26.5.20

Oggi e domani giorni di festa di Santa Restituta a Sora ma sarà in vigore il solo programma religioso in chiesa, a causa delle prescrizioni delle regole per il contenimento al contagio del Covid-19, non ci saranno musica, fiera e Corso Volsci pieno di bancarelle.Il 27 maggio del 1944 la strage di Via Ponte Olmo

26 maggio Ore 19:30 Foto R. Tamburrini
Oggi e domani giorni di festa di Santa Restituta a Sora ma non sarà come è successo gli altri anni. 

Sora celebrerà la ricorrenza della Patrona S. Restituta con un viaggio virtuale a cura della dott.ssa Alessandra Tanzilli. 

Vedi anche:

 https://www.comune.sora.fr.it/s-restituta-patrona-della-citta-di-sora-in-un-viaggio-virtuale-a-cura-della-dott-ssa-alessandra-tanzilli/

Il 27 maggio del 1944 la strage di Via Ponte Olmo, il Sindaco e il Partito della Rifondazione Comunista di Sora ricordano la memoria dei Martiri di via Ponte Olmo

Dal Sindaco della Città di Sora: "Quella di domani è una data per la cittadinanza sorana particolarmente sentita: al 27 maggio si legano infatti i festeggiamenti della Patrona, Santa Restituta, ma anche una delle pagine di storia più drammatiche per la città.

Il 27 maggio del 1944, nella località di Ponte Olmo, non lontano dall’abbazia di San Domenico, un luogo di culto particolarmente caro ai sorani, un cruento eccidio scosse l’animo della popolazione già provata e piegata da una pesante guerra che in Cassino aveva uno dei fronti più caldi.

Giova ricordare che la Statale 82 Valle del Liri nel 1944, quando sul fronte Gustav l’Armata Tedesca stava subendo pesanti perdite, rappresentava una comoda via di fuga per le Truppe Naziste verso l’Abruzzo.

La brutalità del conflitto mondiale e la recrudescenza dei combattimenti si diedero appuntamento in un incrocio della periferia, infliggendo alla memoria collettiva una delle ferite più profonde che ancora oggi si fatica a comprendere per la portata di irragionevole e insensata violenza: tra Ponte Olmo e Canale Mancini, in un’abitazione rurale furono uccisi Giuseppe La Posta, 42 anni, la moglie Giulia Gemmiti, 43 anni, le loro figlie Elena e Maria Grazia, rispettivamente di 18 e 16 anni.

Il ricordo di un eccidio non significa mettere un dito nella piaga e riaprire le ferite, ma stimolare la memoria ed il ricordo per rinforzare i valori irrinunciabili e frutto di tante conquiste, che troppo spesso diamo per scontati ed acquisiti e che necessitano invece costantemente di essere difesi. L’indipendenza, la libertà, la pace sociale, il benessere economico, sono i tasselli di un grande mosaico che vittime innocenti come i civili sorani hanno pagato per costruire un futuro migliore e uno sviluppo duraturo.

Come Sindaco della Città di Sora ho voluto ricordare questo eccidio efferato, anche alla luce della drammatica crisi sanitaria che ci stiamo lasciando alle spalle e nell’imminenza del 2 giugno, festa della Repubblica, allo scopo di consolidare una rinascita vigorosa delle coscienze, facendo leva sulle dure lezioni di questi mesi e sul sacrificio della Famiglia La Posta del 27 maggio 1944, a cui va come ogni anno, all’approssimarsi di questa data, il nostro perenne commosso ricordo.

* Roberto De Donatis – Sindaco di Sora.


Dal Partito della Rifondazione Comunista di Sora:
"Il 27 Maggio 1944 i soldati della Wehrmacht in ritirata dalla linea del fronte di Cassino, passarono per Sora in via Ponte Olmo e non esitarono a sterminare la famiglia La Posta colpevole di opporre resistenza al tentativo di violenza perpetrato nei confronti delle giovani Elena e Maria Grazia, di 18 e 16 anni. Giuseppe La Posta e Giulia Gemmiti, padre e madre delle due giovani, furono fucilati senza indugi insieme alle figlie dalle truppe naziste quello stesso giorno. 

A nessuno era consentito resistere e difendersi dai soprusi della violenza criminale che era marchio distintivo della follia nazifascista. Per troppo tempo si è rischiato di perdere il ricordo di questa drammatica vicenda, e solo da pochi anni grazie all’ impegno di chi si è preoccupato di preservare la memoria collettiva della nostra città questa storia è tornata alla ribalta e abbiamo un parco dedicato al ricordo di questa famiglia che ha pagato un tributo di sangue altissimo.

Riteniamo un dovere civico e morale di tutte/i mantenere vivi questi ricordi, perché un paese senza memoria è un paese senza futuro.

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