Quinta edizione dell’ “Oasi dei Sapori Volley Cup”, la manifestazione che negli ultimi due anni non è più solamente la fase finale dell’omonimo torneo interscolastico ma anche Tappa di Minivolley e Torneo delle Diocesi Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo.
Domenica 20 maggio dunque arriva la festa di fine stagione anche per tutte le attività dell’Argos Volley diverse da quelle della SuperLega: a partire dalle ore 9:00 il PalaGlobo “Luca Polsinelli” sarà inondato e colorato dall’allegria e la spensieratezza di centinaia di bambini e ragazzi che, divisi solo da una rete e accanto ai loro beniamini della Serie A, potranno mettere in pratica tutto quello che hanno imparato in questo periodo di attività non solo sportiva ma anche formativa.
La kermesse conosciuta come #CuoreFedePassione, racchiuderà di fatto una serie di eventi, ma tutti questi sono mossi dagli stessi valori, quelli che Monsignor Gerardo Antonazzo – vescovo della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, ospite d’onore della manifestazione a partire dalle ore 15:30, ci tiene a spiegare e a sottolineare, rafforzandoli con la sua presenza.
“Tutti ci teniamo ad essere presenti a questa splendida giornata di festa per i bambini e non solo, me compreso, per due motivi fondamentali e importantissimi racchiusi proprio nel nome di questo grande progetto, #CuoreFedePassione.
La Fede, il Cuore e la Passione, prendono tutta la vita di ogni persona, in particolare dei giovani. Forse la passione e il cuore un po’ di più ma la sfida è proprio questa, riuscire a far avvicinare allo stesso livello anche la fede, ed è per questo motivo che la Chiesa si interessa delle persone attraverso lo sport.
Va bene il cuore e i giovani ce lo mettono in tutti i modi; va bene la passione nel senso della partecipazione viva, attenta, dinamica e coinvolgente; però se c’è anche la fede la persona scopre una completezza nella propria vita che non può che portare benessere. Un cuore non aperto alla fede funziona un po’ a metà, va un po’ per conto suo rischiando di rinchiudersi anche in forme di isolamento e di egoismo, mentre la fede spalanca il cuore, ha degli orizzonti più ampi e più completi e dunque lo aiuta ad aspirare ininterrottamente ai grandi ideali della vita, sia essi fisici, morali, sociali che spirituali. Il cuore e la passione, se incontrano anche l’annuncio e l’esperienza della fede, aiutano la persona a formarsi a 360°.
La Fede, il Cuore e la Passione, prendono tutta la vita di ogni persona, in particolare dei giovani. Forse la passione e il cuore un po’ di più ma la sfida è proprio questa, riuscire a far avvicinare allo stesso livello anche la fede, ed è per questo motivo che la Chiesa si interessa delle persone attraverso lo sport.
Va bene il cuore e i giovani ce lo mettono in tutti i modi; va bene la passione nel senso della partecipazione viva, attenta, dinamica e coinvolgente; però se c’è anche la fede la persona scopre una completezza nella propria vita che non può che portare benessere. Un cuore non aperto alla fede funziona un po’ a metà, va un po’ per conto suo rischiando di rinchiudersi anche in forme di isolamento e di egoismo, mentre la fede spalanca il cuore, ha degli orizzonti più ampi e più completi e dunque lo aiuta ad aspirare ininterrottamente ai grandi ideali della vita, sia essi fisici, morali, sociali che spirituali. Il cuore e la passione, se incontrano anche l’annuncio e l’esperienza della fede, aiutano la persona a formarsi a 360°.
L’altro motivo per il quale quest’anno la festa conclusiva ci sta particolarmente a cuore, è perché subito dopo seguirà un convegno diocesano, un impegno della Chiesa locale che muove i passi emulando quello che il Papa farà a livello mondiale con il prossimo sinodo nel mese di ottobre, dedicato proprio ai giovani. Noi dedicheremo tre sere del mese di giugno al rapporto tra famiglia e giovani, analizzeremo come rafforzare e potenziare un rapporto educativo a livello di relazioni familiari.
Ma oltre alle relazioni familiari ci sono altri ambienti che i giovani frequentano e dove dovrebbero vivere un’esperienza educativa, tra questi lo sport. Se lo sport è un ambiente educativo che forma la persona, la Chiesa non può che essere presente proprio perché interessata alla formazione della persona.
È inutile aspettare i giovani dove in questa fase storica non vanno, dunque per non abbandonarli, è importante andare lì dove sono presenti e inserirci nel loro mondo, nel loro ambiente, nei loro interessi, per questo bisogna rientrare il più possibile nel mondo della scuola e nel mondo dello sport. Se riusciamo a incrociare i loro interessi con la nostra presenza, questo non farà altro che portare beneficio a entrambi”.
“Purtroppo – continua il vescovo -, il progetto che ambiziosamente e professionalmente l’Argos Volley porta avanti assieme alla diocesi, si scontra con i forti ritardi che la Chiesa riporta nei confronti del mondo dei giovani, ma noi ci crediamo moltissimo e non ci stancheremo mai di incoraggiare le singole realtà e le singole comunità a dare valore a questa alleanza. E quello che ci fa ben sperare è che questo stesso ritardo non viene assolutamente riscontrato nel coniugare l’interesse delle singole comunità della diocesi con questa opportunità che l’Argos Volley e tutto il suo movimento, offre.
Sicuramente dobbiamo fare molto di più per far crescere questo interesse, ma l’ottima scelta di sposare l’Argos Volley è stata strategica in quanto abbiamo trovato una porta già sfondata, e per questo, per tutte le opportunità che ci dà, ringraziamo la società e tutte le persone che lavorano alacremente al progetto. Adesso spetta a noi come comunità cristiana cogliere questa alleanza per dire che attraverso lo sport abbiamo molto da insegnare ai ragazzi, anche come esperienza della fede.
Ai bambini e ragazzi che parteciperanno, e a tutti gli adulti che faranno si che la festa riesca nel migliore dei modi, voglio dire che attraverso lo sport impariamo due cose fondamentali, che la vita è tutta una sfida da affrontare, niente è semplice e ci vuole quella forma di allenamento non solo fisico ma anche temperamentale e caratteriale. Un allenamento che educa alla vita, richiede sempre impegno, coraggio e perseveranza: questa è la grande sfida da affrontare.
La seconda cosa è che quando affrontiamo con serenità e con serietà ogni genere di sfida, da quella dello sport a quella della vita, non si è mai sconfitti. Si può anche trovare qualche difficoltà durante il cammino, perdere qualche battaglia, ma non la guerra. Ci sono delle difficoltà che possono in qualche maniera scoraggiare, ma bisogna sempre rialzarsi. La sfida va affrontata con tutto l’impegno possibile, credendo che non si è mai sconfitti e che c’è sempre l’opportunità di continuare a gareggiare, ovviamente con tutte le responsabilità della vita che dobbiamo assumerci”.
È inutile aspettare i giovani dove in questa fase storica non vanno, dunque per non abbandonarli, è importante andare lì dove sono presenti e inserirci nel loro mondo, nel loro ambiente, nei loro interessi, per questo bisogna rientrare il più possibile nel mondo della scuola e nel mondo dello sport. Se riusciamo a incrociare i loro interessi con la nostra presenza, questo non farà altro che portare beneficio a entrambi”.
“Purtroppo – continua il vescovo -, il progetto che ambiziosamente e professionalmente l’Argos Volley porta avanti assieme alla diocesi, si scontra con i forti ritardi che la Chiesa riporta nei confronti del mondo dei giovani, ma noi ci crediamo moltissimo e non ci stancheremo mai di incoraggiare le singole realtà e le singole comunità a dare valore a questa alleanza. E quello che ci fa ben sperare è che questo stesso ritardo non viene assolutamente riscontrato nel coniugare l’interesse delle singole comunità della diocesi con questa opportunità che l’Argos Volley e tutto il suo movimento, offre.
Sicuramente dobbiamo fare molto di più per far crescere questo interesse, ma l’ottima scelta di sposare l’Argos Volley è stata strategica in quanto abbiamo trovato una porta già sfondata, e per questo, per tutte le opportunità che ci dà, ringraziamo la società e tutte le persone che lavorano alacremente al progetto. Adesso spetta a noi come comunità cristiana cogliere questa alleanza per dire che attraverso lo sport abbiamo molto da insegnare ai ragazzi, anche come esperienza della fede.
Ai bambini e ragazzi che parteciperanno, e a tutti gli adulti che faranno si che la festa riesca nel migliore dei modi, voglio dire che attraverso lo sport impariamo due cose fondamentali, che la vita è tutta una sfida da affrontare, niente è semplice e ci vuole quella forma di allenamento non solo fisico ma anche temperamentale e caratteriale. Un allenamento che educa alla vita, richiede sempre impegno, coraggio e perseveranza: questa è la grande sfida da affrontare.
La seconda cosa è che quando affrontiamo con serenità e con serietà ogni genere di sfida, da quella dello sport a quella della vita, non si è mai sconfitti. Si può anche trovare qualche difficoltà durante il cammino, perdere qualche battaglia, ma non la guerra. Ci sono delle difficoltà che possono in qualche maniera scoraggiare, ma bisogna sempre rialzarsi. La sfida va affrontata con tutto l’impegno possibile, credendo che non si è mai sconfitti e che c’è sempre l’opportunità di continuare a gareggiare, ovviamente con tutte le responsabilità della vita che dobbiamo assumerci”.
** Carla De Caris – Responsabile Ufficio Stampa Biosì Indexa Sora.
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