28.11.16

LINO DI STEFANO RACCONTI DI PAESE (3)

Racconti di paese ( edizioni Eva 2015 ) è una raccolta in prosa autobiografica in cui il professor Lino Di Stefano ricorda gli anni giovanili trascorsi nel suo paese natale Casacalenda ma, allo stesso tempo, ci parla degli anni del trasferimento a Frosinone, città in cui risiede da oltre 40 anni.

“ Il tecnico della centrale”, primo racconto della raccolta, è un ricordo dell’elettricista Domenico Ramaglia ( per i più intimi Minguccio ) il quale, in gioventù, era emigrato, in cerca di lavoro, negli Stati Uniti d’America. Anche il padre dello scrittore, per cercare guadagno, emigrò a Montrèal ( Canada ). Negli anni in cui il professore militava nell’Azione Cattolica  assieme ai suoi amici, era vescovo a Larino monsignor  Costanzo Micci. Questi, nato in un paese delle Marche, era ammiratore del filosofo cattolico francese Gabriel  Marcel  tanto da spiegare ai giovani che militavano nel movimento il testo teatrale da lui scritto “Homo viator”. Il capitolo dal titolo “Quel viaggio per il convitto” è pienamente autobiografico in quanto in esso l’autore ricorda la sua prima esperienza di istitutore presso il Convitto Nazionale “Cristoforo Colombo” di Genova. “Le sciammèriche” è un racconto in cui l’autore ricorda alcune vesti lunghe che si vendevano, di solito, nei mercati del suo paese natale. 

In altre pagine presenti nella raccolta vengono ricordati i giochi tipici del paese che rallegravano, sia i giovani, sia gli abitanti del luogo. “Il tizzone”, “Clorato di
potassio” e “L’acchiapparondine” rievocano le tradizioni popolari che si
svolgevano a Casacalenda. I ricordi di quando il professore frequentava le
scuole elementari le ritroviamo nel paragrafo “Non è farina del tuo sacco” in
cui ci parla del suo maestro don Ettore, il quale amava molto la festa degli
alberi ma come educatore era severissimo e, dopo aver dato ai propri alunni un tema per casa d’attualità, quando l’allievo ( il professore ndr ) glielo fece vedere, il maestro disse che era copiato. Nonostante ciò il professor Di Stefano ha continuato a stimare il maestro che considerava “la sua guida”. Un’altra figura ricordata dall’autore negli anni in cui, 14enne, frequentava il primo anno di ginnasio è quella di Teresa, giovane coetane a molto carina da lui rincontrata in anni recenti. 

Per quanto riguarda la città adottiva, Frosinone, il professor Di Stefano ricorda un giovane ragazzo, prematuramente scomparso, Ermanno Perini, vittima, sin da bambino, dei propri coetanei e dotato di grande sensibilità. Attuale è il racconto “Un sogno verace”, in cui ripensa al terremoto dell’Aquila del 6.4.2009. A chiusura del saggio troviamo “Altare della patria” racconto in cui, nel ricordo dell’autore, vi sono gli anni in cui era militare. 

* Veroli 28 novembre 2016. Gabriele Mattacola.

Nessun commento:

Posta un commento