14.3.14

LE DOMANDE SULLA CLASS ACTION PER I FILTRI ANTI PM2,5 ALLA TURBOGAS DELLA CARTIERA DEL SOLE DI SORA

Le due domande principali che l’avv. Massimiliano Contucci si è chiesto:
perché fare una class action, cioè una causa collettiva, per difendere il diritto alla salute di tanti cittadini? E l’altra: perché si devono attivare i cittadini, non ci sono invece le istituzioni? Siamo arrivati al punto che 105 cittadini sorani si sono rivolti ad un avvocato per difendersi dalla ricaduta delle polveri sottili prodotte dalla turbogas della Cartiera del Sole.


LA NOTIZIA E I GIORNALISTI ASSENTI. Pochi i giornalisti presenti alla conferenza stampa indetta dall’Avv. Massimiliano Contucci. Di Sora presente solo Lorenzo Mascolo, che è di Sora24. Da Cassino è arrivata la giornalista de L’Inchiesta e da Frosinone l’emittente Tele Universo. Ma la notizia è a carattere nazionale perché ci sono 105 persone che hanno firmato il ricorso d’urgenza (ex art. 700 del codice di procedura penale). Per l’avv. Contucci si è fatto ricorso all’ex art. 700 perché “il ricorso si qualifica come una misura cautelare con funzione anticipatoria degli effetti della decisione di merito”.


LA PRIMA CLASS ACTION PARTE DA SORA: “Non ci sembra che ci siano altri esempi del genere”. Dice subito Maurizio D’Andria, promotore della class action. Sono i cittadini che vogliono iniziare un’azione nuova, per la prima volta, per far adottare dei provvedimenti ambientali. Perché sono arrivati “i monitoraggi di Arpa Lazio che” come scrive l’avv. Contucci, “hanno confermato la gravità quantitativa e la pericolosità della condizione atmosferica di Sora legata alla abnorme produzione delle PM2,5 della turbogas” di Sora. E ora, prosegue il professionista, tutti “sono perfettamente a conoscenza della criticità dell’inquinamento dell’aria di Sora”.


IL PROCESSO PENALE. “In chiave penale c’è poco da fare”. C’è già un procedimento penale ma, per D’Andria, il rischio è la prescrizione per decorrenza dei termini temporali. “Si è voluto prendere questa nuova strada”. E ora ci sono 105 persone preoccupate del loro futuro.


LE DOMANDE DI D’ANDRIA RIVOLTE AI GIORNALISTI. Perché non si interviene? Perché la Burgo non si attiva? Il problema esiste e non si può far finta di niente. E sul sindaco di Sora dice che: anche il sindaco è parte in causa. E l’avv. Contucci ricorda che: “Il sindaco è chiamato alla tutela della salute pubblica dei propri i cittadini e in questi giorni il Comune di Sora sta approntando un piano di contenimento delle sole emissioni inquinanti di fonte automobile e caldaie civili e non anche delle industrie”.     


I FILTRI ANTI PM2,5 ALLA TURBOGAS DELLA CARTIERA DEL SOLE. “I filtri ci sono, vanno acquistati e installati”, continua D’Andria prima di dare la parola all’Avv. Contucci che ha depositato il ricorso d’urgenza venerdì scorso. Ci sarà un consulente tecnico nominato dal giudice. “E qualche notizia utile la potremmo sapere alla fine dell’anno”, conferma poi l’avv. Contucci. Una class action che sarà tutta incentrata sulla consulenza tecnica. Per ora c’è questa azione preventiva “senza stare per sei o sette anni in tribunale”, l’avv. Contucci ha preferito seguire l’altro percorso. Ma c’è anche il risarcimento in denaro che, forse, potrebbe arrivare in seguito, in una seconda fase.


UN’AZIONE CHE NON E’ CONTRO LA PRODUZIONE DELLA BURGO. La domanda questa volta di Mascolo rivolta a Contucci: “Ci sono i 105 cittadini ma ci sono anche i 400 lavoratori della Burgo? I ricorrenti non vogliono far chiudere la cartiera con la loro azione ma con l’installazione dei filtri vogliono dare la possibilità di continuare la produzione. L’avv. Contucci lo ripete di nuovo: è scritto a carattere cubitali nel ricorso d’urgenza presentato che non si vuole chiudere l’attività industriale. “E’ una azione di carattere cautelare” qui la cosa è diversa: “il livello occupazionale è importante”. Dice ancora Contucci. Anche per i firmatari il livello occupazionale è da salvaguardare. Sono i cittadini che vogliono controllare la Burgo con una azione civilistica. Dicono che bisogna andare avanti con i lavori di adeguamento e con più controlli e monitoraggi.


LA TURBOGAS E L’OSPEDALE DI SORA. “Si vuole vivere a Sora con più tranquillità”. Maurizio D’Andria, soddisfatto per i cittadini che hanno firmato, ricorda che ci sono le BAT da impiegare come dice l’AIA. Poi va sulla questione Ospedale. Pensa al rischio che si potrebbe correre tra 10-20 anni, “Sora potrebbe essere a rischio salute”. “Il rischio licenziamento invece”, anche per D’Andria, “non sussiste”.                 

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