8.9.19

Don Donato Piacentini: notizia a carattere nazionale ma un prete può parlare di politica?


DON DONATO PIACENTINI, LA SINISTRA, L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE E LA FESTA DI SAN DOMENICO DI SORA

"Un prete può parlare di politica come ha fatto il parroco di Sora?" 


Torna il caso nazionale con una parte dell'opposizione consiliare e non che è intervenuta in modo ufficiale interessando il sindaco che risponde, intervistato, al gruppo di sinistra formato da Insieme si può, Piazza Grande, Rifondazione comunista e Rete Studenti Medi. 

Il comunicato stampa, uscito venerdi scorso sul quotidiano ciociaro con qualche errore (Bruno La Pietra non è in Insieme si può ma ha una sua Associazione culturale "Progetto Città"), che chiamava in causa l'Amministrazione comunale riportato più sotto nel blog in un altro post: De Donatis e la maggioranza in silenzio sulla vicenda di Don Donato Piacentini. 

Il sindaco risponde ai firmatari che sta con la Curia, ricorda il programma Sprar: "si hanno 140 ospiti nelle strutture cittadine". Sottolinea inoltre al gruppo di opposizione che sono stati "sintonici con quelle che sono le prese di posizione chiare che recepiscono il messaggio del Vangelo ribadite in modo esemplare dal comunicato della Curia". L'Amministrazione comunale poi è solidale con gli impegni finanziari sul bilancio e i servizi erogati sono chiari. Sulla accoglienza e sulle famiglie sorane bisognose dice che i temi sono separati, c'è l'accoglienza rinnovata con il programma dello Sprar in stretto contatto con la Prefettura. Il messaggio finale rispondendo alla municipalista della pagina locale del giornale: puntare ad un futuro di crescita nel rispetto reciproco.

Una visita guidata alla Basilica minore di san Domenico

È L'ULTIMA DELL'ESTATE: LA FESTA DI SAN DOMENICO 

Per Giovanna Venditti molto attiva sui social la Festa a s. Domenico e': "l'ultima dell'estate, almeno vicino a casa mia. Ho fatto un giro veloce ieri sera in bici, stavano montando le poche bancarelle dei giochini e altre bagatelle, in attesa della fiera grande di stamattina, l'ultima dell'estate almeno vicino a casa mia, venditori di tutti i colori e gli accenti del sud del mondo. gli unici italiani erano i paninari e i venditori di "sciusci". Un tale con gli occhiali spessi e un blocchetto in mano passava tra le bancarelle controllando i permessi e chiedendo di ahmed o un nome simile. "ahmed? qui nessun ahmed?" risponde uno. "Ahmed morto" ridacchia un altro da un altro banchetto mentre stende collanine sul ripiano. Da lontano vedo avvicinarsi un tipo altissimo o forse sembra solo tale perché magro e nero come le carrube secche. non penso sia ahmed. si avvicina a un gruppetto di venditori in sosta in mezzo alla strada chiusa al traffico con un sorriso larghissimo, che gli prende tutta la faccia, non solo le labbra ben disegnate e i denti bianchissimi, ma anche gli occhi e le sottili rughe sulle guance, un sorriso che dire contagioso è dire poco perché qualunque malumore ti passi nell'anima davanti a un sorriso simile sei costretto a sorridere, almeno dentro di te e tuo malgrado. Magari ha i pantaloni logori e sporchi di una settimana, le finte cloggs che fanno caldo alle piante dei piedi, magari dai paninari al massimo può comprarsi le patatine fritte perché quelli vendono solo salsiccia e porchetta e lui è musulmano, ma sorride come se quello fosse il momento più bello della sua vita.
Ecco, davanti a quel sorriso penso che ciò che disturba davvero certe persone specializzate nel definirsi con un "ma", ovvero i selfisti del "non sono razzista ma", è che queste persone nonostante tutto, nonostante tutti i loro tentativi di ridurli a numeri, generalizzazioni, merce di scambio, delinquenti senza nome, annegati senza nome e senza storia, loro resistono, loro persistono nel voler essere persone e nel voler esercitare tutti i loro diritti a essere tali, anche il diritto a ridere in un tramonto afoso di fine estate, a ritrovarsi tra amici, a vivere di poco o niente, ma vivere".

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