6.2.14

LA POESIA DI MARCELLO DONATI PRIMA PARTE LUOGHI E GIORNI ( 1994 )


Il 9 dicembre 1994, giorno in cui compivo 17 anni,
presso il salone di rappresentanza dell’Amministrazione provinciale di Frosinone il preside
professor Marcello Donati presentava la sua prima raccolta di versi poetici Luoghi e giorni” la cui prefazione è stata curata dall’amico di Massafra scomparso cinque anni dopo Fernando Ladiana. “Luoghi e giorni” si divide in due parti: la prima, dal titolo omonimo, comprende le liriche recenti mentre la seconda, “Versi con filastrocca”, le poesie degli anni giovanili. Ad aprire la raccolta “Primo luglio”, scritta nella residenza estiva di Cardito,sulle Mainarde,
dedicata alla moglie ed in cui parla della sua condizione fisica autodefinendosi “Un tronco inerte dai rami secchi e storti”. Per questo invita la dolce sposa a non fermarsi e a proseguire il viaggio anche senza di lui. Varie sono le tematiche presenti nella raccolta. In “Autunno”; “L’uliveto” e “La montagna” viene descritta l’immagine della natura attraverso le foglie morte; il
profumo degli ulivi e l’immersione compiuta assieme ad un amico negli anni della giovinezza in montagna a diretto contatto con le bellezze naturali dei monti delle Mainarde. Nella lirica “A Carlo”, scritta mentre era in ospedale, rivolgendosi al suo vicino di letto il preside ricorda questo paziente che lo interrogava sul significato della vita e sull’esistenza di Dio. 

Un altro tema che ritroviamo in queste liriche è quello degli affetti familiari: “Paternità” è una dedica ai tre figli: del primogenito Massimiliano ne mette in risalto la sua dote di eccellenza nel guidarlo durante i momenti di difficoltà e l’amore verso la sua ragazza; di Augusto,invece,ne corregge i difetti ma allo stesso tempo mette in risalto le sue decisioni e il suo cuore generoso; dell’unica figlia femmina nata una decina di anni dopo dai fratelli Antonella, descrive il suo carattere estroverso che riempie di gioia la famiglia e che porta il padre a dimenticare i suoi problemi scrivendo per lei fiabe e filastrocche. In “29 Agosto” ricorda in versi il matrimonio con Rita paragonandolo ad un sogno. Raffiora nella sua mente il viaggio di nozze presso un villaggio della Carnia mentre lui era intento a studiare per un esame universitario. Ritorna il tema della natura presente nell’immagine degli eucalipti, del profumo dei limoni e la verde  vallata in mezzo ai monti. “Natale d’una volta” è una lirica in cui il poeta ricorda la propria infanzia: il Natale in cui, bambino, scriveva una breve lettera dipinta con un angelo d’oro che, la sera della vigilia in cui tutti erano raccolti attorno alla tavola vicino al presepio di terracotta, metteva sotto al piatto ed il padre la prendeva leggendola con commozione. Sin da allora forte era l’interesse del professor Donati per la letteratura e la sera stessa, infatti, leggeva l’inno natalizio scritto da Alessandro Manzoni. 

In quegli anni i regali ai bambini ed alle bambine li portava la Befana: per i primi un trenino ed una trottola; per le seconde una bambola. In tutte le liriche presenti nel libro vi è l’immagine ricorrente della donna nella cui lirica omonima il poeta descrive in tre momenti: l’infanzia nella figura della bambina dagli occhi che brillano; la donna matura che è sua madre ed infine la nonna ormai al volger degli anni. In questi tre momenti il preside accenna al cammino della vita. Gli ideali politici raffiorano nella lirica “La manifestazione”. Essa prende ispirazione dal viaggio compiuto dal figlio per prendere parte ad una manifestazione tenutasi presso il Duomo di Milano in un giorno in cui piove a dirotto ed il giovane parte per raggiungere la meta desiderata mentre il padre guarda l’evento in diretta televisiva. Tornato il figlio,il padre lo ringrazia per aver preso parte alla manifestazione del 25 aprile in sua rappresentanza. Nelle liriche ricorre, inoltre, il tema delle stagioni dominante nella lirica “Primavera” in cui vediamo il poeta seduto sotto una pianta di fico mentre sta leggendo un libro in latino e contemporaneamente sta ammirando  verdi campi. In “Notti d’agosto”, scritta nel giorno di S. Lorenzo,lo vediamo ammirare in cielo le stelle cadenti. La seconda parte della raccolta comprende le liriche scritte tra il 1964 ed il 1970. Nelle prime,scritte durante l’ultimo anno di liceo classico, si parla del primo incontro tra lui e la giovane fidanzata all’epoca 17enne.Le successive, invece, sono scritte durante il loro viaggio di nozze ad Ovaro. L’ultima lirica della raccolta ha per titolo “Filastrocca della Befana”. 

Scritta il giorno dell’Epifania del 1990 nella residenza di Cardito, inizia con il viaggio immaginario e favolistico della simpatica vecchietta che si reca, con la scpoa ed il mantello, alle Serre, località montuosa in cui vi sono due sole abitazioni: la prima quella del poeta dove l’anziana porta in dono alla terzogenita Antonella il trattore dalla bimba lungamente desiderato e una trombetta, segno di felicità. La casa vicina è abitata da una famiglia la cui figlioletta è molto malata e il preside, il prossimo anno, si augura che sia ancora in vita. In questo giorno di festa bisogna raccogliersi tutti per fare un girotondo. Cosi’ si conclude questa bellissima poesia. Il professor Marcello Donati, dal settembre 1992 al giugno 1994, è stato mio preside presso l’allora sezione magistrale annessa al liceo scientifico “Giovanni Sulpicio” di Veroli. Di lui ricordo la grande intelligenza; il “Background” culturale ma soprattutto la sua profonda umanità manifestata in un momento di grande difficoltà personale.

·         * Veroli 6 febbraio 2014. di Gabriele Mattacola.

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