra. "Un rapporto, tra guerra e terremoto, da approfondire ancora di più", conclude Sergio Natalia.

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