di Gabriele Mattacola
"L'albero degli zoccoli" è il film più significativo diretto dal regista bergamasco Ermanno Olmi, scomparso ad Asiago il 5 maggio all'età
di 86 anni. Il lungometraggio ha ricevuto la Palma d'Oro a Cannes, il Premio Cèsar come miglior film straniero e il David di Donatello
per il miglior film. Il film, della durata di 3 ore e 6 minuti, ha come protagonisti i contadini e gli abitanti della campagna di Bergamo.
Alcuni critici cinematografici, a proposito di iperboli ed affermazioni sospette, hanno citato Virgilio. Su La Stampa Lietta Tornabuoni
ha scritto: Il film segna la fine ufficiale del mondo contadino, la sua data di morte. Il soggetto Olmi lo scrisse nella seconda
metà degli anni Cinquanta ma, essendo la trama impegnativa, non si sentiva pronto a dirigerlo. L'opera cinematografica, per quanto
riguarda le musiche composte dal musicista Fernando Germani, omaggia Bach e Mozart.
L'azione si colloca tra il 1897 ed il '98. Il
L'azione si colloca tra il 1897 ed il '98. Il
viaggio di nozze a Milano fa irrompere la storia in un film senza storia. Un'irruzione fugace, iscritta in filigrana come
vista dagli occhi attoniti ed ignari dei due giovani sposi contadini. In "L'albero degli zoccoli" l'incanto lirico si ritrova nella
sequenza in cui il fonografo trasmette un pezzo lirico e nel suono notturno delle cornamuse. Alla fine del film il contadino Battisti
viene licenziato dal padrone in quanto colpevole di aver tagliato un pioppo che serviva a fare un paio di zoccoli al figlio Mènek per
andare a scuola. Battisti, prima di lasciare la cascina, deve riconsegnare le bestie al padrone
(1) Morando Morandini Ermanno Olmi Il Castoro Cinema 2009 Pag. 61
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