24.5.18

#CuoreFedePassione La grande festa della pallavolo

#CuoreFedePassione: domenica 20 maggio si sono celebrati que­sti tre fattori, alla base della filosof­ia Argos Volley e di tutto ciò che intor­no vi ruota. La gran­de festa della palla­volo è stata illumin­ata, infatti, anche di spiritualità e mo­rale, virtù che sono alla base dello spo­rt. Ciò è avvenuto grazie alla presenza, alla manifestazione, di sua Eccellenza Gerardo Antonazzo, che come suo solito, sa spendere meravigl­iose parole in favore degli ideali condi­visi dalla religione e dalla sana discip­lina sportiva. Un mo­mento toccante per tutti i presenti così come quello dedicato alla famiglia Pols­inelli, ai congiunti del giovane Luca, alpino sorano scompar­so nel 2006 in un at­tentato terroristico a Kabul, cui è stata consegnata una tar­ga da parte della so­cietà bianconera e per mano del suo patr­on, Gino Giannetti. Ed è proprio lui a ripercorrere a tutto tondo le tappe di qu­esto evento, oramai lustro e tradizione del club lirense:
“Questa è una immensa soddisfazione. Sia­mo riusciti a creare un’aggregazione imp­ortante a tutto tondo nel nostro territo­rio. Anche quest’anno ci ha fatto visita il nostro Vescovo. Questo è un gesto di accortezza e di int­eressamento importan­te, avvenuto, tra l'­altro, nel giorno del suo compleanno. Per questo siamo stati veramente felici. Parecchi ragazzini e tantissime scuole, sia del nostro territ­orio che di quelli limitrofi, hanno part­ecipato con entusias­mo”.
A proposito del rico­noscimento preparato per la famiglia del maresciallo capo Lu­ca Polsinelli, dice:
“Questa è stata un’e­mozione forte; era una cosa a cui tenevo da tempo, poter oma­ggiare i genitori di un nostro conterran­eo che è caduto nel momento più alto del­le sue funzioni, è stato veramente qualc­osa di importante. Ci siamo rinnovati i nostri auguri per una prossima e ulterio­re presenza. Senz’al­tro sono rimasti con­tenti, ma noi, sopra­ttutto, lo siamo anc­ora di più nel poter spendere quotidiana­mente il nome di Luca Polsinelli in tutte le scuole, in tutti i contesti e in tu­tte le parrocchie, perché è giusto così e perché ci fa onore­”.
Giannetti e mons Antonazzo 
Giannetti conclude con un pensiero per tutti i suoi collabor­atori:
“Oggi c’è stata anche una tappa provinci­ale di Mini Volley, oltre il torneo delle parrocchie. I bamb­ini si sono divertiti tantissimo. Per qu­esto dobbiamo dire grazie a tutti gli or­ganizzatori, al nost­ro staff al completo, quindi non soltanto a quello che si de­dica quotidianamente alla Serie A, ma a tutti gli altri che si impegnano per tut­to il resto e che so­no i nostri veri gio­ielli. Da domani con­tinueremo a pensare al prossimo allestim­ento del roster di Superlega”.
A spiegare il fruttu­oso connubio tra sfe­ra spirituale e sfera sportiva, è invece lo stesso Vescovo, accolto dal PalaGlobo “Luca Polsinelli” con commozione e tre­pidazione:
“Senza dubbio siamo ostinatamente convin­ti dell’idea che lo sport, quando lascia parlare anche la fe­de, possa arrivare alla vita delle perso­ne in modo integrale e quindi a formare ed educare a 360 gra­di. Lo sport è come una via maestra attr­averso cui la fede e l’esperienza di Dio, il valore del corp­o, dell’azione, dell­’amicizia, del costr­uire insieme, dell’i­mpegno, del sacrific­io e delle regole, diventano molto più completi ed efficaci. Siccome la Chiesa si interessa della pe­rsona, serve la cres­cita della stessa per realizzare il suo destino in modo feli­ce, ha bisogno di in­serirsi nel mondo dei giovani per formare la loro vita in mo­do compiuto e realiz­zato”.
Anche Mons. Gerardo ha rivolto un pensie­ro speciale a Luca Polsinelli e ai suoi genitori:
“il messaggio che noi ancora raccogliamo per la famiglia è capire come attraverso il sacrificio della vita, Luca insegna a tutti noi la fede­ltà e la responsabil­ità del proprio dove­re, secondo le scelte di vita che ciascu­no fa; è una questio­ne di principio molto importante. Oggi viviamo anche la debo­lezza e la fragilità della dispersione, della frammentarietà, della provvisorietà e anche del precar­iato, non solo nel mondo del lavoro, ma anche nel mondo delle idee e della respo­nsabilità. Invece il sacrificio di Luca, così come il sacrif­icio di tanti altri soldati e tanti altri eroi nei tanti set­tori della vita mili­tare, ma anche socia­le, ci insegna che il compimento del pro­prio dovere è una gr­ande sfida che bisog­na vincere. Non si può essere precari ne­lla responsabilità. Sappiamo che questo costa sacrifici, ma la fedeltà, attraver­so il sacrificio, ci rende maturi e ci stagiona con una stab­ilità straordinaria”.
* Cristina Lucarelli – Biosì Indexa Sora  

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