C’E’ NATURA
E NATURA LE MONTAGNE
DI SORA E LA WILDERNESS
di Rodolfo Damiani *
Una copertina su cui meditare: un’immagine che sembra uscita dalla Galleria Perino o dalla Raccolta dei Fratelli Alinari, una serie di autori che hanno collaborato al volume dai nomi al top, un titolo scarno e difficile
Questo è il
biglietto da visita di un’opera a più mani, quasi una sinfonia in cui tutti si
riconoscono nelle diversità, ma riportata ad unità senza dissonanze da un Bruno
La Pietra in formato classico.
L’anfiteatro
del Preappennino trova voci adeguate alla difesa del vero monumento naturale
dell’Alta Terra Di Lavoro. Il titolo ci
pone nella necessità di spiegare il solito termine brumoso delle colline
gaeliche e uniformarci allo spirito italico, per cui WILDERNESS designa, alla Totò, un territorio così
selvaggio che sembrano due.
Basta
scherzare, WILDERNESS è stato definito la conservazione del mondo, in effetti
definisce un’area selvaggia, senza adduzioni, senza danni morfologici, niente
infrastrutture o strade. GAIA E NULL’ALTRO.
La filosofia
del WILDERNES può essere sintetizzata in
6 punti:
Natura quale
valore spirituale
Rispetto e non abuso dell’ambiente
Difendere
aree a vocazione selvaggia, usi e costumi
Leggi
speciali di difesa
Controllo
morale sull’amministrazione
Diritto alle
bellezze naturali
Se
escludiamo la volutamente erudita, propria di una “lectio magistralis”, ma
ostica, apertura di B. La PIETRA, il volume si fa leggere con interesse e rivela
aspetti innovativi del territorio, sconosciuti
ai più.
FERRI un
vero maestro per la storia; Taglione scrive e descrive come sa fare un vero
esploratore; Zunino, Muraglia e Capoccia fanno una sorta di spettacolo in TODD
AO con le parole. Beranger
sempre grande nelle scelte per argomento, una presenza che è legata alla sua
identificazione con natura, storie e
tradizioni, Fabrizi e Farinelli, se non ci fosse un fucile, sarebbero due grandi
del trackin. Ultimo, ma
non l’ultimo, Germano Tomei, lucido e selettivo nel descrivere il patrimonio
naturalistico, particolarmente e dottamente motivato nello spiegare e
individuare toponimi, che impegnano a fondo il ricercatore non superficiale.
Un volume
che affronta molti argomenti, senza creare gerarchie, ben articolato negli
aspetti motivazionali, senza cadere nello scontato o nel pedante, allo stesso
tempo utile all’esperto per consultazione e al neofita come opera di approccio.
Un plauso
all’Assessorato per l’iniziativa di alto profilo culturale e una richiesta: A
quando la creazione di un Centro Studi dell’Alta Terra di Lavoro mirato a
territorio, storia, cultura e tradizioni. Una
faticaccia, ma ne valeva la pena.
* Sora 13 settembre 2012. Rodolfo Damiani sul libro che sarà presentato il prossimo 22 settembre all'Auditorium di piazza Mayer Ross a Sora alle 17,30.
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