23.10.12

La Chiesa di Sora Aquino Pontecorvo ha aperto l’Anno della Fede

Apertura Anno della Fede Presente il Nunzio Apostolico in Italia mons. Adriano Bernardini 

Inaugurato un busto di mons. Biagio Musto: il nostro vescovo del Concilio


di Gianni Fabrizio

Il Nunzio Apostolico in Italia, mons. Adriano Bernardini, giunge puntuale. Lo attende il clero diocesano nel cortile dell’Episcopio. Tutto è pronto, anche il calice per la celebrazione, ma mons. Adriano Bernardini dona un nuovo calice alla nostra Cattedrale, che viene immediatamente utilizzato durante la Messa. 

La celebrazione inizia presso la Villa Comunale. Un gruppo di fedeli è già radunato, quando giunge processionalmente una gran parte del clero diocesano. Il Nunzio introduce la celebrazione e poi si snoda un breve corteo verso la Cattedrale, al canto delle litanie dei Santi. Giunti in cima alla scalinata si sosta davanti alla”porta chiusa”: la porta della fede. Dopo il canto dell’antifona, la porta viene aperta dal Nunzio e “l’anno della fede” inizia ufficialmente anche per la nostra Diocesi. Durante la celebrazione sei rappresentanti delle zone pastorali ricevono dalle mani dell’ arcivescovo una pergamena con il “ Credo”, il simbolo della nostra fede. Al termine della celebrazione eucaristica, il Nunzio si reca nella navata laterale della Chiesa Cattedrale a benedire il rinnovato altare dedicato a San Giuliano. 

Successivamente, l’Amministratore Diocesano, mons. Antonio Lecce, prende la parola. “Questa sera, eccellenza, ha detto mons. Antonio Lecce, ho l’onore di ringraziarla per aver presieduto la solenne eucaristia con la quale la Chiesa di Sora Aquino Pontecorvo, rispondendo all’invito del Papa Benedetto XVI, inizia l’ Anno della Fede. Lei ha aperto la Porta di questa Chiesa Cattedrale, simbolo della Santa Madre Chiesa, che  ci ha generato alla fede e  ci nutre nella fede. Il 9 ottobre 1155 Papa Adriano IV consacrava questa Cattedrale, e oggi il rappresentante del Papa in Italia, il Nunzio Apostolico, mons. Adriano Bernardini, ci conferma in quella fede che trova nel successore di Pietro la roccia solida e incrollabile. Intendiamo percorrere l’itinerario spirituale dell’Anno della fede mettendo al primo posto non la dimensione celebrativa, ma quella di ridare linfa al patrimonio spirituale e morale della nostra ricca tradizione ecclesiale. 

Nell’Anno della Fede ci apprestiamo a rivisitare il nostro cammino di fede, personale e comunitario, a ricomprendere la fede come un itinerario del cuore e della mente, a riscoprire l’indole peregrinante della fede, che nasce dall’ incontro con la persona del Cristo sotto il velame dei segni e porta allo svelamento pieno del Suo volto nella casa del Padre. Io credo, noi crediamo: il “noi” della fede ricevuta, accolta e trasmessa, testimoniata e comunicata con le opere della carità. Giovedì 11 ottobre molti di noi sono andati a Roma per il 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Questa sera  vogliamo ricordare in particolare tre vescovi, e alla fine della Messa ci porteremo nel cortile dell’Episcopio per compiere gesti significativi in tal senso. 

Il primo Vescovo che vogliamo ricordare è mons. Michele Fontevecchia, ricostruttore, dopo la 2a guerra mondiale, del Palazzo Vescovile e della Curia. Colmiamo una lacuna, segnalata in particolare dallo storico della nostra Chiesa, Mons. Dionigi Antonelli.  Il secondo è il “nostro” Vescovo al Concilio, Mons. Biagio Musto. Della sua partecipazione al Concilio avremo occasione di fare memoria  nel corso dell’anno, con un incontro dedicato all’approfondimento del ruolo del vescovo secondo il Vaticano II. Questa sera anticipiamo la commemorazione, scoprendo il busto e la lapide nella nuova collocazione nel cortile del Seminario Vescovile, da lui ricostruito ex-novo sul finire degli anni 50. La terza figura di vescovo che vogliamo ricordare è Mons. Edoardo Facchini, originario della nostra Carnello, già parroco di S. Michele in Brocco Alto, professore e Rettore di Villa Angelina, Vescovo di Alatri. Di lui si occuparono le cronache del Concilio perché morì il 21 ottobre del 1962, sul filobus n. 64, mentre si recava nell’aula conciliare per una delle prime sedute dello stesso Concilio. 

La sua figura di vescovo povero ed umile, difensore della gente povera e umile, sarà come un modello per gli interventi dei padri conciliari sulla Chiesa povera e aliena dai trionfalismi, un  leitmotif della visione di Chiesa delineata dal Vaticano II. Eccellenza, ha concluso mons. Antonio Lecce, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, tutto il popolo di Dio attende la sua benedizione, come benedizione del Santo Padre, che anticipa in qualche modo quella del Vescovo che da lui attendiamo con trepidazione e spirito filiale”. 

Al termine, la processione non rientra nella sacrestia, come di consueto, ma giunge nel cortile dell’Episcopio, per lo scoprimento del busto di mons. Biagio Musto e la benedizione della targa che sarà poi collocata nel palazzo vescovile a ricordo di mons. Michele Fontevecchia. Sembra tutto concluso, ma rientrando in Cattedrale il Nunzio Apostolico si accorge che il coro polifonico sta ancora eseguendo ”l’inno dell’anno della fede”. Allora si ferma ed attende la fine dell’esecuzione, tra la meraviglia dei cantori. Li saluta ad uno ad uno, consegnando coroncine del rosario e suscitando in essi emozione e commozione. Un bel gesto, un bel riconoscimento.

Nelle foto sopra la Cattedrale di Sora e l'Abbazia di Casamari.  

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