L’evento si colloca in un più ampio progetto, promosso dall’Istituto Luigi Sturzo di Roma, dal titolo “No more wars”. L’iniziativa, finanziata nell’ambito del P.O.R. FSE della Regione Lazio, intende favorire la conoscenza e sensibilizzare i residenti, in particolare giovani, e chi visita il territorio sulla guerra come un tema di assoluta attualità. L’installazione, in un’epoca di gamification, reinterpreta il senso della guerra mutuando il linguaggio dei videogames, dei fumetti, delle saghe di supereroi dove il concetto della violenza è posto spesso in secondo piano rispetto al suo aspetto ludico. Per questo motivo l’installazione, a cura di Kaos Produzioni con il supporto tecnico di Labfor e R-Store, propone un titolo tanto semplice quanto chiaro: La guerra non è un gioco.
Il visitatore entrerà in un parallelepipedo nero: sul fondo, l’immagine retroproiettata di una scena di fiera di paese dove oscillano quattro palloncini colorati, su ognuno dei quali è disegnato un viso umano. Il visitatore avrà a disposizione un fucile munito di sensore, potrà ignorarlo e passare oltre oppure utilizzarlo decidendo di far scoppiare i palloncini modificando l’assetto iniziale. Una scelta del visitatore che si fa parte integrante dell’installazione generando al quarto palloncino scoppiato un contesto di rumori, effetti, luci che riproducono lo spaesamento della guerra.
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