Partecipanti
i 36 alunni delle CLASSI QUINTE A e C
molto entusiasti e motivati dal
Gruppo di DOCENTI - INSEGNANTI Nadia Mattacchione, Tamara Di Muccio,
Graziella Pallagrosi, Elia Tomassi - , che avevano preventivamente
introdotto gli alunni alle tematiche del FEUDALESIMO nell’Alto
Medioevo, del Millenario della costruzione della BASILICA – ABBAZIA
mille anni fa e dei Miracoli compiuti dal Santo nella sua vita e dopo
la morte dal Sepolcro presso l’Abbazia.
L’intervento
dell’AUTORE dei due LIBRI è avvenuto presso la confortevole Sala
delle Conferenze dotata di proiettore con schermo e LIM – lavagna
magnetica interattiva -. Infatti Paolucci, attuando i procedimenti di
una didattica attiva e tecnologica, ha fatto ampio uso di immagini a
colori – frontespizio dei Volumi, immagini della splendida Abbazia
di stile Romanico – normanno, icone del Santo, eremi di Trisulti,
itinerari montani dell’Eremita Errante tra monti Cimini, Simbruini,
Ernici.
Di
particolare interesse per Alunni e Docenti è risultata la proiezione
della straordinarie sequenze della celebrazione del MILLENNIUM –
1011 – realizzate in DVD da Antonio MANTOVA e commentate dallo
stesso Paolucci. In particolare sono risultate interessanti le
immagini delle liturgie dell’Abate di Casamari Dom Silvestro
Buttarazzi, del Vescovo Filippo Iannone a Pentecoste, dei Cardinali
Piacenza, Sardi, Amato e Antonelli.
E, infine, gli spettatori sono
stati colpiti dalla intensa fede popolare evidente nelle processioni
e nel bacio della reliquia, specialmente nella cerimonia di chiusura
del Vescovo di Foligno Mons. Gualtiero Sigismondo.
Egidio
Paolucci, secondo il suo stile specifico, ha evidenziato specialmente
le OPERE di Domenico di Sora come straordinario Personaggio Storico
proteso e accogliente verso l’umanità povera e dolente nella dura
realtà di sottomissione ai feudatari. Inoltre ha evidenziato la
lotta di Domenico contro gli ecclesiastici concubinari e simoniaci,
fino all’impegno per ridare Libertà e Dignità alla CHIESA, come
autentico PRECURSORE della RIFORMA portata a compimento da ILDEBRANDO
– GREGORIO VII.
Concludendo
l’attività didattica ha ringraziato Alunni, Docenti e Dirigente
dell’Istituto Comprensivo 3, intrattenendosi con gli Scolari che
hanno chiesto chiarimenti e approfondimenti.
STORIA DI SAN DOMENICO
DI SORA
Incontro con l’autore:
Prof. EGIDIO PAOLUCCI
Scuola Primaria Achille
Lauri Classi 5A / 5C
Nella nostra scuola è
venuto a parlarci di San Domenico di Sora il professor Egidio
Paolucci, autore di due libri su questo Santo che ci ha riassunto la
sua storia e, noi alunni delle classi quinte, lo abbiamo ascoltato
con molto interesse ed abbiamo appreso tante notizie.
Anche le maestre ci
avevano spiegato chi fosse, cosa ha fatto e in che epoca è vissuto.
San Domenico di Sora
(così denominato per distinguerlo dagli altri Santi con questo
stesso nome), è nato a Foligno, in Umbria, nell’anno 951 dopo
Cristo, da Giovanni ed Ampa. È stato educato
religiosamente e già in giovane età cominciò a compiere miracoli;
è stato chiamato “Monaco Errante” perché si spostava da un
luogo all'altro.
È vissuto nel Medioevo,
più precisamente nel basso Medioevo; il professore ci ha spiegato
che, secondo un grafico c’è l’alto Medioevo che è quello più
antico e il basso Medioevo, intorno all’anno 1000, che è quello in
cui è vissuto questo Santo. È
stato un uomo che ha trascorso la sua vita a pregare e a seguire i
comandamenti di Dio, infatti le cose che succedevano nel mondo
disturbavano la sua vita.
In quel tempo la Chiesa
non operava correttamente, secondo la parola di Dio, e così si
recava sui Monti Ernici, nelle grotte di Trisulti, preferendo vivere
da eremita per meditare e pregare perché la vita sociale lo
distoglieva dalle sue preghiere; lì viveva nutrendosi di radici e
del cibo che gli veniva offerto dagli amici.
Quando arrivò nelle
nostre zone, fece costruire molti monasteri e chiese come la chiesa
di San Bartolomeo a Trisulti, con l’aiuto di ricchi cittadini.
Da Trisulti, poi, si
spostò a Montecassino e da lì chiese il permesso di spostarsi a
Sora.
Ai quei tempi Sora era
molto diversa da com'è oggi.
Questo professore ci ha
mostrato la carta di Sora antica racchiusa tra il monte S. Casto e
il fiume Liri che la
attraversa.
In quel modo la città
poteva essere difesa più facilmente dagli attacchi esterni dei
nemici.
Ottenne il permesso di
costruire monasteri e fondò l’ordine benedettino la cui regola
spirituale era “Ora et labora” che vuol dire “Prega e lavora”.
I Monaci avevano anche
momenti di preghiera assoluta durante la giornata.
Vivevano nei monasteri ed
uscivano di rado, solo per aiutare i poveri o per accogliere i
pellegrini .
Domenico combatté per
eliminare il problema della simonia e del concubinato: la simonia
era una tassa per ottenere le indulgenze, ovvero il pagamento di
somme di denaro a favore della chiesa per ottenere il perdono dei
peccati; il concubinato era un peccato commesso dal clero che viveva
con una donna e metteva al mondo dei figli; era una convivenza
illegittima: le donne si univano a preti, vescovi cardinali e papi
senza l’ordine della chiesa, quindi senza celebrare i matrimonio. In caso di
separazione, se non riconosciuti dai padri, i bambini erano “figli
di nessuno”. Domenico avversò queste situazioni irregolari e le
concubine si ribellarono e per rabbia gli lanciavano contro sassi.
Alcune di loro, dopo avergli lanciato le pietre, ebbero delle
malattie o rimasero paralizzate. Queste donne, dopo la morte di
Domenico, si ricredettero, andarono a pregare sulla sua tomba ed
ottennero la guarigione.
Ci ha parlato anche del
feudalesimo: nel 1011 a Sora c'era la legge del feudalesimo, cioè
privare di diritto i cittadini e tutto veniva deciso dal feudatario
(il re-principe).
Così un feudatario di
nome Pietro Raneiro, governatore di Sora ed Arpino, un giorno si recò
da San Domenico a chiedergli perdono per i suoi peccati impegnandosi
a non peccare mai più; lui lo ascoltò
ma gli chiese in cambio di costruire un monastero e di governarlo.
Così gli fu concesse il terreno ai confini di Sora dove fece
costruire l'Abbazia di San Domenico di cui divenne abate:
era l’anno 1011.
È morto il 22 Gennaio
del 1031 ed è stato sepolto nella chiesa del monastero, nella quale
si trovano le sue reliquie ben conservate.
Ogni anno, il 22 Gennaio,
ricorrono i festeggiamenti in suo onore.
Il professore Paolucci ci
ha poi mostrato delle immagini dove nell'Abbazia di San Domenico c’è
ancora la tradizione di baciare il suo anello.
Così si è concluso il
racconto del Professore, un racconto storico interessante sulla vita
del Santo e sulla mia città.
* Sora 7 marzo 2014. Gli articoli di Fusco Martina –
Grossi Marco Grossi – Iannucci Edoardo – Mosticone Andrea – Palombo Alessandro –
Pinna Pamela – Serapiglia Chiara – Rea Alice.
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