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5.3.12
Viaggi e pellegrinaggi a Posta Fibreno
Si trasmette il seguente Comunicato Stampa, in merito ai "viaggi" ed ai pellegrinaggi, con un pò di storia della Diocesi di Sora, a cura del vicario, mons. Antonio Lecce. Un “cammino” a tappe raccontato in un diario. Pellegrini e viaggiatori in nome della fede e dell’amicizia. Per Don Antonio Lecce: ”E’ anche un affettuoso ricordo del carissimo don Domenico Del Vecchio”
di Gianni Fabrizio.
"Recentemente a Posta Fibreno, proprio lungo le rive del piccolo e bellissimo lago, si è verificato un evento speciale e particolare. Circoscritto a dei “viaggiatori” speciali. Lo possiamo catalogare tra quelli di vario interesse e nello stesso tempo con un valore culturale, editoriale, religioso ed etno – antropologico. Si sono ritrovati quei “viaggiatori” di itinerari “speciali”, per condividere ancora ed in amicizia, ricordi, memorie, preghiere e le forti esperienze vissute. Un progetto che è stato racchiuso in un “diario” che fa rivivere “quei” giorni e “quegli” incontri, segnati da migliaia di chilometri. Dobbiamo però, risalire al 1977. Da allora ad oggi, un gruppo di persone, “la banda dei quattro”, con un nucleo fisso di componenti e con altri che si sono aggiunti con il passar del tempo, ha realizzato una serie di pellegrinaggi, alternati a semplici viaggi.“Pellegrini e viaggiatori”, appunto, con i quali è stato possibile trovare un collegamento, permettendo di vederli fruitori di un provvidenziale arcobaleno, che ha attraversato mille tappe ed unito altrettante diversità. L’idea di ricomporre idealmente il mosaico variegato di tanti episodi, di singolari vicende, di ricordi storici, di passaggi anche umoristici, di esperienze e di riflessioni spirituali, ma soprattutto i volti delle persone che “hanno viaggiato”, emergendo da un apparente oblio, è venuta a don Antonio Lecce, rovistando tra le vecchie carte degli appunti di viaggio, iniziati e stilati da don Domenico Del Vecchio. “Forse non tornerò più in Terra Santa…., scriveva nel 1977 don Domenico, ma poi … si fa sempre più forte il desiderio dei luoghi santi e … ti ritrovi di nuovo a Gerusalemme”. Mettendo insieme le cronache stese da don Domenico Del Vecchio, con quelle di don Alberto Mariani, di don Lino Ciccolini, le integrazioni di don Bruno Antonellis e dello stesso don Antonio Lecce, la perizia tecnico-artistica del grafico Gabriele Pescosolido, tutto questo ed altro hanno dato vita ad un ponderoso volume di ben 276 pagine. Un diario, appunto, ma fitto, fitto. Un diario…a bordo ora di un’auto, ora di pullmans, scritto a otto e più mani, che adesso contiene una ricca ed unica umanità. Vi emergono tante complicità costruite su storie avvenute lungo i molti percorsi e piene di memorie semplici, genuine ed immediate. Scorrendo agevolmente questo album, dal titolo: “ La Terra del Santo - Dove son passati i santi”, nelle due sezioni dedicate rispettivamente ai pellegrinaggi e ai viaggi, si può individuare anche un po’ di storia della nostra Diocesi, come pure i segni forti del nostro tempo. Vi sono infatti coinvolti il gemellaggio con Avasinis all’indomani del terremoto del Friuli, i contatti con Gerusalemme per la consegna delle offerte di sostegno alla Chiesa Madre e alle Istituzioni francescane, l’atmosfera della guerra fredda con il Muro di Berlino, il rinnovato entusiasmo per i pellegrinaggi dopo la GMG del Papa a Santiago di Compostela, l’apertura all’Est con il viaggio in Romania, il travaglio delle migrazioni con il dialogo con i musulmani in Tunisia ed altro ancora, come Fatima, la Spagna e le tappe della nostra affascinante Italia. Il diario illustra i lunghi trasferimenti in pullman, o in auto, da una località all’altra, le conversazioni, nutrite non solo dalle spiegazioni sui luoghi visitati, dalle meditazioni e dalle preghiere, ma anche dalle simpatiche battute e dai ricordi personali e comunitari. E’nata così, viaggiando, una forma più intensa e più forte di amicizia e di familiarità che ancora dura nel tempo e che ogni tanto rinverdisce con nuove puntate. Dal volume appare evidente che, anche i semplici viaggi dei quattro “preti vagabondi”, cioè il nucleo “originale” di partenza dell’iniziativa, in realtà diventano occasione per considerare la vita sacerdotale dal punto di vista dell’amicizia e della crescita in umanità. Fate la prova: al lettore, a volte, sembra quasi di partecipare a questi viaggi, per la loro descrizione non solo cronachistica, accurata e immediata, senza forzature, ma anche per i commenti, le battute,le riflessioni e le considerazioni. L’album fa pure riflettere e suscita emozione per il sapore del suo sano “turismo spirituale”, nel ricordo di don Domenico Del Vecchio e degli altri scomparsi. Certo, non conquisterà nessun premio letterario questo “diario”, ma un senso di gratitudine lo evoca, per la ricchezza del “vissuto” e del coinvolgimento dal sapore “familiare” che sa esprimere. Chi volesse condividere questi viaggi e salire a bordo del “diario”, può richiederlo direttamente a don Antonio Lecce.
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