19.1.23

E MENO MALE COME SI DICE? “A SANT'ANTONE ALLONGA N'ORA”, IL 17 GENNAIO E' ANCHE LA GIORNATA NAZIONALE DEL DIALETTO E DELLE LINGUE LOCALI DELL'UNPLI

Benedizione degli animali nel 2018

OGGI, 17 GENNAIO, FESTA DEL SANTO ALCUNI RICORDI DI SORA (FR) 

C'era la tradizione per i giovani appena usciti dalla scuola di salire dal Vicolo Terribile e di andare a suonare subito appena arrivati la campanella che Sant'Antonio ha appeso al bastone. Come racconta Antonio Cinti, poeta sorano.

Santino Bilancetti ricorda la Festa di Sant'Antonio Abate che ogni 17 gennaio si ricorda nella città di Sora. "Ricordi. Posto dove mia Nonna Teresina aveva il suo banco d sciusc molti che si dilettano sui Social, non hanno vissuto quel periodo Sorano". Rita: "I primi sciusc del nuovo anno si compravano oggi. Quanti ricordi mia nonna mi portava tutti gli anni". Anna Rita: "Buongiorno Santino mia madre aveva un detto per oggi “santanton te la barba bianca e continuava ma non lo ricordo". Santino Bilancetti: "Rita io dovevo portarli a mia Nonna prima di andare a scuola". Claudio Dell'Unto: "Si aspettava il 17 gennaio per andare a S. Andon' e passare un po' di ore con amici e mangiare i susc'! Bei tempi". Diana: "Sant' Anton allonga n'ora detto sorano, oggi farà buio un'ora dopo".

Anche Errico Di Prizito fa rivivere i tempi andati: "Santantòne, na uòta! Ogni 17 gennaio, toccava a lui far ripartire le feste del nuovo anno, si sapeva che in seguito con san Domenico, san Giuliano e san Ciro un nuovo anno ci attendeva. Erano anni di ripresa dopo periodi di guerra e carestia, ma a noi bastava risentire i tocchi della campana di questa piccola chiesetta, arroccata sopra il nostro monte, per darci la carica e la speranza che tutto sarebbe passato e nuova vita più florida ci sarebbe stata. Già dalle prime ore del mattino, decine e decine di persone salivano verso questa meta, ricordo famiglie intere che avrebbero trascorso la giornata assieme, accampandosi tra le rocce anche per ripararsi dal vento gelido. Con loro portavano ogni ben di Dio, pizze rustiche, galascioni, crespelle, crocchè, fagioli con cotiche, peperoni, carne di pecora tra cui c'era immancabilmente la treccia ed il rognone da fare alla brace. Ogni gruppo, dopo aver occupato uno spazio comodo per sostare, iniziava ad accendere un fuoco. Ricordo che non ho mai visto tanto vino trasportato a spalla come questa escursione richiedeva. Dopo aver fatto visita alla cappella, iniziavano a cucinare, mentre noi ragazzi correvamo alle bancarelle che sostavano davanti la chiesetta, per acquistare i ciusce, ogni famiglia aveva la sua postazione ma non era difficile che anche altri, amici o parenti si aggregassero alla comitiva. Alcuni portavano chirarre o fisarmoniche ed allietavano la giornata, anche se il freddo della giornata era pungente, non lo si avvertita poiché tra i fumi dell'arrosto e quelli dell'alcool si superava tutto. Solo alle prime ombre della notte, si (restringevano i mantili) e passando davanti alla chiesetta, dopo il segno della croce, si iniziava la discesa tra canti e schiamazzi. Tempi andati che mai più ritorneranno. VIVA SANTANTONE assettàte aie seggelòne".

Per la Sezione del Cai Sora invece: "Non è “Sant’Antóne” senza la Cena degli Scarponi!" 

Una tradizione lunga 93 anni che resiste al tempo, alle crisi ed ai tentativi di spostamento della data. Un appuntamento fisso che nel corso degli anni ha rappresentato il luogo ideale dello scambio generazionale che sta per consentire alla nostra Sezione di raggiungere il traguardo del secolo di vita. Ieri sera, nonostante la pioggia battente, oltre 60 soci si sono riuniti per vivere questo momento di convivialità all’insegna dei valori fondanti il nostro Sodalizio: solidarietà, senso di appartenenza e passione per la montagna nel ripudio di ogni egoismo o personalismo. Durante la serata è stato proiettato il video delle attività 2022 e presentato il programma del primo trimestre 2023. Il presidente Giorgio Lucarelli ed il Consiglio direttivo ringraziano tutti i partecipanti!"

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