Un intervento di Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano
Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale *
L’EUROPA AL BIVIO
L’Europa è a un bivio, i suoi cittadini devono riprendersela. Dicono i cultori dell’immobilità che sono solo due le risposte al male che in questi anni di crisi ha frantumato il progetto d’unità nato a Ventotene nell’ultima guerra, ha spento le speranze dei suoi popoli, ha risvegliato i nazionalismi e l’equilibrio fra potenze che la Comunità doveva abbattere. La prima risposta è di chi si compiace: passo dopo passo, con aggiustamenti minimi, l’Unione sta guarendo grazie alle terapie di austerità. La seconda risposta è catastrofista: una comunità solidale si è rivelata impossibile, urge riprendersi la sovranità monetaria sconsideratamente sacrificata e uscire dall’Euro.
Noi
siamo convinti che ambedue le risposte siano conservatrici, e
proponiamo un’alternativa di tipo rivoluzionario. È nostra
convinzione che la crisi non sia solo economica e finanziaria, ma
essenzialmente politica e sociale. L’Euro non resisterà, se non
diventa la moneta di un governo democratico sovranazionale e di
politiche non calate dall’alto, ma discusse a approvate dalle donne
e dagli uomini europei.
È nostra convinzione che l’Europa debba
restare l’orizzonte, perché gli Stati da soli non sono in grado di
esercitare sovranità, a meno di chiudere le frontiere, far finta che
l’economia-mondo non esista, impoverirsi sempre più. Solo
attraverso l’Europa gli europei possono ridivenire padroni di
sé.
Per questo facciamo nostre le proposte di Alexis Tsipras,
leader del partito unitario greco Syriza, e nelle elezioni europee
del 25 maggio lo indichiamo come nostro candidato alla presidenza
della Commissione Europea. Il suo paese, la Grecia, è stato
utilizzato come cavia durante la crisi ed è stato messo a terra: in
quanto tale è nostro portabandiera. Tsipras ha detto che l’Europa,
se vuol sopravvivere, deve cambiare fondamentalmente. Deve darsi i
mezzi finanziari per un piano Marshall dell’Unione, che crei posti
di lavoro con comuni piani di investimento e colmi il divario tra
l’Europa che ce la fa e l’Europa che non ce la fa, offrendo
sostegno a quest’ultima. Deve divenire unione politica, dunque
darsi una nuova Costituzione: scritta non più dai governi ma dal suo
Parlamento, dopo un’ampia consultazione di tutte le organizzazioni
associative e di base presenti nei paesi europei.
Deve respingere
il fiscal compact che oggi punisce il Sud Europa considerandolo
peccatore e addestrandolo alla sudditanza, e che domani punirà,
probabilmente, anche i paesi che si sentono più forti. Al centro di
tutto, deve mettere il superamento della disuguaglianza, lo stato di
diritto, la comune difesa di un patrimonio culturale e artistico che
l’Italia ha malridotto e maltrattato per troppo tempo. La Banca
centrale europea dovrà avere poteri simili a quelli esercitati dalla
Banca d’Inghilterra o dalla FED, garantendo non solo prezzi stabili
ma lo sviluppo del reddito e dell’occupazione, la salvaguardia
dell’ambiente, della cultura, delle autonomie locali e dei servizi
sociali, e divenendo prestatrice di ultima istanza in tempi di
recessione. Non dimentichiamo che la Comunità nacque per debellare
le dittature e la povertà. Le due cose andavano insieme allora, e di
nuovo oggi.
Oggi abbiamo di fronte una grande questione ambientale
di dimensioni planetarie, che può travolgere tutti i popoli, e un
insieme di politiche tese a svalutare il lavoro, mentre una corretta
politica ambientale può essere fonte di nuova occupazione, di
redditi adeguati, di maggiore benessere e di riappropriazione dei
beni comuni. È il motivo per cui contesteremo duramente il mito
della crescita economica così come l’abbiamo fin qui conosciuta.
Esigeremo investimenti su ricerca, energie rinnovabili, formazione,
trasporti comuni, difesa del patrimonio culturale. Sappiamo che per
una riconversione così vasta avremo bisogno di più, non di meno
Europa.
Proprio come Tsipras dice riferendosi alla Grecia, in
Italia tutto questo significa rimettere in questione due
patti-capestro. Primo, il fiscal compact: il pareggio di bilancio che
esso prescrive è entrato proditoriamente nella nostra costituzione,
l’Europa non ce lo chiedeva, limitandosi a indicare sue
«preferenze». Secondo, il patto di complicità che lega il nostro
sistema politico cleptocratico alle domande dei mercati: chiediamo
una politica di contrasto contro le mafie, il riciclaggio, l’evasione
fiscale, la protezione e l’anonimato di capitali grigi, la
corruzione, in un’Europa dove non sia più consentito opporre il
segreto bancario alle indagini della magistratura. Significa infine
difendere la Costituzione nata dalla Resistenza, e non violarne i
principi base come suggerito dalla JP Morgan in un rapporto del 28
maggio 2013, cui i governanti italiani hanno assentito col loro
silenzio. Significa metter fine ai morti nel Mediterraneo: i migranti
non sono un peso ma il sale della crescita diversa che vogliamo.
Significa darsi una politica estera, non più al rimorchio di un
paese– gli Stati Uniti– che perde potenza ma non prepotenza. La
pax americana produce guerre, caos, stati di sorveglianza. È ora di
fondare una pax europea.
Le larghe intese, le rifiutiamo in Italia
e in Europa: sono fatte per conservare l’esistente. Per questo
diciamo no alla grande coalizione parlamentare che si prepara fra
socialisti e democristiani europei, presentandoci alle elezioni di
maggio con una piattaforma di sinistra alternativa e di rottura.
Nostro scopo: un Parlamento costituente, che si divida fra
immobilisti e innovatori. Siamo sicuri fin d’ora che gran parte dei
cittadini voglia proprio questo: non l’Unione mal ricucita, non la
fuga dall’Euro, ma un’altra Europa, rifatta alle radici. La
chiediamo subito: il tempo è scaduto e la casa di tutti noi è in
fiamme, anche se ognuno cercasse rifugio nella sua tana minuscola e
illusoria.
Questo è l’orizzonte. A
partire da qui avanziamo la proposta di dare vita in Italia a una
lista che alle prossime elezioni europee faccia valere i principi e i
programmi delineati.
Una lista promossa da movimenti e personalità
della società civile, autonoma dagli apparati partitici, che sia una
risposta radicale alla debolezza italiana. Una lista composta in
coerenza con il programma, che candidi persone, anche con
appartenenze partitiche, che non abbiano avuto incarichi elettivi e
responsabilità di rilievo nell’ultimo decennio.
Una lista che sostiene Tsipras ma non fa parte del Partito della Sinistra Europea che lo ha espresso come candidato. I nostri eletti siederanno nell’europarlamento nel gruppo con Tsipras (GUE-Sinistra Unitaria europea). Una lista che potrà essere sostenuta, come nel referendum acqua, dal più grande insieme di realtà organizzate e che non si manterrà con i rimborsi elettorali.
Una lista che sostiene Tsipras ma non fa parte del Partito della Sinistra Europea che lo ha espresso come candidato. I nostri eletti siederanno nell’europarlamento nel gruppo con Tsipras (GUE-Sinistra Unitaria europea). Una lista che potrà essere sostenuta, come nel referendum acqua, dal più grande insieme di realtà organizzate e che non si manterrà con i rimborsi elettorali.
Una lista che con Tsipras
candidato mobiliti cittadine e cittadini verso un’Altra
Europa.
* Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale. La foto in alto è di www.andreacanil.blogspot.it
Nota
* Andrea Camilleri, Paolo Flores d’Arcais, Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale. La foto in alto è di www.andreacanil.blogspot.it
Nota
La
lista per le elezioni europee a cui proponiamo di dar vita con questo
documento sarà una lista di cittadinanza assolutamente autonoma,
promossa da personalità della cultura, dell’arte e della scienza e
da esponenti di comitati, associazioni, movimenti e organismi della
società civile che ne condividono gli obiettivi e i contenuti, e che
non verrà “negoziata” con alcun partito. Questo sia per segnare
una netta discontinuità con il passato, sia per sottolineare la
novità di questa proposta: l’adesione a questa lista elettorale
non deve essere confusa con l’affiliazione ad alcuno dei partiti
esistenti o in fieri e non ha alcuna pretesa identitaria.
Questa lista avrà un comitato di garanti formato tra i firmatari dell’appello, che non si candideranno. Avrà un comitato promotore, con compiti operativi.
Su questa base le realtà organizzate – come i partiti, o loro strutture, le associazioni politiche o culturali, i centri sociali – che vorranno sostenere questo progetto sono le benvenute e possono contribuire al suo successo anche presentando proposte di candidatura di propri iscritti, purché rispondenti alle caratteristiche indicate nell’appello. E potranno sostenere la lista, la raccolta delle firme e le attività connesse alla campagna elettorale, costituendosi in uno o più comitati di sostegno dotati della più ampia autonomia, seguendo il modello già adottato nella campagna per i referendum contro la privatizzazione dell’acqua e dei sevizi pubblici locali, modalità che ha garantito il successo in quella iniziativa referendaria.
Primo gruppo di adesioni
Questa lista avrà un comitato di garanti formato tra i firmatari dell’appello, che non si candideranno. Avrà un comitato promotore, con compiti operativi.
Su questa base le realtà organizzate – come i partiti, o loro strutture, le associazioni politiche o culturali, i centri sociali – che vorranno sostenere questo progetto sono le benvenute e possono contribuire al suo successo anche presentando proposte di candidatura di propri iscritti, purché rispondenti alle caratteristiche indicate nell’appello. E potranno sostenere la lista, la raccolta delle firme e le attività connesse alla campagna elettorale, costituendosi in uno o più comitati di sostegno dotati della più ampia autonomia, seguendo il modello già adottato nella campagna per i referendum contro la privatizzazione dell’acqua e dei sevizi pubblici locali, modalità che ha garantito il successo in quella iniziativa referendaria.
Primo gruppo di adesioni
Mario Agostinelli,
Andreina Albano, Gaetano Azzariti, Giuliana Beltrame, Alberto Burgio,
Loris Campetti, Luca Casarini, Franco Chiarello, Giovanni Carrosio,
Furio Colombo, Gildo Claps, Emmanuele Curti, Giorgio Dal Fiume, Marco
D’Eramo, Tommaso Di Francesco, Monica Di Sisto, Andrea Di Stefano,
Gianni Ferrara, Carlo Freccero, Francesco Garibaldo, Domenico
Gattuso, Alfonso Gianni, Alessandro Gilioli, Paul Ginsborg, Fabio
Grossi, Leo Gullotta, Monica Lanfranco, Teresa Masciopinto,
Katia Mastantuono, Valerio Mastandrea, Antonio Mazzeo, Sandro Medici,
Tomaso Montanari, Roberto Musacchio, Maso Notarianni, Giovanni
Orlandini, Moni Ovadia, Giovanni Palombarini, Giorgio Parisi, Angela
Pascucci, Emanuele Patti, Fulvio Perini, Tonino Perna, Paolo
Pietrangeli, Nicoletta Pirotta, Felice Roberto Pizzuti, Gabriele
Polo, Gianni Rinaldini, Tiziano Rinaldini, Umberto Romagnoli,
Riccardo Rossi, Eddi Salzano, Antonia Sani, Andrea Segre, Patrizia
Sentinelli, Stefano Sylos Labini, Anna Simone, Massimo Torelli, Giolì
Vidigni.
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