18.11.16

PRIMA DELL’ARCHEOLOGIA- SCRITTI GIOVANILI DI AMEDEO MAIURI



Grazie ad un progetto promosso nel 2010 dal Liceo Scientifico “Giovanni Sulpicio” di Veroli, si è venuti a conoscenza di quattro scritti giovanili dell’archeologo verolano Amedeo Maiuri ritrovati presso la Biblioteca Nazionale di Roma dalla studentessa Roberta Callegari. 

In questi racconti, la cui principale ambientazione è a Ceprano, località in cui l’archeologo verolano ha trascorso parte della sua infanzia, sono narrati quadretti di vita paesana, popolare e rurale, e storie locali che testimoniano l’amore e il legame verso la Ciociaria. Il primo racconto s’intitola “Venere paesana” la cui protagonista è Maria Oliva, orfana di madre e con padre disabile. In casa viveva assieme ad un’anziana zia. La giovane era esile ed aveva come corteggiatore un giovane di nome Luca il quale, una sera che la giovane stava tornando dalla chiesa, le si avvicinò diventando suo fidanzato. 

“Ruralia” è un bozzetto di vita campestre, scritto sia in italiano che in vernacolo, in cui, nei primi anni del’900, vediamo alcune ragazze intente alla raccolta del frumento. “Juseppe” è il ritratto di un orfano di madre del quale, dopo essere partito per il Brasile, si sono perse le tracce. Di professione massaio, all’età di 10 anni venne portato, assieme ad una cugina, al santuario della Madonna della Civita ad Itri per ricevere una grazia in quanto affetto da sordità. L’ultimo racconto, dal titolo “Nozze”, narra del matrimonio, agli inizi del ‘900, tra la verolana Francesca  Santoro, figlia di don Filippo, ed il giovane e ricco Luca.

Leggendo questi racconti, che il Maiuri scrisse prima di laurearsi in archeologia e dedicarsi a dirigere gli scavi di Pompei ed Ercolano, vediamo la terra ciociara agli inizi del XX secolo attraverso usi e costumi che, alle generazioni future che fino a qualche tempo fa non le conoscevano, sono utili per uno studio approfondito del loro territorio.
* Veroli 18 novembre 2016. Gabriele Mattacola.

Nessun commento:

Posta un commento