Anche nel mese di Aprile sono previsti gli incontri culturali a cura
del Centro di Sudi Sorani “V. Patriarca”.
Si terranno nei giorni 3,
13, 20, 24 e 27, tutti interessanti e meritevoli di attenzione. Il mese
di Aprile chiude la ricca stagione di arte, cultura e storia che ha
caratterizzato l’attività dell’ “Università per la promozione culturale
del tempo libero”, in questo anno accademico.
Il primo incontro, quello del 3 aprile alle 17,30, presso la sala
della Biblioteca Comunale di Sora , in Via Deci, n.1, vedrà Costantino
Jadecola illustrare il suo libro: “Al tempo dell’Unità fra Regnicoli e
Papalini”.
Nel prologo del libro firmato dallo stesso autore, Costantino Jadecola, si legge:
“… di qua Longobardi, Normanni, Angioini, di là papi e loro accoliti; di qua una lingua di tipo napoletano-abruzzese, di là una specie di romanesco suburbano; a non tener conto popi di
tutto il resto…”: al tempo dell’Unità, centocinquant’anni or sono, quello che è oggi il territorio della provincia di Frosinone era
tutt’altra cosa. Quella, se volete, magistralmente sintetizzata da
Tommaso Landolfi in un suo noto scritto anche se lo scrittore di Pico si
riferiva alla non troppo convincente istituzione della provincia stessa
voluta da Benito Mussolini agli inizi del 1927. Sta di fatto che, centocinquant’anni or sono, il territorio di
questa provincia era diviso in due parti più o meno uguali, l’una,
quella settentrionale, di pertinenza dello Stato Pontificio, l’altra,
quella meridionale, del Regno delle Due Sicilie – “papalini” gli uni,
“regnicoli” gli altri, al dire reciproco – e nel bel mezzo un confine di
stato che, nelle vicende che portarono all’unificazione nazionale,
ebbe, come vedremo, un ruolo ben preciso. E fu sempre per via di questo confine che metà di questa provincia,
quella meridionale, venne subito annessa al nascente stato mentre
l’altra metà, quella settentrionale, dovette attendere ancora ben dieci
anni, cioè fino al 14 settembre 1870, per cui, se rigor di logica ci
fosse, oggi dovrebbe essere solo quella meridionale in festa per i
centocinquant’anni: una condizione decisamente originale che, c’è da
supporre, lo fu anche allora, centocinquant’anni or sono, o giù di lì,
seppur nel contesto di situazioni territoriali ben diverse collegate
com’erano alle vicende dei rispettivi stati di appartenenza. Cosicché la domanda è stata: ma, allora, in quei dieci anni, cosa accadde?…”
A questa domanda, che lui stesso si pone nel prologo, Costantino Jadecola risponde con le 180 pagine del libro, fitto di notizie e ricco di illustrazioni e di rimandi bibliografici.
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