1.8.18

Prima guerra mondiale L'artiglieria entrò in guerra con 49 reggimenti


  I FULMINI DEL REGIO ESERCITO

di Rodolfo Damiani

Le successive riorganizzazioni – 1909  -   1911 – 1914/15 , con notevole incremento del materiale , non riuscirono a compensare le deficienze delle artiglierie italiane sia in numero , che in tipo , che in calibro , con prevalenza  di pezzi tipo 75/906 e 75/911.
In effetti l’artiglieria era la più debole delle armi  e solo superando immense difficoltà si riuscì a bilanciare l’espansione dell’esercito, particolarmente nei grossi calibri da controbatteria, bocche a tiro curvo e armi antiaeree.

All’entrata in guerra l’artiglieria poteva contare su 49 reggimenti  di pezzi da campagna in calibro 75. L’artiglieria a cavallo schierava 8 batterie di 4 pezzi , la specialità da montagna 47 su 4 pezzi in calibro 65, a queste si aggiungevano 20 batterie someggiate in calibro 70 ad affusto rigido. Per i calibri maggiori l’artiglieria pesante campale contava su 28 batterie su 4 obici in calibro 149. L’artiglieria da assedio si articolava  su 12 batterie da 149A , da 7 batterie da 149G , 2  di obici da 210 mm, 12 di mortai dello stesso calibro , tutte su 4 pezzi, 7 batterie di obici da 280 e 6 obici da 305 su 2 pezzi. A questo materiale si aggiungeva alcune batterie in 6 pezzi  da 87 e le artiglierie cedute dalla Regia Marina.

A prima vista poteva sembrare una dotazione accettabile , ma ad un indagine critica si rilevava che il materiale era vecchio ,tecnicamente superato e data l’eterogeneità dei calibri di difficile rifornimento, solo a metà del 1916 si regolarizzerà la produzione dei mortai da 210 e 260, dei cannoni 149A , degli obici da 149 e del cannone da 105/28.

Caporetto comportò la perdita del 45% del materiale, ma grazie alla prodigiosa reazione della Nazione , per la battaglia del Solstizio furono schierate 471 nuove batterie , con una disponibilità complessiva di circa 6.600 bocche da fuoco : la metà di piccolo calibro, 40% di medio calibro il restante di grossi calibri e soprattutto munizioni senza limiti.
Lenta e non priva di episodi negativi fu l’intervento sinergico dell’artiglieria con la fanteria e con la nascente  forza aerea, ancora carente sul piano dottrinale dell’impiego.
Dopo Caporetto venne normalizzato anche questo aspetto e la cooperazione puntuale e tempestiva delle diverse specialità fu uno dei fattori della disfatta degli austriaci , tempestivamente segnalati, efficacemente bombardati dal fuoco di sbarramento a distanza, tormentati dai mitragliamenti aerei, nelle decisive giornate di giugno del ’18.

Il Reg. 41° Cordenons di stanza a Sora , custodisce l’eredità di un reggimento di artiglieria ippotrainata che si è coperto di gloria nella I° Guerra Mondiale.
Il 41° Rgt. di artiglieria da campagna si costituisce nel 1915  a Venaria Reale, sede storica della scuola delle Voloire  dell’esercito piemontese.
Nel primo ciclo d’impiego , maggio-agosto 1915, venne schierato con i reparti ippotrainati nell’Alta Val d’Assa e appoggiò le Brigate “Ivrea” e “Lambro” nella conquista della Conca di Vezzena.
Il cippo ricordo di quella battaglia ricorda l’eroismo dei fanti e degli artiglieri cooperanti.
L’anno successivo, maggio-giugno, le batterie del 41 intervennero nei punti cruciali  per la difesa dell’altipiano di Asiago, Monte Pau, Monte Busillo, Monte Magnaboschi  e Cesuna , distinguendosi nella controffensiva del XIV  Corpo d’Armata.
Successivamente , il 41°, aggregato alla IV Divisione,  con grande valore incalzò gli imperiali sul  Veliki , sul Pecinka fino a Castagnevizza  sulla Bainsizza.
Coinvolto nel ripiegamento da Caporetto , il 41° stabilì una linea di resistenza a Madrisio sul Tagliamento.

In aggregazione all’VIII Corpo d’Armata , in ordine e combattendo ripiegò sul Piave , dove sostò come testa di ponte nella località di Arcade-Ponte della Priula.
Protagonista della resistenza sul Piave , in località Ansa di Zenson , con il suo fuoco di interdizione prima , di sbarramento  e accompagno alle nostre fanterie che resistevano senza cedere di un passo , il 41° ricevette tre encomi solenni e fu più volte citato negli O.d.G.  dei Comandi dell’invitta III° Armata.

Aggregato al XXVI° Corpo , a Fagarè sul basso Piave con  decisa, precisa , mobile , incalzante azione, arrestò l’attacco delle Sturmenpatrouille  ungheresi , contribuendo a creare le premesse che dal Solstizio d’estate portarono a Vittorio Veneto.
Questa azione gratificò il 41° con una lusinghiera citazione sul Bollettino di Guerra  n°1.125 del 23 giugno del 18  a firma delComando SUPREMO.
Cavazzuccherina , Cortellazzo ,  Piave Vecchio , Piave Nuovo,Gavardo  sono le località dove il 41° contribuì ai successi delle nostre armi, aggregato al XIV° Corpo d’Armata  dal 24 di ottobre schierò le sue batterie nella zona di  Brione  ( Val Giudicaria) da cui contribuì alla vittoriosa offensiva su Vittorio Veneto , spingendosi all’interno del Trentino dove una”voloire”  giunse prima a liberare Mezzolombardo.
Il 41° nel corso della guerra ebbe  Caduti  102     Feriti   185 e  ricevette come riconoscimento  Promozioni sul campo  6      MAVM    14       MBVM 23    Encomi solenni   61   Croci di Guerra  1.016
A febbraio del 1919 rientra festeggiato dalla popolazione alla Caserma di Venaria Reale.   41°   REGGIMENTO CORDENONS OGGI COME IERI PRONTI ALLA CHIAMATA

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