30.3.18

Roberto Bignoli, musica rock, religione e "figli dei fiori"

OMAGGIO AL CANTAUTORE ROBERTO BIGNOLI

di Gabriele Mattacola.

Il cantautore Roberto Bignoli, scomparso a Rho il 13.3.2018 all'età di 61 anni ( era nato a Novara il 19.12.1956 ), lo ricorderemo per
aver fuso insieme musica rock e religione. Affetto da poliomelite sin da quando aveva un anno, diciottenne sperimentò la vita libertaria
e vagabonda dei "figli dei fiori", la droga e il vivere d'espedienti motivo per cui, nel 1976, venne arrestato. Dopo essersi trasferito a
Varese, iniziò a dedicarsi alla musica frequentando ambienti legati ai collettivi anarchici e l'Autonomia Operaia dalla quale se ne
distaccò ben presto. A seguito di un viaggio a Medjugorie, maturò la sua conversione religiosa e nel 1987 incise il suo primo album a
carattere religioso "Canzone per Maria" nel cui brano dal titolo omonimo il cantautore piemontese descrive, allo stesso tempo, sia il 
sorriso che il dolore della madre di Gesù Cristo. Alla figura della Madonna è ispirato anche il pezzo successivo "Ballata per Maria",
contenuto nell'album "Una voce per la speranza" in cui Maria viene vista come "Una stella che illumina il mondo, Regina di pace ed 
amore che ci invita a pregare con il cuore". Tra il 1990 ed il '91 Bignoli ha registrato il concerto-testimonianza "Una storia da raccontare"
ed ha pubblicato il libro "In concerto sotto la croce". Il 16.10.2005 venne invitato dalla televisione polacca TVP ad un Gran Galà 
concerto in memoria di San Giovanni Paolo II che si tenne nella piazza del Castello di Varsavia in presenza di 30.000 persone. Tra le
altre canzoni incise dal cantautore piemontese ricordiamo: "Blues cielo blu", canzone di genere gospel-religioso, "Ho bisogno di te", 
canzone-confessione in cui si rivolge a Dio esprimendo i suoi bisogni, "Concerto a Sarajevo", brano in cui Bignoli condanna le varie
guerre che si sono succedute durante gli anni del XX secolo ed infine "Là c'è un posto", primo esperimento di musica rock-religiosa nel 
cui stile riprende Fabrizio De Andrè. 

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