All'Auditorium "V. De Sica" in Piazza Mayer Ross a Sora dal 24 al 31 maggio.
L'inaugurazione sabato scorso, con l'orario di apertura pomeridiano dalle 17 alle 20.
Tre artisti insieme per una bella mostra. Fabio Landolfi, nella prima foto, che torna dopo 40 anni con i 4 Segni esposti perché "il primo rapporto" dice ai suoi studenti ("ma loro lo sanno già") che sono venuti all'inaugurazione a trovarlo; "con l'immagine nell'uomo primitivo e nel bambino avviene attraverso il segno". La comunicazione ha questa esigenza primaria. Si esprime così nel modo più istintivo ed immediato. Il suo segno: "Il MIO segno è una miscela di improvvisazione ed esperienza, di casualità e metodo, di istinto e calcolo". I suoi quadri sono da toccare, invita a toccarli, "perché scavare la superficie è in pratica fermare questo segno, bloccarlo, renderlo indelebile. Il colore colato è casualità. La resina trasparente blocca tutto ma lascia vedere i passaggi". Maria Angela Pallisco progetta abiti (terza foto). La sua sezione CoprireScoprire è un work in progress, "è un progetto per chi vuole avventurarsi, contaminarsi con l'arte e progettare il suo abito attraverso la mediazione sacrale dell'artista". Quando per Pallisco un abito "non è più solo abbigliamento temporaneo, modaiolo, frivolo, ma identificativo della nostra personalità, della nostra storia, della nostra esistenza". Stefania Scala, nella foto è con il Maestro Mancini, è nata a Isola del Liri e frequenta l'Accademia di Belle Arti alcune sue opere sono presenti in musei e gallerie. La sua mostra a Sora mentre sta partecipando a Milano alla mostra "Food Culture & Slow Art" dal 16 maggio al 2 giugno. Poi sarà a Roma con "Mafia Capitale", 11 giugno e "Piazza Navona", 9 luglio e ancora in Ciociaria a Frosinone con "Menti mi attraversano". Alla Villa Comunale, 10 luglio. L'artista, che partecipa a mostre d'arte contemporanea con Pittura, Installazione e Arte Digitale, si pone oltre la realtà superando e analizzando le contraddizioni che palesemente si manifestano nel vivere sconcertante del genere umano. Nelle sue opere ci sono anche le parole; natura e poesia fluttuano nell'impermanente realtà.
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