28.12.12

CLAUDIO PARIS, MVP DELLA SEMIFINALE GLOBO BANCA POPOLARE DEL FRUSINATE SORA SIDIGAS ATRIPALDA

RACCONTA IL SUO “SOGNO INFRANTO A 200 KM/H CONTRO UN MURO DI CEMENTO ARMATO”.

Sono passati due giorni dalla semifinale secca della Del Monte Coppa Italia che la Globo Banca Popolare del Frusinate Sora ha disputato al PalaGlobo contro la Sidigas Atripalda, e quell'amaro in bocca lasciato dal 19-21 del tie break non vuole proprio andare via. Le sensazioni e le emozioni che albergano nell'animo e nella testa dei protagonisti dell'incontro, degli addetti ai lavori e dei tantissimi sostenitori sono le più disparate, accomunate però da quel velo di tristezza che ha bisogno di nuove gare, nuovi obiettivi e nuovi stimoli per poter lasciar posto a sentimenti diversi.

In una giornata conclusasi con un risultato purtroppo sfiorato, alcune note positive ci sono state, come ad esempio la grandissima rimonta, ma la sottolineatura è arrivato il momento di metterla sotto un nome che sta diventando sempre più importante, quello di Claudio Paris, MVP dell'incontro decretato dai giornalisti presenti anche a discapito di un superlativo Cazzaniga che ha chiuso il match con 36 punti.

Claudio “Leonida” Paris, dopo l'infortunio di Capitan Patriarca, è diventato lo schiacciatore titolare della Globo accanto a Siltala e la sua prima gara con entrata in campo allo starting six è stata quella dell'11 novembre al PalaGlobo proprio contro la Sidigas Atripalda. Da allora il martello romano ha fatto tanta strada, il cammino era tutto in salita ma Claudio ha lavorato sodo e in otto gare, di cui sei vinte nettamente e due perse al tie break sempre e solo con Atripalda, è diventato un grandissimo giocatore di livello come lo ha definito anche Mario Scappaticcio al termine della semifinale di Coppa Italia. Paris ha acquisito sicurezza nelle sue capacità e nel modo di metterle in campo, certezza nel suo ruolo e mentalità di gruppo, di squadra e del singolo. Si applica, ascolta i consigli degli allenatori e dei compagni più esperti e in campo, durante i match da vita a tutto quello che ha incamerato con l'atteggiamento giusto e soprattutto padrone di se stesso.
Paris, nonostante stia ancora cercando di smaltire il brutto colpo incassato, ha voluto raccontare la sua gara, le sue emozioni e sensazioni, ma soprattutto i suoi sentimenti perché “Leonida” è un guerriero dal cuore tenero. 

All'esterno, tra il pubblico, i sostenitori e gli addetti ai lavori, c'era attesa e trepidazione per questa importantissima sfida che ha fatto registrare il tutto esaurito al PalaGlobo, tu e la tua squadra invece come l'avete vissuta?
“All'inizio del match eravamo un pochino contratti, soprattutto noi giovani con meno esperienza in competizioni importanti da tutto o niente come questa. Io ero molto emozionato anche se tranquillo in campo perché con un palazzetto del genere, pieno di gente in ogni dove che ha tifato senza respiro dall'inizio alla fine emanando tantissimo calore umano, che ha capito il nostro momento di difficoltà e ci ha sostenuti, non si poteva che pensare solo a giocare. La cosa bella è stata continuare a sentirli tifare anche nella delusione della gara che ci stava sfuggendo di mano nei primi due set, e nonostante il risultato a fine partita abbiamo raccolto solamente ringraziamenti per aver comunque giocato con il cuore, davvero bella gente mercoledì la PalaGlobo”.

L'avversario era l'unica squadra del campionato dal “sapore diverso” per via di molteplici motivi tra i quali spicca quello degli ex; quanto ha influito questo fattore?
“Atripalda ci ha battuti due volte su due. Io non credo al fattore psicologico che in molti tirano in ballo, ossia che soffriamo qualcuno in particolare come gli ex, penso solo che magari sono stati più bravi, anche se credo che meritavamo più noi. Meritavamo di vincere per l'incredibile rimonta e poi per la rincorsa del tie break quando eravamo sotto 5-8 e 12-14, fino ai vantaggi del 14 pari; Atripalda sempre avanti ed ecco la parità con un mio attacco che è valso il 17-17 e il sorpasso con il muro di Mazzone su D'Angelo per il vantaggio del 18-17; ma ho battuto in rete e nonostante Milushev ci avesse dato un'altra opportunità, Cazzaniga ha messo fine a tutto”.

Sei stato il migliore in campo, l'MVP di giornata e a parlare, oltre le statistiche che hanno evidenziato i 20 punti totali realizzati di cui 2 ace e un muro e delle ottime percentuali in attacco e in ricezione, sono state le votazioni dei giornalisti e addetti ai lavori presenti. Tu come ti sei visto in questa partita?
“Mi sono visto abbastanza bene: ero concentrato e ho dato tutto quello che avevo perché era un appuntamento troppo importante. Passare dal Club Italia a giocare titolare una semifinale di Coppa Italia per me era un'utopia fino a qualche mese fa. È stata la mia prima volta in tante cose: alla Coppa Italia di serie A non ci avevo mai partecipato e giocare per tantissime persone piene di aspettative non era semplice, però sono sceso in campo avendo ben presente i miei mezzi e ho disputato la mia partita. Certo, io sono sempre molto esigente e critico verso me stesso e nonostante quella battuta in rete sul 18-17 che mi tormenterà a vita, non posso che essere soddisfatto, anche se sono stato una nottata intera a piangere perché ci sono rimasto troppo male e ci tenevo ad andare a Milano, sarebbe stato il coronamento di un sogno”.

Le lacrime di Claudio le abbiamo viste tutti al termine della partita e sono continuate a scendergli sul viso anche durante la premiazione come MVP. Quanto vale per te questo premio?
“Devo dire la verità, nell'immediato non è valso a nulla e purtroppo ancora oggi non riesco a darmi pace per come è andata a finire la semifinale. Magari tra qualche giorno, sicuramente quando ripartiremo con il campionato, con altre gare, con altre storie e altri obiettivi, riuscirò a rendermi conto che comunque quella gara l'ho giocata al meglio e a dirlo sono i risultati personali e il giudizio di persone qualificate che mi hanno decretato miglior giocatore dell'incontro, avvalorando anche la mia tesi di aver dato tutto i campo. Pensandoci bene, è il primo premio del genere che prendo, è la prima volta che risulto il migliore in campo, e sapere di aver vissuto e combattuto questa gara importante da protagonista mi riempie d'orgoglio soprattutto con la consapevolezza di aver dato tutto. Dentro di me porterò sempre il ricordo della battaglia, del PalaGlobo strapieno, le bellissime sensazioni della rimonta, ma anche la delusione atroce che tutt'ora non mi lascia sereno e spero di farne tesoro per il futuro”.

Il momento più bello della partita qual'è stato?
“Il terzo set durante il quale penso di aver trascinato la squadra ma non tanto perché le cose venivano tecnicamente, ma anche caratterialmente dove credo di aver dato un'impronta alla partita. Questo lo devo ai grandi professionisti che ho accanto che mi trasmettono la serenità e la fiducia giusta per poter fare tutto ciò. Per questo voglio ringraziare soprattutto tre persone, tre compagni per me speciali: Roberto Romiti, perché mi trasmette tantissima tranquillità che mi permettere di vivere il campo con calma e sicurezza; Adriano Paolucci, che ho sempre visto come un riferimento già da quando pagavo il biglietto per andare a vederlo giocare; e Francesco Fortunato, un campione che ho sempre ammirato in tv e che con me si sta rivelando una persona splendida che ha sempre una parola buona e giusta, e che mi sostiene in ogni situazione. Con lui da quattro mesi in allenamento faccio “palla a coppia” e ogni giorno è un'emozione autentica perché mi basta guardarlo per capire che sono in un ambiente importante con persone importanti e questo è emozionante”.

Il momento più brutto del match invece qual'è stato?
“Sicuramente quando Cazzaniga ha messo giù l'ultimo pallone...il momento nel quale è crollato il mio castello e il sogno si è infranto a duecento all'ora contro un muro di cemento armato. Io ero convinto che avremmo vinto: sul 2-0 per loro ho pensato adesso facciamo come in campionato solo che questa volta vinciamo noi! E poi 2-2, 14 pari al tie break e sembrava fatta...invece no”.

Domenica durante la finalissima chi tiferai tra Città di Castello e Atripalda?
“La partita non la guarderò nemmeno perché non credo di riuscirci, quindi in bocca al lupo a entrambe e che vinca il migliore”.

* Sora 28 dicembre 2012. Carla De Caris – Responsabile Uff. Stampa Globo Banca Popolare del Frusinate Sora. Foto di Mirko Saccucci. 

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