SORANI POCO DANTISTI. Nessun dantista a Sora. Solo un
sacerdote dotto, ricorda il prof. Gulia, il sorano Amedeo Carnevale. Ma a Sora
veniva spesso Francesco D’Ovidio, amico di Vincenzo Simoncelli, veniva a
trovarlo e ha lasciato due segni: l’epigrafe a San Domenico a pochi metri dalla
Basilica minore ma senza firma e l’altro segno, la cornice che racchiude il
quadro trittico di Mayer Ross per l’Ospedale di Sora. I sorani pochissimo o per
niente dantisti perché anche assenti in sala, martedì 25 marzo, per la prima
parte della lezione di Gerado Vacana sul Canto III dell’Inferno di Dante
Alighieri: “Il canto degli ignavi”. Una opera immortale per il Professore Luigi
Gulia. “Sorani ignavi” e la città isolata rispetto alle altre attorno. Gerardo
Vacana ha reso omaggio a tre dantisti illustri ma tutti e tre non di Sora.
Pietro Antonio Sala, di Roccasecca ma che ha operato ad Alatri. Domenico
Santoro di Alvito ed Ernesto Capocci che ha illustrato nel 1956 la Divina Commedia. “Personalità
che meritano di essere ricordate”, per il professore Vacana che si sta buttando
in una sua quarta avventura culturale. Poi ricorda anche Cestra di Veroli che
ha tradotto alcuni canti. “Sorani ignavi perché non attenti a Dante” e anche
perché pochi in sala. “Dante Alighieri poco amato”, quindi, “dai sorani”.
L’IGNAVIA PER GERARDO VACANA. Nel 1555, Ludovico Dolce chiamò
la Commedia,
per la prima volta, Divina. “Non fu Boccaccio” dice Vacana, che per poco non fu
nominato per il Premio Nobel per la poesia, rivolto ai docenti in sala. Una
annotazione che diventa importante per loro. Dante Alighieri parla nell’epoca
della cortesia ed è “il poeta più grande del Stil Novo”. E per Vacana è
l’artista più grande, prima di Michelangelo, di Leonardo e di altri. Nell’Inferno
III Canto il “sommo”, come lo chiama Vacana, usa la parola Maestro per cinque
volte. “E’ gerachico”; il rapporto è gerachico per il poeta e saggista Gerardo Vacana
che non lo dirà mai in altre occasioni. Non lo scriverà, penserà ad altre parole “ma meno polemiche”. Gerardo
Vacana ha diviso l’ignavia in due. L’indifferenza. Ad esempio per la politica.
“I cittadini si fanno i fatti loro”. Fa l’esempio della distruzione della casa
natale di Cesare Baronio che è stata trasformata completamente, “buttata giù
con leggerezza”. Un danno storico che si ricorderà per sempre. Poi c’è la
rinuncia, quando si rimane in disparte e non si agisce in prima persona.
IN ARRIVO LE LETTURE DANTESCHE. Gerardo Vacana, che si è
laureato in Lettere a Firenze e ha completato la sua formazione in Francia e
Belgio, annuncia di aver creato la sua “quarta follia”. La nascita delle “Letture
Dantesche della Ciociaria e del Lazio Meridionale”. Per non scontentare nessuno
ha aggiunto il Lazio Meridionale. Il pensiero va ai neoborbonici presenti anche
a Sora. Letture sistematiche affidate ai docenti di scuola, “spiegando Dante
nelle varie sedi”. E’ questo l’invito del professore Vacana: “l’evento
storico”, dice, “lettori di Dante vuol dire essere interessati a tutto”. Le
letture dedicate ai professori, ma non solo. Aperte a tutte, c’è già lo statuto
che lo si può richiedere direttamente a Gerardo Vacana.
Nessun commento:
Posta un commento