Il
maestro elementare in pensione Naldo Giammarco, nato ad Introdacqua in
provincia dell'Aquila ma da oltre cinquant'anni residente a Sora,
ha
scritto quattro
liriche in lingua italiana nelle quali mette in risalto il suo
profondo amore
per la montagna. La prima s'intitola “L'alpino”.
Vediamo in essa
il nostro
escursionista che, salendo nei monti più alti, s'immerge nella serenità
che questi gli procurano e, ascoltando il silenzio della natura, osserva
con l'occhio interiore ( ovvero la sua immaginazione ) ciò che nessuno
può vedere e si eleva negli spazi infiniti. Il silenzio della
montagna in
cui ascoltiamo gli uccelli che cinguettano e la madre natura si
ritrova nella
lirica successiva “Montagna”, scritta nell'aprile del 2000 mentre
si trovava
a Roccavivi ( Valle Roveto ). Nella successiva lirica, scritta sette anni
prima durante una scalata nella montagna sorana del Mezzano, vi è la
differenza tra il sole e la luna nel grande mistero dell'universale.
L'ultima lirica
( Monte Genzana agosto 1994 ) è una meditazione sulla morte
nella quale
il poiete ci dice che vorrebbe tanto concludere la sua esistenza terrena
sulle cime del Gran Sasso osservandole aguzze al tramonto quando
stanno tramontando le stelle e nasce la luna. Lui si addormenta guardando
amorevolmente madre natura.
La passione per la montagna nutrita
da Naldo il 1.7.2013 mi ha portato a fare assieme a lui un'escursione a
Prato di Campoli immergendomi nella natura e nel verde ed osservando le
mucche ruminare. Questa esperienza è stata per me bellissima e
spero di
ripeterla.
* Veroli
18 novembre 2014. Di Gabriele Mattacola.
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