24.2.12

Alexander Langer (1946 -1995), testimone e profeta del nostro tempo

Alexander Langer, un protagonista del pensiero politico del secolo scorso. Per Luigi Gulia che ha scoperto Langer tardi tramite Marco Boato che lo ha ricordato, ne ha parlato qui a Sora per la prima volta.

Una scoperta per Marco Boato la città. Boato e Gulia si sono conosciuti l'anno scorso a Bergamo e domani mattina girerà accompagnato per la provincia e poi ripartirà per Trento. Langer, un uomo del dialogo che ha costruito ponti. Ci ha fatto conoscere che non esistono confini nella cultura, nella politica, nei rapporti umani. Per Boato, Sora è una piccola città ma con una attività culturale importante e intensa.

Alexander Langer, nato il 22 febbraio del 1946, cattolico ma laico dal punto di vista politico. Ha avuto tre funerali religiosi, abitava a Firenze con la moglie quando si è tolto la vita. Un terzo funerale fu fatto a Telves dove ci sono i genitori sepolti. La sua è stata una morte volontaria, soffriva per la tragedia di Sarajevo. Un peso enorme ma i pesi erano anche molto di più. Troppe erano le sofferenze per gli altri,  è vissuto fino a 49 anni, "non è arrivato a 50 anni". Per Marco Boato, Langer è stato un testimone e un profeta del nostro tempo (così ha voluto dare il titolo all'incontro di questa sera) che ha scritto tante cose che non si sono realizzate. Quando si uccise era parlamentare europeo in carica con una madre cattolica di Vipiteno e un padre viennese e non credente. Fu lui a scegliere una cultura religiosa, fece parte di una rivista interetnica, "Il Ponte".

Fece l'Università a Firenze facendo parte del dissenso cattolico degli anni '60. Qui conobbe Giorgio La Pira negli anni della guerra in Vietnam. Nel 1981 si impose una norma del 1976 che diceva che nel censimento si doveva dichiarare se si era italiano, tedesco o ladino, Langer si rifiutò alla "schedatura etnica" ma fece lo stesso il censimento. Un gesto che fece scalpore. Non amava la parola ecopacifista ma costruttori di pace, successivamente arrivarono le prime esperienze con i Verdi che fondò assieme a Boato nel 1982. Per lui erano importanti due temi cardini: convivenza e conversione ecologica. Lui la chiamava conversione e non riconversione come voleva Marco Boato. Non gli piaceva la parola riconversione. Antimilitarista, un'altra parola che gli piaceva, senza confini. Voleva una società senza confini.

Boato che restò amico di Langer per 35 anni, ricorda che forse sbagliarono quando lo ricandidarono al Parlamento Europeo, per la seconda volta. Forse, dice, che non dovevano insistere perchè aveva vissuto cinque anni intensi ma pesanti. Venne rieletto ma un anno dopo si uccise. Un uomo di pace ma non un pacifista ideologico, non violento, uomo del dialogo. E' intervenuto sui temi della bioetica "che sono temi che spaccano" per Boato. Un cattolico ma laico dal punto di vista della politica. Scrisse una lettera aperta a Rossanda su Ratzinger, sul Manifesto dal titolo: "E se Ratzinger avesse ragione?" che fece polemiche. Ratzinger che è venuto a Sora,  lo ricorda pure Boato ai presenti questa sera, allora era a capo del Santo Uffizio. Per Boato, Langer non è stato un predicatore ma ha cercato il dialogo tra gli uomini. Fare la pace tra gli uomini.

Nella foto la copertina del libro: "Le parole del commiato. Alexander Langer, dieci anni dopo" a cura di Marco Boato ristampato dai Verdi del Trentino. www.verdideltrentino.net - www.alexanderlanger.org

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