presieduta dal vescovo di Sora, mons. Gerardo Antonazzo.
L'incontro é rivolto soprattutto ai docenti, per i quali il Miur ha concesso l'esonero, agli alunni delle ultime classi delle Scuole Superiori, agli operatori pastorali, agli educatori e a quanti sta a cuore il tema proposto: "La risposta cristiana alla violenza".
* Sora 15 marzo 2014. Il Comunicato stampa a cura di Gianni Fabrizio Addetto Stampa Diocesi di Sora Aquino e Pontecorvo. Il testo a lato.
Organizzato e presieduto dal vescovo di Sora mons. Gerardo Antonazzo
Il Convegno della Conferenza Episcopale del Lazio: “La risposta cristiana alla violenza”
di Gianni
Fabrizio
“La
risposta cristiana alla violenza”: è questo il tema scelto
dalla “Commissione per l’ecumenismo e il dialogo” della
Conferenza Episcopale del Lazio”, presieduta dal vescovo di Sora,
Aquino, Pontecorvo, mons. Gerardo Antonazzo, per il Convegno annuale
che avrà luogo presso la Fraterna Domus, a Sacrofano, il 20
marzo, dalle ore 9 alle ore 17. L’assise vedrà raccolti operatori
pastorali e docenti delle scuole superiori di tutto il Lazio.Un
impegno importante e laborioso che il vescovo Gerardo sta conducendo
con grande sensibilità e competenza. “Le convulsioni dei
cambiamenti storici e la forza dell’individualismo, ha
commentato mons. Marco Gnavi, Segretario della stessa Commissione
Regionale, sembrano lasciare un ampio varco a numerose forme di
conflitto. Le cronache ci consegnano quotidianamente narrazioni di
conflitti domestici sanguinosi, di atteggiamenti aggressivi e
contagiosi fra gli adolescenti, di scontri che pervadono la vita
quotidiana nel suo fluire: dal traffico, ai rapporti fra colleghi. Le
vicende internazionali, si pensi ad esempio allo scontro su piazza
Maidan a Kiev ed il problema attualissimo, fra i tanti, della Crimea,
vengono rappresentate dai media in tempo reale, come immagini in
streaming alle quali si assiste impotenti, accrescendo attese,
interrogativi, speranze o disillusioni. Tuttavia, in ogni sua forma,
la violenza interpella la coscienza e la comunità cristiana,
chiamata ad opporvi la forza umile del Vangelo. La Chiesa è, secondo
le parole di Papa Francesco, “un ospedale da campo” che deve
soccorrere quanti sono feriti nel corpo e nell’anima. Essa è
anzitutto portatrice di speranza e tessitrice di pace. L’assieme
ancora caotico dei cristiani, può divenire “carovana solidale” e
popolo, testimone di speranza. Se la Chiesa può e deve divenire
“Chiesa in uscita”, il tentativo umile di questo Convegno, è
raggiungere idealmente i terreni ove la violenza si manifesta e
provare a identificare alcune risposte; non più di alcune
indicazioni che orientino i docenti in una lettura non semplificata e
mai rassegnata, delle espressioni di violenza. Una fotografia di
essa, nel tessuto urbano, verrà offerta da parte della Prof.ssa
Donatella Pacelli, docente di sociologia alla LUMSA; il Prof. Mobeen
Shahid narrerà la via pacificante di un martire cristiano pakistano,
quale il Ministro delle Minoranze, Shahbaz Bhatti e la sua eredità
oggi; una lettura della risposta neotestamentaria verrà dal biblista
valdese Yann Redaliè. Tamara Chikunova, coraggiosa cristiana
ortodossa, che ha visto suo figlio condannato a morte e ucciso dallo
Stato Uzbeko, parlerà della violenza contro le donne: la sua voce ha
la forza e l’autorevolezza di una testimone di immenso dolore
trasformato in coraggio di amore. L’Igumeno Andrea Wade, del
Patriarcato di Mosca aiuterà i convegnisti a ritrovare la forza
dell’umanesimo cristiano attraverso i padri della Chiesa e i santi
russi”.
“La
risposta cristiana alla violenza, ha dichiarato alla Stampa,
nella sua qualità di Presidente della Commissione regionale per
l’ecumenismo e il dialogo, mons. Gerardo Antonazzo, deve andare
alle radici della violenza, a tutto ciò che la provoca e la alimenta
nel cuore dell’uomo e dei popoli. E’ importante studiare questo
gravissimo fenomeno, che ai nostri giorni sembra crescere in modo
esponenziale, per capire a cosa porta la sola spirale dell’odio,
dell’intolleranza, dell’esclusione, dell’eliminazione
dell’altro. Non di rado le radici della violenza le rintracciamo,
purtroppo, nella stessa appartenenza religiosa, assunta come motivo
di conflitto piuttosto che di dialogo. Si produce violenza in nome di
Dio! In secondo luogo, la risposta cristiana deve suggerire
soluzioni possibili. E’ interessante dal punto di vista del
contenuto e, soprattutto, del metodo, quanto Papa Francesco afferma a
proposito del conflitto: “Vi è un modo, il più adeguato, di
porsi di fronte al conflitto. È accettare di sopportare il
conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento di
un nuovo processo. In questo modo, si rende possibile sviluppare una
comunione nelle differenze … i conflitti, le tensioni e gli opposti
possono raggiungere una pluriforme unità che genera nuova vita”.
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