Il 30 giugno prossimo ricorre l'anniversario della scomparsa
dell'architetto sorano, di fama mondiale, Antonio Valente. La moglie, signora
Maddalena Del Favero, da poco scomparsa, avrebbe sicuramente diramato una nota
per ricordarne i meriti. Mi é sembrato doveroso, come ogni anno, proporre questa
memoria
di Gianni Fabrizio *
In questi giorni, come ogni anno, avrei
ricevuto una sua telefonata. “Fabrizio, sono Maddalena”, mi avrebbe detto. “Il
30 giugno ricorre l’anniversario della morte
dell’architetto. Non se lo dimentichi. Io gli farò celebrare delle messe,
a Roma ed al Circeo. Lei lo ricordi ai sorani, attraverso la stampa, le radio e
le tv”. Quella telefonata non arriverà più. Ma quando anche lei, Maddalena Del
Favero , moglie dell’architetto sorano, Antonio Valente, lo ha raggiunto per
sempre, lassù, mi sono ripromesso che
avrei continuato a parlare della figura poliedrica del grande uomo di cultura,
che è stato Antonio Valente. Ma, ho pure aggiunto, che è doveroso, continuare a mettere in
evidenza il ruolo avuto dalla signora
Maddalena, al fianco del marito, durante la loro vita in comune ed anche dopo quel 30 giugno 1975. Esattamente 37 anni fa.
Per questa occasione ho voluto riprendere
un articolo apparso nell’aprile del 2005, su “Il Ponte”, numero unico a cura dell’Officina della Cultura , la benemerita
Associazione di Carnello. Ecco perché li
accomuno, Antonio Valente e Maddalena Del Favero, in un’unica memoria. Il pomeriggio
di sabato 30 giugno, don Mario Zeverini a Canneto li ricorderà nella celebrazione dell’’Eucarestia.
“E' di nuovo verde ed accogliente il “Parco
Antonio Valente”. Gli alberi possenti
profumano di primavera e offrono un'ombra larga e chiazzata nei tanti angoli
piacevoli. I bambini vi corrono e giocano. I giovani passeggiano lungo i
vialetti. Molti anziani seduti sulle panchine o sui gradini del "mini
anfiteatro", discutono o leggono. Incontrarsi qui, e qui darsi
appuntamento è ormai tradizione.
L'hanno scoperto ed elevato a luogo privilegiato, dove vedersi e socializzare,
dove respirare, pensare e meditare, tutti quei sorani che desiderano godere di
una breve pausa, serena e tranquilla. Sono sicuro che ad Antonio Valente
sarebbe piaciuto "conoscere" e "vivere" il "Suo"
parco, nel cuore della sua Sora.
Mi piace immaginarlo incantato nel perdersi ad ammirare, dal Parco, la collina
di S. Casto, quindi attraversare il Liri dal ponte di Ferro, ed incamminarsi
verso la scalinata che porta in cima alla chiesetta della Madonna delle Grazie.
Da quel terrazzo, unico e suggestivo, avrebbe potuto ammirare la sua città
natale, piena di vita, frenetica, distesa intorno all'anello argentato del
fiume. L'avrebbe riconosciuta? Nella sua essenza, credo di sì. Ma lui, architetto
ed urbanista di fama internazionale l'avrebbe ridisegnata e voluta così? Non so
e non posso rispondere. Un dato però è
certo: questa Città, Antonio Valente l'ha sempre amata.
Ce lo conferma, con la
sua spiccata umanità, la signora Maddalena Del Favero Valente. E' lei che con
intelligenza, generosità, determinazione e devozione si prodiga incessantemente
nel divulgare e diffondere i meriti artistici e la genialità dell'azione
artistica del marito, nei poliedrici campi in cui questi ha saputo spaziare. E'
questo lo scopo della sua vita. Il 30 giugno ricorre l’ anniversario della
scomparsa di Antonio Valente. Abbiamo incontrato la signora Maddalena Valente. Ed
eccola qui, con noi, la signora Maddalena. Ricorda con emozione e gratitudine
la cerimonia di inaugurazione di intitolazione di questo splendido parco al
marito. "Sono grata a tutti coloro che hanno voluto dare il nome di mio
marito a questo Parco e all'Istituto Statale d'Arte. So che è stata la volontà
della Città intera. Antonio Valente prediligeva gli spazi verdi, la natura,
rispettandone le caratteristiche.
Amava le voci antiche di Sora e si sentiva
intimamente sorano, dice convinta. Adesso, continua la signora Maddalena, mi sta a cuore
diffondere la conoscenza delle opere di Valente. Devo dire che ho trovato a
Sora degli amministratori e dei cittadini sempre disponibili. Per questo mi
sorregge il convincimento che lo scopo morale della mia vita, dopo la morte di
Antonio Valente il 30 giugno del '75 , è ricordarne il suo enorme genio. Consegno
questo impegno a Sora che considero anche come la mia Città. Sono infatti trent'anni che si è spento con
lui un innovatore di tutte le arti,
legate strettamente a quella maestra che è l’ 'architettura".
Valente seppe portare a nuova vita e fulgore anche al di là del campo del
teatro, del cinema, del balletto dell'illuminotecnica, nella scuola del Centro
Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove pure insegnò scenotecnica e
scenografia. Ovunque Antonio Valente abbia trascorso parte della propria vita,
l'architetto ha sempre lasciato testimonianza delle sue capacità creative che
le generazioni presentì e quelle future non possono ignorare. Valente ha
promosso e realizzato importanti aspetti per il miglioramento dell'arte
teatrale e cinematografica. C'è un grande interesse per Valente.
Attestano la
validità dell'opera di mio marito le 15 tesi di laurea realizzate e le
citazioni precise sulle più autorevoli enciclopedie. Non posso tuttavia
limitarmi a questi aspetti. La sua genialità ha spaziato verso realizzazioni
religiose, civili ed industriali in Italia e all'estero. Solo a S. Felice
Circeo ci sono 130 ville e diversi complessi alberghieri. E poi sono ancora
tanti i settori di intervento che hanno interessato Antonio Valente". Si
commuove la signora Maddalena, ripercorrendo il lungo viaggio artistico e
culturale percorso dal marito. Si carpisce in lei l'ansia e la volontà di
mettere in rilievo le qualità certamente uniche possedute dal “sorano” Antonio
Valente e da lui realizzate”.
* Le Foto dell'Inaugurazione della mostra al museo civico dedicata a Valente, nel febbraio 2011, sono state gentilmente offerte da Antonio Mantova. Fu l'ultima visita della Signora Valente a Sora. Altre foto da: www.docstoc.com www.archiwatch.wordpress.com
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