Nella presente raccolta dominano i temi inerenti: la natura,
l'amore per la propria donna e per i propri cari, l'omaggio alla terra natale e lo stupore per la vita.
La
prima lirica, “Il primo accenno di primavera”, è un bozzetto di
vita quotidiana
in cui, aprendo le persiane del balcone di casa, il poeta ascolta il canto
del gallo, osserva il mandorlo in fiore e la felicità dei bambini
nel veder
arrivare la nuova stagione. L'amore per la sua terra è presente
nelle liriche
successive mentre intenso e drammatico è il componimento dal titolo “I
vecchi” in cui ricorda alcuni anziani che, nel mese di settembre,
sono seduti
su delle panchine e ricordano la loro giovinezza. Essi sono per il poeta
“ironia di un passato che è memoria”. “Solo presenza” e “La
quercia grande”
sono due liriche dedicate ai genitori. Nella prima ricorda la madre bambina
intenta a giocare con le bambole per poi parlare del matrimonio tra
lei e suo padre e la loro vita vissuta insieme durante i duri anni
della guerra,
quelli in cui l'anziana era costretta a camminare scalza. “La
quercia “grande”
ed “Era il gigante” descrivono entrambe la figura del padre:
nella prima
il figlio ricorda la sua infanzia nella quale, a seguito del duro
lavoro del
padre nelle cave, gli correva incontro e lui gli sfiorava i suoi
piedini.
La seconda,
più triste, ci mostra l'uomo durante uno dei suoi ricoveri in ospedale
e il figlio, vedendolo soffrire, ricorda gli anni di duro lavoro del proprio
padre nelle cave di pietra. “Figlio” è una dedica in versi al secondogenito
Emanuele da lui poeticamente definito “Proemio incosciente
di un sogno già reale”. “Figlia”, dedicata alla primogenita Angelica,
ci descrive la donna, sia nel giorno del matrimonio quando, ai piedi
dell'altare, ha promesso amore eterno al marito Domenico.
In altre liriche
il poeta ricorda la sua maestra che la immagina simile ad una fata azzurra
che le racconta le fiabe della vita, il mare di San Benedetto e il cuore
di bambino che ha ognuno di noi. Al poeta e collega Nino Cellupica è
dedicata la lirica “La mia cattedrale” in cui ricorda la lirica
scritta da quest'ultimo
dedicata all'organo della cattedrale del suo paese natale. “I ragazzi
del 2000” è una riflessione sui giovani del XXI secolo i quali mostrano,
quasi sempre, i lati negativi del loro modo di porsi: rasati e con creste
di vario colore i cui genitori sono spesso assenti e per questo emanano
un senso di tristezza. La religiosità dell'autore, militante nel movimento
di Comunione e Liberazione, si ritrova in varie liriche della raccolta
poetica la cui più bella, “Il volto di Pietro” è un omaggio a
San Giovanni
Paolo II.
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Veroli 18 marzo 2016. Di Gabriele Mattacola
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