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18.5.17
IL CONGRESSO A SPOLETO CON LA VOTAZIONE DEL NUOVO SEGRETARIO NAZIONALE (2) MAURIZIO ACERBO A SORA PER L’ASSEMBLEA DELLA SINISTRA UNITA: “REPLICARE QUESTA ESPERIENZA IN ALTRE PARTI DELLA PROVINCIA E DEL PAESE”
Ferrero è venuto spesso in Ciociaria, quando era segretario, soprattutto negli ultimi tempi in carica. A Spoleto, viene eletto Maurizio Acerbo, Paolo Ferrero segretario uscente ha chiuso il X Congresso Nazionale del Partito della Rifondazione comunista con due soluzioni per andare avanti: una democrazia dal basso senza tornare agli anni ’60 e poi la ricostruzione di un blocco politico che non è di destra. “Non siamo una setta” ma discutono sul cosa fare. Parla del partito: sono più piccoli di ieri ma non più fessi. Sui percorsi politici e sui percorsi sociali. Nel suo discorso ha proposto di smettere nel separare il livello politico e quello sociale. Detto brutalmente per Ferrero è il superamento delle classi. Per rafforzare il partito c’è bisogno di soldi: da rafforzare è il 2x1000, non ci sono i soldi per stampare i volantini e i manifesti ma ora il segretario uscente riconosce che questi sono tornati un po’ di più. Un gruppo anche se più piccolo e più debole ora si è nella condizione di risalire moralmente: più forti di prima e più conosciuti rispetto a 8 anni fa. Da valorizzare di più, per Paolo Ferrero, è il partito e tutti assieme è bene fare meglio. La comunicazione, per l’ex segretario, è uno dei temi dove tutti sono d’accordo nel partito.
L’ASSEMBLEA “LA SINISTRA CHE VORREI”
L’assemblea, di sabato 29 aprile, della Sinistra Unita Sora che di recente ha posto l’accento sull’anomalia del Consiglio Comunale con la consigliera del Pd, e capogruppo, Maria Paola D’Orazio che ha votato contro il Dup della maggioranza guidata dal sindaco Roberto De Donatis. Anche per il partito della sinistra sorana una situazione che si è venuta a creare in aula dove ci sono i consiglieri di maggioranza, Coletta e Vinciguerra, iscritti al Pd. “Con l’assemblea dello scorso sabato”, scrivono dal gruppo politico, “una sala gremita di donne, uomini e tanti, tanti ragazzi ha risposto all’unica domanda che Sinistra Unita Sora auspicava: la partecipazione popolare e democratica a una discussione attorno al senso della parola “sinistra” e l’attenzione delle “autorità” politiche presenti, alle idee, alle testimonianze, alle istanze, di tanti, provenienti dalla società civile. Anche solo per le ore che ci hanno visto insieme, abbiamo assistito a una Sinistra pronta al dialogo, alla condivisione, una sincera e concreta consapevolezza che quello fosse il mondo reale a cui prestare il proprio ascolto. A dire il vero, un’altra risposta ci auspicavamo, l’intento di molti di replicare questa esperienza in altre parti della provincia, e del Paese, perché Sinistra Unita Sora, ancora una volta, ha dimostrato che si può mettere in secondo piano la propria appartenenza politica in nome delle esigenze di un popolo che ci chiede di occuparsi del lavoro, della scuola, della sanità, ma anche dei propri sogni, delle proprie speranze, della propria felicità. Perché la priorità non è tanto quella di unire le anime della sinistra, le sigle partitiche, quanto quella di condividere l’esigenza di tornare a restituire dignità alla parola “sinistra”, al suo senso più profondo, quello più istintivo, di stare sempre dalla parte degli oppressi. Dal tema dei “voucher”, un sistema che in sinergia con le regole del Jobs Act ha finalmente svilito il sistema lavoro, allo smembramento della scuola, dei suoi apparati, alla riduzione a merce delle donne e degli uomini, in un processo avviato già da diversi anni, che ci vede non attori ma ultimi fruitori di apparati aziendali, Azienda sanitaria, azienda scolastica, ecc. Ecco che a pochi mesi da una tragedia scampata, quella del referendum costituzionale, rifuggito il tentativo di conformare la Costituzione sugli interessi di una minoranza dominante organica al capitale finanziario, abbiamo cavalcato l’onda di una partecipazione democratica motivata, che non si registrava da tanto tempo, una partecipazione che ha costretto la Sinistra, quella propriamente detta, a rimettersi in discussione. Lo abbiamo fatto, perché in questo quadro indistinto, i cartelli elettorali, le sigle politiche non prevalgano sui contenuti, sulle vite delle donne e degli uomini che sognano ancora a Sinistra”.
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