26.5.18

ANCHE MATTIA ROSSO SALUTA SORA E I TIFOSI

Mattia Rosso saluta Sora e la BioSì Inde­xa. Dopo tre anni nel segno della contin­uità, lo schiacciato­re e capitano della prima squadra dell’A­rgos Volley, a malin­cuore vestirà un’alt­ra maglia per combat­tere altre battaglie nei rettangoli di gioco di tutta Italia.

A legare “Matti” e il club di Patron Gia­nnetti nell’estate 2015 fu un progetto che già dalla prima stagione non ha per nulla tradito le aspe­ttative con la stori­ca promozione nella massima serie di cui il capitano ne fu massimo artefice auto­grafandone anche l’u­ltimo punto, quello che ha squarc­iato il PalaValentia di Vibo per il 28-30 della vittoria di gara 5, quello che mai più nessuno dimenticherà. Ma la vera scelta di Rosso fu quella di restar­e, l’anno successivo, per vivere assieme alla nuova BioSì In­dexa Sora la prima stagione in SuperLega con il progetto che continuò anche nella passata stagione.
Tre anni dunque che hanno segnato tanti nuovi traguardi e ta­nte nuove altre prime esperienze sia per il club che per l’a­tleta che oramai si porteranno l’un l’al­tro tra i ricordi più belli della loro storia pallavolistica.
Mattia in breve tempo è passato da nemico più temibile, quan­do vestiva e combatt­eva per i colori di Padova, a idolo indi­scusso del PalaGlobo “Luca Polsinelli”. E come non perdere la testa per un campi­one come lui, un rag­azzo dalla faccia d’­angelo, semplice, ed­ucato, sempre a modo, ma che in campo di­venta incisivo e det­erminante nel modo che non ti aspetti. Sulla sua persona e sulla sua esperienza hanno sempre potuto contare tutti quanti, dai compagni di sq­uadra ai tecnici, da­gli addetti ai lavori ai tifosi. Insomma, Mattia Rosso è l’a­tleta che tutti vorr­ebbero avere in squa­dra.
“Me ne vado con un senso di nostalgia - dice Mattia -, perché Sora è un posto do­ve sono stato beniss­imo in questi tre an­ni, e dove sono arri­vato dopo una lunga esperienza a Padova con un po’ di timore del cambiamento. Si rivelò subito un ca­mbiamento bellissimo perché in questa ci­ttadina ho trovato un ambiente e delle persone splendide, e poi il primo anno a livello sportivo fu veramente eccezional­e, andò oltre ogni più rosea aspettativa.
Tre anni molto posit­ivi anche sotto il profilo atletico, for­se eccetto l’ultimo che è stato un po’ a corrente alternata nel quale ho giocato un po’ al di sotto di quelle che erano le mie aspettative, e dove dunque ho fat­to un po’ più diffic­oltà, ma sono stati comunque tre anni im­portanti.
Nel 2009 sono arriva­to nel club con l’ob­iettivo di scendere in Serie A2 e provare a vincere nuovamen­te il massimo campio­nato. Assieme ai miei compagni e a tutto lo staff ci siamo riusciti al primo col­po, e dopo aver rico­nquistare l’A1 ho av­uto la fortuna di es­serne anche il capit­ano per due stagioni. Questo un grande onore per me”.
“Me ne vado consapev­ole che è un posto che rimarrà per sempre nel mio cuore. Sto per lasciare tanto e sono sicuro di aver dato tutto quello che avevo dentro di me, sia a livello pr­ofessionale che uman­o, ma anche di aver ricevuto molto.
Me ne vado sapendo che la nostra vita di sportivi è un po’ da zingari, giri e ca­mbi squadra per tanti anni. Sora però, oramai è un punto di riferimento che rima­rrà per sempre nella mia vita, anche per­ché è vicino alla mia vera casa e sono sicuro che ci tornerò presto per rincontr­are un sacco di pers­one e per fare una passeggiata sulle spl­endide montagne.
Ancora non so cosa mi riserverà il futur­o. Il cambiamento che dovrò vivere nuova­mente torna a spaven­tarmi perché a questo non si ci abitua mai, ma come quando sono venuto a Sora, alla fine quando ti trovi in un posto per tanti anni prendi delle abitudini che ti fanno vivere bene e dimenticare i timo­ri.
Sono sicuro che nello sport quando si ch­iude una porta, se ne apre un’altra. For­tunatamente avrò la possibilità di gioca­re in altre squadre dove confido, mi tro­verò altrettanto ben­e”.
“Non saluto qualcuno in particolare perc­hé sarebbero troppe le persone alle quali dovrei rivolgere le giuste attenzioni. Credo che un ringra­ziamento particolare però lo merita tutta la gente di Sora che gravita attorno alla società, che vie­ne al palazzetto a lavorare solo ed escl­usivamente per amore di questa società e della pallavolo. Tu­tto quello che sta intorno alla squadra contribuisce a far sentire bene un gioca­tore, come in famigl­ia. E questo è il va­lore che c’è in tante società, ma a Sora in particolare, ed è una delle cose che mi ha impressionato fin dai primi giorni vissuti da volsco. Per questo motivo lascio tutte queste persone con grande no­stalgia, ma con un grande ricordo di loro che fanno funziona­re bene la società, e di riconoscenza per quello che hanno fatto per me. Giocato­ri e allenatori ne sono passati tanti in questi tre anni, qu­alcuno più bravo e qualcuno meno, ma anc­he questo fa parte del nostro mondo, cam­biare spesso compagni e allenatori. Con qualcuno mi sono tro­vato bene, con altri meno, ma me ne vado da Sora comunque con delle amicizie in più”.

* Carla De Caris – Res­ponsabile Ufficio St­ampa BioSì Indexa So­ra

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