Bollettini inviati per il canone Rai da pagare per pc, tablet e smartphone posseduti. Un
regio decreto del 1938 che da anni si è chiesto di rivedere se non da abolire. Ci
sono forme di proteste, per Oscar Giannino, da fare: coordinamento per protestare
e porre una questione al governo. E’ una spirale che dal più piccolo al più
grande viene colpito. “Ci sono intere categorie che vengono vessate”: associati
di categorie professionali, architetti, ingegneri, avvocati, ecc. Non c’è stata
un rinnovo della legge che è di carattere generale e non è la Rai che deve mettere
becco, dice Giannino in trasmissione.
Per Vincenzo Vita, senatore: “è un errore che
ha fatto la Rai. Il canone è una tassa per chi ha l’apparecchio televisivo. E’ il
governo che deve intervenire”, per Vita. Ha ragione Vita ma poi afferma che il
canone va pagato. E qui sbaglia, il senatore, perché si dovrebbe fare del tutto per abolirlo e la "Rai
che fà, paga il canone per i computer che ha negli uffici?"
Sono norme singolari del
nostro sistema Paese. "Ci vogliono forme collettive di protesta", e conclude Giannino con il suo solito slogan:
“Stato ladro”. Un pasticcio che la Rai ha combinato. “Il Regio decreto è del 38
e sappiamo tutti cosa è successo dopo”. Conclude così il senatore Vita. Un'altra lettera in merito su: www.ciociaria.ilcannocchiale.it
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