20.5.20

LA LETTERA DEL VESCOVO DI SORA–CASSINO–AQUINO–PONTECORVO La testimonianza della carità al tempo del Coronavirus

"Auguri"


Dal Comune di Sora gli auguri al vescovo Gerardo Antonazzo


Oggi ricorre il compleanno di Mons. Gerardo Antonazzo, Vescovo della Diocesi di Sora Cassino Aquino e Pontecorvo. Il Sindaco Roberto De Donatis, a nome dell’Amministrazione Comunale e dell’intera Città, formula a Mons. Antonazzo i più sinceri auguri, ringraziandolo per il suo servizio generoso e instancabile di Padre e Pastore.
LA LETTERA DEL VESCOVO:
ALLA DIOCESI DI SORA-CASSINO-AQUINO-PONTECORVO; ALLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO CATTOLICHE E LAICHE; ALLE ISTITUZIONI CIVILI E MILITARI; AGLI OPERATORI ATTIVITA’ COMMERCIALI AGLI OPERATORI MEDIA DEL TERRITORIO

“L’AMORE DI CRISTO CI POSSIEDE” La testimonianza della carità al tempo del Coronavirus

Carissimi amici,

siamo ancora immersi nella fatica di un tempo difficile, impegnati nel contrasto alla diffusione del coronavirus e alle sue disastrose conseguenze. L’estensione a tutto il Paese delle misure restrittive,

contenute nei diversi Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, ha di fatto paralizzato la vita del Paese in ogni settore e attività lavorative. In particolare, il blocco quasi totale del sistema economico ha penalizzato drammaticamente le molte famiglie che già da lungo tempo vivevano in condizioni di estrema precarietà. Molte persone si sono ritrovate in una vera e propria emergenza, ai limiti della sopravvivenza.

L’impegno della Caritas diocesana e delle Caritas zonali e parrocchiali merita la gratitudine da parte dell’intera comunità diocesana per l’encomiabile e coraggiosa opera di ascolto, di prossimità e assistenza a migliaia di famiglie disorientate e impaurite per la grave crisi economica, oltre che psicologica e spirituale: “Stiamo affrontando questo tempo che, come ricorda Papa Francesco,

costituisce un cambiamento d’epoca, per molti versi spiazzante. Più che soffiare sulla paura, più che attardarci sui distinguo, più che puntare i riflettori sulle limitazioni e sui divieti del Decreto, la Chiesa tutta sente una responsabilità enorme di prossimità al Paese”. Questa prossimità si è costantemente concretizzata nell’ “assicurare a livello diocesano e parrocchiale i servizi essenziali a favore dei poveri, quali le mense, gli empori, i dormitori, i centri d’ascolto …per non trascurare i nuovi bisognosi, e anche chi viveva già situazioni di difficoltà e vede peggiorare la propria condizione” (CEI,

Lettera 10 marzo 2020).

Sul territorio diocesano le iniziative in campo caritativo si sono più che raddoppiate con la crescita dei bisogni. Tutte le attività diocesane, come anche quelle svolte nelle Zone pastorali e nelle singole parrocchie sono state sostenute dalla passione amorevole di preti e laici, dalle Istituzioni civili locali, da Istituti bancari, dai Centri commerciali, dalle Forze dell’ordine, da famiglie generose, da animatori e volontari di varie associazioni e organizzazioni cattoliche e laiche. Il tempo drammatico segnato da sofferenze, paure, incertezze, si è rivelato tempo favorevole per il rifiorire del forte senso di appartenenza ad una grande comunità e per la creativa testimonianza evangelica dell’amore. E rifiorita tanta partecipazione, collaborazione, solidarietà, e generosità nello sforzo congiunto di vicinanza concreta alle tante persone e famiglie in gravi difficoltà.

Ho condiviso personalmente con Caritas diocesana la creatività e la fantasia della carità in tutto il territorio diocesano. Questa mia Lettera confidenziale è il primo tentativo, non semplice, di presentare un provvisorio e frammentato resoconto circa l’ampio e variegato impegno da parte della Caritas diocesana, delle Caritas zonali, interparrocchiali e parrocchiali durante l’emergenza dell’epidemia da Covid-19. Solo da una successiva e più approfondita riflessione, al di là della quantità delle cose date, si potrà cogliere meglio come la crisi pandemica abbia provocato una sensibile crescita della pastorale della carità. Alla Caritas diocesana il compito di ritornare sull’esperienza vissuta, e insieme con me e con la Consulta diocesana recuperare e approfondire alcuni aspetti specifici emersi durante l’emergenza, tra cui la rete dei servizi, la funzione pedagogica della Caritas, la partecipazione della comunità.

1. La Caritas diocesana, dopo aver chiuso al pubblico dal 13 marzo 2020 gli uffici diocesani di Sora e Cassino ha attivato da subito due numeri di emergenza per poter rispondere, comunque, alle esigenze e ai bisogni di tutto il territorio diocesano. Importante è stato il coordinamento telefonico da parte dei Direttori Caritas Diocesana della rete delle Caritas zonali per il monitoraggio delle otto Zone Pastorali, e per rispondere tempestivamente alle tante richieste arrivate dalle parrocchie. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione con il Banco delle Opere di Carità e con il Banco Alimentare Nazionale, alle donazioni di viveri da parte dell’Aspi, Charitas (Associazione affiliata alla Associazione Nazionale Circoli e Oratori S. Paolo Italia), da parte di imprenditori del territorio, Farmacie e Supermercati. 


Purtroppo, una volontaria della mensa Caritas di Cassino, Maria Pia Santulli, dopo quasi un mese di malattia è morta a causa del Coronavirus il 10 aprile 2020. Per questo, gli uffici e la mensa diocesana di Cassino per precauzione sono stati chiusi. Dal 3 aprile la mensa ha riaperto, attivando si con i pasti da asporto. Gli uffici diocesani di Cassino hanno riaperto il 6 aprile. Non è stata trascurata la Casa Circondariale di Cassino con i suoi ospiti. In sinergia con la Direzione, gli Agenti penitenziari e gli educatori sono stati organizzati aiuti ai detenuti dando loro sollievo con pensieri di vicinanza come prodotti per l’igiene, facendo arrivare in ogni cella una colomba pasquale accompagnata da un messaggio di Resurrezione di Cristo, schede telefoniche per dare la possibilità di parlare con le famiglie. Sono stati raggiunti frequentemente da messaggi di speranza, istituendo anche momenti di preghiera pur rimanendo distanti. In ogni piano della casa circondariale è arrivata per i detenuti la bellissima preghiera alla Madonna di Canneto per chiedere la liberazione dalla pandemia del coronavirus.

La Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo ha messo a disposizione della Segreteria Generale della Conferenza Episcopale Italiana alcune strutture per la Protezione Civile, i medici e le persone in quarantena. Con il contributo straordinario della CEI di € 10.000,00 e le risorse caritative annuali dei fondi 8xmille è stata avviata subito la rete di aiuto Caritas. All’immediata disponibilità di queste somme, si sono aggiunte altre offerte e donazioni: – Banca Popolare del Frusinate (donazione di buoni pasto spendibili nei supermercati) – Associazioni sportive di Sora (donazione di beni alimentari) – Forno “Facchini” di Carnello (donazione di pane) – Azienda Agricola “Savona Anna Maria” di Sora (donazione di più di 300 piantine di stagione che sono state consegnate, insieme ai viveri e con un biglietto di auguri, per la Santa Pasqua) – Ristoranti “Mingone” e “Il Laureto” (donazione di 100 porzioni di lasagne da destinare ai più bisognosi e che abbiamo provveduto a distribuire) – Molino “Polselli” di Arce (ha fornito la farina ad un prezzo molto basso)

2. Nella Zona pastorale di Sora hanno continuato a funzionare i due centri di ascolto e aiuto sia presso la Caritas parrocchiale di San Giovanni B. e San Giuliano che presso l’Emporio zonale situato nel Centro Servizi Caritas. Si è inoltre attivato un numero telefonico di emergenza ed un “centro operativo” diocesano presso il Centro Servizi Caritas di Sora che, non solo ha distribuito beni di prima necessità e dispositivi di sicurezza in tutta la Diocesi ma ha coordinato i rapporti con le istituzioni e le varie associazioni del territorio. Avendo difficoltà a reperire le mascherine, è stato chiesto a “La Sartoria” di Sora (officina sartoriale della Cooperativa Servizi e Natura) di realizzare 1200 mascherine in stoffa, che sono state distribuite su tutto il territorio diocesano insieme a guanti e gel disinfettanti. La mensa Caritas di Sora durante la prima settimana, in accordo con i Servizi Sociali del Comune di Sora, ha distribuito cibi da asporto per gli utenti che non erano accolti nel dormitorio; nelle settimane seguenti, sempre in accordo con il Comune, ha fornito una spesa settimanale che andasse a compensare il cibo da asporto giornaliero. Particolarmente importante è stato il sostegno e l’accompagnamento delle famiglie compiuto dalla “Ludoteca” e dall’Associazione “Il Faro” che con i propri volontari hanno distribuito, e seguitano a farlo, risorse alimentari provenienti da supermercati, dai buoni spesa per famiglie, dal Rotary club di Frosinone, dai Cavalieri di Malta, dai ristoratori, e dalla Misericordia di Roccasecca la cui presenza e attività sul territorio è fonte assidua di valido sostegno. In tutte le parrocchie della Città di Sora si è sviluppata una ricca e preziosa rete di solidarietà da parte di famiglie, attività commerciali, artigianali, associative laiche e cattoliche.

Nella parrocchia di Broccostella la Caritas parrocchiale ha avuto modo di sostenere, oltre gli assistiti abituali, anche diverse famiglie che in questo tempo si sono trovate nel bisogno. Da subito è stata attivata un’iniziativa dal nome “Il carrello della Carità” che consisteva nella raccolta di beni alimentari per le persone bisognose, presso i supermercati di Broccostella. Tale evento è stato ampiamente pubblicizzato, e ogni tre giorni è stato possibile raccogliere alimenti da distribuire. Grazie all’aiuto costante dei collaboratori Caritas, coadiuvati dai volontari di Protezione Civile del Comune di Broccostella, si è riusciti ad arrivare a coloro che stando in casa (anziani-malati) non potevano uscire. Settimanalmente sono stati distribuiti beni e medicinali per coloro che ne avessero bisogno, e sono state sostenute anche economicamente situazioni di particolare emergenza. Il servizio svolto in questo tempo del Covid-19 ha realmente avuto modo di testimoniare il volto materno della Chiesa, attenta concretamente ai poveri per amore di Cristo.

3. Tutte le parrocchie della Zona pastorale di Cassino si sono attivate per promuovere attività di vicinanza umana, spirituale, economica e pastorale alle famiglie in stato di indigenza. I sacerdoti si sono preoccupati di non far mancare il sostegno agli anziani e alle fasce più deboli chiamando le persone che solitamente ricorrono al loro aiuto e si sono attivati per far conoscere le norme predisposte per evitare il contagio e il corretto uso dei dispositivi di sicurezza. Molte Caritas parrocchiali, purtroppo, hanno dovuto chiudere i Centri di Ascolto a causa di locali piccoli e non ben aerati e, in ogni caso, per evitare assembramenti. Sono stati distribuiti viveri, mascherine e si è proceduto con il pagamento di bollette delle varie utenze domestiche, sono stati consegnati buoni spesa ed acquistati tablet per permettere alle famiglie meno abbienti di far seguire la didattica a distanza ai propri figli.

C’è stata una grande testimonianza di solidarietà da parte di singole famiglie e di associazioni che hanno portato tantissimi beni di prima necessità, in particolare i Cavalieri di Malta, Anfi e Supermercati del Cassinate.

4. Le Caritas della Zona pastorale di Aquino, dall’inizio dell’emergenza ad oggi, hanno continuato ad operare, riqualificando e intensificando il servizio. La Caritas di Aquino ha stretto rapporti di collaborazione con i Servizi Sociali Comunali realizzando collette alimentari e organizzando la distribuzione settimanale dei beni, con consegna a domicilio, rispettando le norme di sicurezza, per singoli o nuclei familiari impossibilitati a raggiungere i locali parrocchiali o comunali. Nella realtà pastorale di Arce e Roccadarce la Caritas locale, che riceve beni alimentari e diversi soprattutto dall’istituzione Banco Alimentare, nel tempo dell’emergenza sanitaria ha attivato sul luogo raccolte supplementari di prodotti di prima necessità, così da poter rispondere più compiutamente al disagio di molte famiglie. Il Centro Caritas di Roccasecca Scalo per scelta “pastorale” non riceve beni da organizzazioni comunitarie, nazionali o regionali, se non nel caso di donazioni straordinarie, ma coinvolge all’inizio di ogni mese le famiglie della comunità parrocchiale affinché, facendo spesa per se stesse, provvedano anche a rifornire il “magazzino della carità”. Al tempo del Coronavirus questa Caritas, diventando interparrocchiale ed operando sul territorio delle quattro parrocchie di Roccasecca, ha attivato una collaborazione stretta ed efficace con Comune, Protezione Civile Intercomunale, Gruppo Scout Agesci e Misericordia, trasformando il Centro Pastorale Parrocchiale in una “stazione di servizio” dove settimanalmente i volontari delle diverse realtà, con i parroci in prima linea, hanno accolto decine di famiglie offrendo loro attenzione ed aiuti materiali. La Caritas Parrocchiale di Piedimonte San Germano, coordinata dal parroco con la collaborazione di volontari, gestisce un centro di ascolto e un servizio di distribuzione di beni di prima necessità. I beni distribuiti provengono principalmente dal Banco delle Opere di Carità, le attività caritative parrocchiali si realizzano a cadenza quindicinale coinvolgendo l’assistente sociale comunale. 

La Caritas sostiene mensilmente un numero medio di 100 famiglie. In questo periodo di emergenza sanitaria la stessa Caritas Parrocchiale, soprattutto per il rispetto delle disposizioni governative, si sta avvalendo del supporto del nucleo di Croce Rossa Italiana, attivo nel territorio comunale.

5. Nella Zona pastorale di Pontecorvo per far fronte al notevole aumento di richieste, in collaborazione con l’Amministrazione Comunale, è stata fatta una raccolta di alimenti presso i supermercati di Pontecorvo e, grazie anche alla Protezione Civile, sono stati consegnati presso la Caritas zonale o, direttamente, presso le famiglie bisognose. Diverse famiglie hanno manifestato la loro solidarietà e vicinanza attraverso donazioni di denaro per l’acquisto di beni di prima necessità, pane, frutta e uova di Pasqua.

Presso la chiesa di San Bartolomeo in Pontecorvo è stata inoltre istituito in modo straordinario un punto di raccolta, per sostenere in modo particolare le famiglie che abitualmente non sono assistiti dalla nostra Caritas zonale e che si sono trovate all’improvviso con serie difficoltà economiche. Grazie al sostegno della Compagnia dei Carabinieri della Città e alle varie famiglie della comunità, si è proceduto alla consegna di viveri e altri generi, oltre al pagamento di bollette delle varie utenze domestiche.

La Caritas parrocchiale di S. Biagio e S. Ambrogio sul Garigliano, è intervenuta, insieme al Comune di S. Ambrogio sul Garigliano, per segnalare ed ottenere buoni spesa, mascherine per adulti e bambini, e per le famiglie che si sono ritrovate a fronteggiare l’emergenza. Diversi sono stati anche gli interventi di distribuzione di beni di prima necessità. La Caritas parrocchiale di San Giorgio a Liri riscontra un indice molto alto di disoccupati nel settore dei commercianti ambulanti bloccati nelle loro attività. La Caritas parrocchiale S. Benedetto e S. Andrea del Garigliano ha organizzato una raccolta di beni di prima necessità sul proprio territorio mentre quella di Pico ha distribuito beni, oltre ad informare le famiglie sugli aiuti offerti dal Governo. La Caritas parrocchiale di San Giovanni Incarico si è trovata a fronteggiare questa emergenza con nuove famiglie, la sede è stata aperta, previo appuntamento, più volte alla settimana, con il supporto indispensabile del Centro d’Ascolto, soprattutto per le nuove famiglie che si sono trovate all’improvviso senza un lavoro e con serie difficoltà economiche e psicologicamente più fragili. Nel nostro territorio c’è il Centro di spiritualità “Suor Teresina Zonfrilli”, messo a disposizione per ospitare persone in quarantena, nel caso in cui ci fosse necessità. Si è creata una rete importante con il Comune e i Servizi sociali, per poter aiutare il più possibile le tante famiglie, sia con i beni di prima necessità che con aiuti sanitari. E’ in cantiere l’iniziativa “Spesa sospesa”. 

Il Comune, inoltre, ha deliberato (visto che le feste sono state sospese) che i contributi per la festa del Santo Patrono, San Giovanni Battista, verranno utilizzati interamente per l’acquisto di beni affidati alla Caritas parrocchiale. Anche la Misericordia di Roccasecca ha inviato e continuerà ad inviare beni di prima necessità. Si stanno distribuendo anche indumenti. C’è stata una grande sensibilità e solidarietà da parte di tanti abitanti di San Giovanni Incarico, delle varie associazioni del territorio e dai vari gruppi parrocchiali. La Caritas continuerà, anche nella fase 2, ad essere attenta alle esigenze delle famiglie in difficoltà.

6. Nella Zona pastorale di Isola del Liri il responsabile Caritas ha comunicato a tutti i responsabili la propria disponibilità e la disponibilità del Centro di Ascolto interparrocchiale di Arpino-Santopadre a risolvere eventuali situazioni di emergenza, in collaborazione con la Protezione Civile. Le mascherine, i disinfettanti, i guanti e i pacchi alimentari dati dalla Caritas diocesana sono stati dati alle strutture di accoglienza e agli assistiti dei Centri di Ascolto rimasti aperti. È stato intrapreso un dialogo costruttivo con le istituzioni, i servizi del territorio, le altre associazioni di volontariato e privati benestanti che hanno dato un considerevole sostegno alla mobilitazione generale del territorio.

La Caritas parrocchiale di Sant’Antonio e Santa Restituta in Carnello ha mantenuto i contatti telefonici con alcune persone anziane, che pur non necessitando di un sostegno materiale richiedevano anche una vicinanza psicoaffettiva. Appoggiata al Centro Caritas di Arpino- Santopadre, hanno potuto sostenere e sovvenire anche alle necessità materiali con beni di prima necessità alle famiglie più bisognose. In seguito, sono stati distribuiti dei pasti alle famiglie, donati
gentilmente dal ristorante “Mingone”. La Caritas parrocchiale di Castelliri ha provveduto a dare un sostegno più robusto alle famiglie già assistite. Sono stati dati aiuti “una tantum” alle famiglie sia tramite piccole erogazioni di denaro che tramite distribuzione di beni di prima necessità, anche grazie a donazioni ricevute.

L’interazione con il Comune è stata costante. La Caritas parrocchiale di Fontana Liri, anche durante il periodo di rigorose restrizioni, ha sostenuto le famiglie bisognose, in collaborazione con il Comune e la Protezione civile.

La Caritas parrocchiale di San Lorenzo di Isola del Liri già dal 30 marzo ha lanciato l’iniziativa “La spesa…in attesa” con cui si invitavano gli Isolani a fare una spesa di prodotti alimentari non deteriorabili, o altro materiale per l’igiene della casa e personale, lasciando poi la spesa presso due tabaccherie che per la loro posizione, ai due lati opposti della città, erano facilmente raggiungibili. A questa si sono aggiunte altre iniziative messe in campo da associazioni e da singoli, come l’offerta di pasti caldi da parte del Ristorante “Scala alla Cascata” in tre diverse occasioni: Pasqua, 25 Aprile e 1 Maggio, per un totale di 650 coperti distribuiti nei Comuni di Isola del Liri, Sora, Castelliri e Arpino. È stata attuata la raccolta fondi per l’acquisto di prodotti utili promossa da “Cogita” (Consulta giovanile per il territorio e l’ambiente), la distribuzione di mascherine donate da diversi artigiani della parrocchia.

La Caritas parrocchiale di Arpino ha svolto riunioni e contatti continui con il sindaco, il vice-sindaco, l’assessore alle politiche sociali, l’assistente sociale, il presidente della protezione civile, la pro-loco, i giornalisti locali, i ristoratori, i benefattori, per fare una mappatura completa dei bisogni, dichiarare la propria disponibilità alla collaborazione, mettere in comune ciascuno le proprie risorse, programmare interventi mirati, valutare in itinere l’andamento delle operazioni, rilanciare le fasi successive. 

Il Comune ha affidato al Centro di ascolto l’incarico di valutare liberamente a chi dare i beni dell’iniziativa “Spesa solidale” presso i negozi e i supermercati. Nel rispetto delle norme emanate, il Centro di ascolto è rimasto aperto fin dall’inizio della pandemia e, oltre a svolgere l’attività ordinaria, ha intensificato il proprio impegno per approfondire lo studio delle vecchie e nuove povertà per migliorare la qualità del proprio servizio, riscoprendo soprattutto la funzione pedagogica della carità e la necessità di un sostegno umano, morale e spirituale alle famiglie in difficoltà. La distribuzione dei beni di prima necessità è quadruplicata rispetto a quella ordinaria. Sono stati, inoltre, distribuiti 300 pasti, 200 kg di pane e oltre 1.500 mascherine, donate dalle sarte della comunità. È stata fatta più volte la spesa alimentare e sono state pagate utenze, medicine, visite mediche e necessità varie.

7. La Zona pastorale di Cervaro ha continuato senza alcuna interruzione la sua attività di assistenza ai meno abbienti. Dal mese di febbraio, la richiesta di beni di prima necessità, unica tipologia di assistenza offerta dalla Caritas, ha avuto un palese incremento in quanto, oltre alle famiglie normalmente assistite, sono state aiutate anche nuove famiglie in difficoltà.

Le richieste sono giunte anche tramite i parroci della Zona (S. Elia, S. Pietro Infine, S. Lucia, San Vittore e Viticuso). È stata fatta anche consegna a domicilio dei beni, rispettando i canoni di sicurezza, per quelle famiglie che non potevano uscire. Sono state, altresì, aiutate persone del territorio cervarese che erano solite rivolgersi alla Caritas di Cassino. Inoltre, grazie alla sensibilità del sindaco di Vallerotonda, si è provveduto ad aiutare, insieme alla Caritas Diocesana, alcune famiglie in particolare difficoltà attraverso la consegna di beni di prima necessità. È stato prezioso, nella distribuzione l’aiuto e la collaborazione dell’arma dei Carabinieri di Vallerotonda per le parrocchie più disagiate (Vallerotonda, Acquafondata) e che normalmente non si potevano raggiungere. La Caritas parrocchiale di S. Elia si è avvalsa anche della attività caritatevole dei “Cavalieri di Malta” coordinata dal presidente sez. Cassino avv. Otello Zambardi e dal presidente Delegazione di Veroli Marchese Alessandro Bisleti distribuendo pacchi dono con viveri alle famiglie bisognose del territorio.

8. La Zona pastorale di Atina, durante il periodo di emergenza, è stata impegnata su vari fronti ed ha dovuto modificare anche il proprio modo di operare. Si è cercato, sin dall’inizio, di contattare e coinvolgere tutte le Caritas parrocchiali. È iniziato un monitoraggio di tutte le parrocchie attuando un coordinamento sul gruppo Whatsapp già esistente, cercando di essere vicino a quasi tutte le parrocchie della zona. È stato dato materiale da utilizzare nelle proprie parrocchie come manifesti informativi che riportavano indicazioni e regole sulla prevenzione, atteggiamenti comportamentali, ecc; sono stati consegnati mascherine e disinfettanti. La parte formativa ed informativa non è mai mancata. I mezzi di comunicazione tecnologici sono risultati indispensabili e di vicinanza alle persone, attraverso i quali è stato possibile dare indicazioni precise e notizie importanti in tempo reale. Siccome il modo di vivere delle persone stava cambiando, anche la Caritas si è adattata a questa nuova realtà.

Le parrocchie hanno reagito egregiamente, si sono organizzate ed hanno cercato di fronteggiare questi cambiamenti. Le difficoltà non sono mancate in quanto le parrocchie coinvolte erano circa 17. Si è cercato di aiutare le famiglie già assistite dalla Caritas, ma molte altre si sono aggiunte, sono emerse nuove forme di povertà in quanto alcune famiglie si sono ritrovate improvvisamente senza alcun reddito perché in situazione di lavoro saltuario. Un grande aiuto è arrivato da alcuni sacerdoti della zona che hanno portato personalmente i beni del Banco delle Opere di Carità, al posto degli operatori che non si sentivano di andare a ritirarli. Si è creata una grande sinergia con gli Enti locali, che hanno demandato alle Caritas parrocchiali il coordinamento delle attività di aiuto, riconoscendone la presenza e l’efficacia del lavoro sul territorio. Prima che cominciassero ad arrivare gli aiuti statali si è dato vita all’iniziativa “Una Spesa solidale” con il coinvolgimento dei cittadini più fortunati e della disponibilità delle attività commerciali del territorio che hanno aderito. I servizi sociali di alcuni comuni hanno chiesto aiuto alle Caritas e insieme hanno cercato di aiutare chi era in difficoltà. C’è stata collaborazione anche con la Protezione Civile che, insieme
con le Caritas parrocchiali, ha distribuito beni di prima necessità in vari comuni. Molte iniziative di volontariato sono sorte grazie alla sensibilizzazione della Caritas: l’aiuto ad anziani soli, terapie mediche a domicilio, prelievi ematici, ecc. Fondamentale è stato l’approvvigionamento di alimenti presso il Banco delle Opere di Carità, dove gli operatori non hanno mai smesso di consegnare i viveri alle parrocchie. Bisogna anche sottolineare la generosità di molte persone che hanno donato parte del proprio stipendio o della propria pensione per permettere, attraverso le parrocchie, alle persone e ai nuclei familiari, che erano in maggior difficoltà, di poter far fronte al pagamento delle utenze.

9. Nella Zona pastorale di Balsorano la Caritas parrocchiale di Balsorano è stata vicina alle persone in difficoltà durante questo difficile periodo. Dalla collaborazione tra la Caritas parrocchiale, il Comune di Balsorano, gli assistenti sociali e la Confraternita di Maria SS.ma Addolorata è nata l’iniziativa “Il carrello della solidarietà”, ossia una raccolta settimanale di beni di prima necessità presso le attività commerciali del paese (grazie alla sensibilità e generosità degli abitanti), poi distribuiti ai più bisognosi. Inoltre, sempre in collaborazione con gli assistenti sociali del Comune, la Caritas cerca di individuare i nuclei familiari meno abbienti per aiutarli nel pagamento di alcune utenze. È nata inoltre, in seno alla Parrocchia, un’iniziativa di ascolto telefonico rivolta alle persone sole (soprattutto anziane), che hanno familiari lontani. La Caritas parrocchiale di Balsorano continua a sostenere economicamente quanti versano in difficoltà, anche grazie ai buoni spesa donati al parroco da alcuni benefattori, da destinare a quanti ne hanno bisogno. La solidarietà è arrivata anche da parte di singole persone (anche residenti all’estero) che hanno versato somme di denaro da destinare agli indigenti. Inoltre, il parroco si è privato di una mensilità propria da destinare ai casi più urgenti. La Caritas parrocchiale di Civitella Roveto ha sempre operato per far fronte ad un notevole aumento di persone che si rivolgono presso il Centro d’Ascolto. Le richieste presentate, oltre che di beni alimentari, riguardano il pagamento di utenze, fitto e medicinali.

La Caritas parrocchiale di Pero dei Santi, ha continuato a svolgere il proprio lavoro in sicurezza e, soprattutto in caso di persone anziane, i volontari hanno provveduto a consegnare direttamente nelle case i beni di prima necessità, rispettando tutte le norme di sicurezza. Un negozio di generi alimentari del paese ha realizzato una raccolta di beni che ha poi devoluto alla Caritas parrocchiale.

Carissimi,

“chi si vanta, si vanti nel Signore; infatti non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda” (2Cor 10,17-18). L’impegno profuso tratteggia una vera e propria mappa della carità, ampia e in continuo aggiornamento, che trova il suo radicamento esclusivamente nell’amore di Cristo: “L’amore del Cristo infatti ci possiede” (2Cor 5,14). Desidero ringraziare i sacerdoti e i volontari, i Direttori della Caritas diocesana, tutti i responsabili delle Caritas zonali e parrocchiali, le Istituzioni civili e militari, le Organizzazioni e Associazioni di volontariato, coloro che con l’intelligenza della mente, con la forza dell’amore, e con l’operosità dell’impegno hanno testimoniato un esempio edificante di prossimità alle vecchie e nuove forme di povertà, con braccia sempre allargate e con il cuore aperto ai molti che bussano alla porta della solidarietà umana e cristiana. Affido al cuore di ciascuno il mio sincero e commosso “Grazie!”. A tutti giunga la speciale benedizione del Signore Gesù, che “da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventate ricchi per mezzo della sua povertà” (2Cor 8,9).


 * Sora 20 maggio 2020. Gerardo Antonazzo (al centro nella foto della Pro Loco Arpino).

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