Una mostra da visitare in questo periodo a Isola del Liri |
di Gabriele Mattacola
Il poeta Gaetano Coletti, nato a San Donato Val di Comino nel 1905 e morto a Roma nel 1976, ha iniziato a scrivere poesie nel suo
dialetto dopo essersi congedato dal suo lavoro di Ispettore capo dell' I.N.A.I.L. Nel 1973 ha raccolto i suoi componimenti poetici nel
volumetto "Sante Denate miè. Versi in dialetto sandonatese". Nelle liriche composte da Gaetano Coletti è presente il suo amore
verso gli animali. In "Recorde de Brik", osservando un cane dal colore bianco e nero che gli si siede vicino, il poeta ripensa agli anni
in cui passeggiava in cima al castello del paese assieme al suo stesso cane che si chiamava Brik. In altri componimenti poetici,
l'autore ricorda gli anni in cui era bambino quando si recitava il rosario presso la casa della zia Marietta e la festa della Befana,
giorno in cui suo padre si recava ad Alvito ed Atina per acquistare la "calza" da dare ai figli dentro la quale vi erano: frutta secca, noci
e torroncini. Erano anni di povertà, motivo per cui i genitori non potevano permettersi di comprare ai propri figli i giocattoli tanto
desiderati come il cavalluccio, i soldatini e le bamboline che i piccoli potevano guardare soltanto attraverso le figurine. Drammatica è
la lirica in vernacolo "La morte de Carmela" in cui il poeta ricorda una giovane coetanea morta prematuramente di tisi. Gaetano
Coletti accenna, in altre liriche, agli artigiani che lavoravano in paese quali il manovale ed il fabbro, alle stagioni dell'anno ed alla
festa patronale che si tiene, ogni anno, il 7 agosto. Nei componimenti poetici "Minigonne e sargiotte" e "Feculiare rammuorte!"
l'autore ricorda gli anni in cui le donne, in paese, indossavano il costume tipico del luogo e si mangiava la minestra fatta in casa
confrontandoli con quegli degli anni Sessanta in cui le ragazze indossano la minigonna e il cibo salubre è stato sostituito dai surgelati
e le scatolette Brodo star e sottilette. Nell'ultima lirica della raccolta, "Leggenne le poesie de Riccarde Gulia", il poeta fa un confronto
tra le sue liriche e quelle in vernacolo sorano composte da Riccardo Gulia, suo coetaneo. L'anno prima di morire, il 20 maggio 1975,
Gaetano Coletti ha pubblicato sul quotidiano "Il Gazzettino del Lazio" l'articolo "Un vescovo, un prete e un gentiluomo" dedicato a don
Agostino Massa, sacerdote sandonatese vissuto nella seconda metà dell'800.
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