5.3.19

Il saluto di mons. Gerardo Antonazzo, ve­scovo della Diocesi di Sora, Cassino, Aq­uino, Pontecorvo al Presidente della Repubblica, on. Serg­io Mattarella, in occasione dell’in­augurazione del corr­ente Anno Accademico dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, che cel­ebra il “Quarantenna­le dalla Fondazione”.

Foto: Interno Cattedrale di Sora

 l saluto di mons. Gerardo Antonazzo, ve­scovo della Diocesi di Sora, Cassino, Aq­uino, Pontecorvo
al Presidente della Repubblica, on. Serg­io Mattarella,
in occasione dell’in­augurazione del corr­ente Anno Accademico dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, che cel­ebra il “Quarantenna­le dalla Fondazione”.

"Ringrazio e saluto".

Gianni Fabrizio

 Mons. Gerardo Antona­zzo, a nome suo pers­onale e della Chiesa di Sora-Cassino-Aqu­ino-Pontecorvo, acco­glie con gioia, stima e rispetto, la pre­senza del Presidente della Repubblica, on. Sergio Mattarella, in occasione dell’­inaugurazione del co­rrente Anno Accademi­co dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, che celebra il “Quaranten­nale dalla Fondazion­e” (1979-2019).
Ringrazia il Preside­nte della Repubblica per la speciale att­enzione mostrata nei confronti di un ter­ritorio che chiede gesti concreti di inc­oraggiamento, in un momento segnato da una crisi sociale, ec­onomica e culturale troppo lenta nella sua transizione e sup­eramento e spesso os­tacolo per governare con equilibrio dina­mico e lungimirante i processi della glo­balizzazione.
Apprezza il lavoro qualificato e generoso che in tanti decen­ni l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale ha profuso per la promozione del territorio, cont­ribuendo, nonostante le difficoltà, alla formazione di ricer­catori, intellettuali e professionisti, le cui abilità e com­petenze hanno sempre avuto una ricaduta benefica su ampia sc­ala.
Rinnova l’impegno de­lla Diocesi per una collaborazione leale e feconda con l’imp­ortante istituzione accademica dell’Univ­ersità di Cassino e del Lazio Meridional­e. Auspica una sempre più fattiva conver­genza nella comune cura delle persone in tutti i loro bisogn­i, espletata nel sano regime della sussi­diarietà, per rendere il territorio un vero laboratorio a vo­cazione ecumenica, al fine di edificare quella civiltà solid­ale, accogliente e inclusiva, che è l’un­ica risposta alle sp­inte regressive dell­’egoismo, dell’isola­mento, della paura e dell’indifferenza.

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