L'annuncio del Vescovo Gerardo Antonazzo questa mattina alle 12 in Cattedrale: "Un momento importante per il cammino della nostra diocesi"
Resa pubblica la lettera del papa Bergoglio. La lettera divulgata in cattedrale con tanta gente.
Presenti le autorità civili, militari e religiose. L'assessora Maria Paola D'Orazio, il consigliere comunale Elvio Meglio e il neo assessore Amedeo Iaquone accompagnato da Amedeo Cerqua dei Servizi sociali. L'Abbazia di Montecassino avrà il suo Padre Abbate: Dom Donato Ogliari nato ad Erba (Co) già Abate a Della Scala di Noci con poteri ristretti ai confini e alle proprietà del monastero benedettino. Cambia anche il territorio diocesano. Un passaggio storico. Il 9 novembre il primo appuntamento a Cassino nella Chiesa Madre.
Il Comunicato della Sala Stampa Vaticana a cura del Responsabile Padre Lombardi *
Il messaggio del vescovo, mons. Gerardo Antonazzo alla Diocesi di Sora-Cassino-Aquino- Pontecorvo **
Presenti le autorità civili, militari e religiose. L'assessora Maria Paola D'Orazio, il consigliere comunale Elvio Meglio e il neo assessore Amedeo Iaquone accompagnato da Amedeo Cerqua dei Servizi sociali. L'Abbazia di Montecassino avrà il suo Padre Abbate: Dom Donato Ogliari nato ad Erba (Co) già Abate a Della Scala di Noci con poteri ristretti ai confini e alle proprietà del monastero benedettino. Cambia anche il territorio diocesano. Un passaggio storico. Il 9 novembre il primo appuntamento a Cassino nella Chiesa Madre.
Il Comunicato della Sala Stampa Vaticana a cura del Responsabile Padre Lombardi *
Il messaggio del vescovo, mons. Gerardo Antonazzo alla Diocesi di Sora-Cassino-Aquino- Pontecorvo **
* La Chiesa ha sempre avuto particolare sollecitudine per la
vita monastica e perciò il Concilio Vaticano II ha insistito sulla necessità di
consolidare il ruolo dell'Abate come padre della comunità religiosa, il cui
ministero è dedicare la propria vita al Monastero, senza essere occupato dalle
attività proprie degli Ordinari di circoscrizioni ecclesiastiche, che
devono svolgere il loro ministero con piena disponibilità per il bene dei
fedeli affidati alle loro cure pastorali.
2. Il Papa Paolo VI, nel Motu proprio “Catholica Ecclesia” del 1976, aveva raccolto l'indicazione formulata dai Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, stabilendo che le Abbazie territoriali non fossero più erette in futuro e che quelle esistenti “o siano più idoneamente definite quanto al territorio o siano trasformate in altre circoscrizioni ecclesiastiche”. Con questa disposizione si voleva da una parte favorire una più specifica identità e un quadro giuridico più consono alla vita monastica, e dall'altra assicurare ai fedeli che vivono nei territori abbaziali una cura pastorale più rispondente alle dinamiche e alle esigenze del mondo odierno.
2. Il Papa Paolo VI, nel Motu proprio “Catholica Ecclesia” del 1976, aveva raccolto l'indicazione formulata dai Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II, stabilendo che le Abbazie territoriali non fossero più erette in futuro e che quelle esistenti “o siano più idoneamente definite quanto al territorio o siano trasformate in altre circoscrizioni ecclesiastiche”. Con questa disposizione si voleva da una parte favorire una più specifica identità e un quadro giuridico più consono alla vita monastica, e dall'altra assicurare ai fedeli che vivono nei territori abbaziali una cura pastorale più rispondente alle dinamiche e alle esigenze del mondo odierno.
3. Per promuovere tale prospettiva, realizzandola in armonia con gli Accordi concordatari con lo Stato Italiano, e rispettando la grande eredità storica e culturale rappresentata dalle Abbazie territoriali, è stato disposto che in Italia non si procedesse alla soppressione dell'istituto delle Abbazie territoriali, ma ci si limitasse a restringerne al minimo indispensabile l'estensione del territorio, cioè alle aree d'interesse immediato per la comunità monastica: il cenobio stesso con le sue pertinenze.
4. La Santa Sede, pertanto, dopo prolungata ed accurata riflessione e attente consultazioni, ha ritenuto maturi i tempi per poter attuare anche per l'Abbazia territoriale di Montecassino il Motu Proprio “Catholica Ecclesia”, dopo averlo già applicato negli anni scorsi all'Abbazia di Subiaco (2002), all'Abbazia di Montevergine (2005) e all'Abbazia di Cava de' Tirreni (2013). Essa rimane una circoscrizione ecclesiastica equiparata a diocesi, sia pure con territorio notevolmente ridimensionato.
Dopo queste decisioni, la Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo passa da
una superficie di 1.426 kmq a 2016; da una popolazione di 155.000 abitanti a
235.000; da 40 comuni a 60; da 91 parrocchie a 144; da 83 sacerdoti diocesani a
120; da 131 religiose a 181.
A tutti i fratelli e sorelle che sono la Chiesa di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, amati da Dio e santi per chiamata, grazia a voi e pace da Dio, Padre nostro, e dal Signore Gesù Cristo! (cfr. Rm 1,7) **
“si dirà di sion” “Di te si dicono cose gloriose,
città di Dio! Si dirà di Sion: l'uno e l'altro in essa sono nati e lui, l'Altissimo, la mantiene salda”(Salmo 87, 3.5).
Carissimi fratelli Sacerdoti, Religiosi e Religiose,
Operatori pastorali, Fedeli laici,
come annunciato
giovedì 23 ottobre u.s., il Santo Padre ha disposto l’applicazione del Motu Proprio “Catholica Ecclesia” di
Papa Paolo VI del 23 ottobre 1976,
all’Abbazia territoriale di Montecassino, modificando i confini della
diocesi di Sora-Aquino-Pontecorvo.
Ha disposto anche che la diocesi assuma
la nuova denominazione “Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo”.
Desidero rivolgere al Santo Padre
la mia viva riconoscenza per la sua sollecitudine pastorale, assicurandogli la
filiale e docile adesione al suo magistero e al ministero petrino esercitato
per il bene della Chiesa sotto la sapiente guida dello Spirito.
Alla Comunità monastica benedettina
di Montecassino, erede del ricco e inestimabile patrimonio spirituale del santo
padre Benedetto, la comune riconoscenza per il plurisecolare servizio
spirituale e pastorale a favore delle comunità parrocchiali.
All’intera comunità diocesana di
Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo porgo il mio cordiale saluto e affido la mia
viva trepidazione d’animo. Invito tutti a pregare gli uni per gli altri, e in
particolar modo per il mio servizio episcopale investito di un’accresciuta
responsabilità pastorale. Insieme con la carità della preghiera e della fraterna
amicizia dell’intera comunità diocesana, mi conforta la fiducia accordata dal
Santo Padre.
A voi stimate Autorità e Istituzioni
Civili, Economiche, Politiche, Giudiziarie e Militari, responsabili di Associazioni
laiche, Autorità accademiche, Operatori sanitari, Responsabili di attività
imprenditoriali, Rappresentanti del mondo del lavoro, la mia convinta e fattiva
disponibilità alla promozione integrale del nostro amato territorio, benedetto
dalla presenza gloriosa di molti testimoni di santità e di carità, i quali
hanno favorito lo sviluppo anche sociale e culturale dell’intera comunità.
In questo evento di modifica dei
confini del territorio diocesano siamo sollecitati a riconoscere un’iniziativa di
grazia con cui il Signore ci riconsegna un’accresciuta esperienza di Chiesa, prefigurata
nell’illuminante preghiera del salmo 87.
E’ la preghiera di lode al Signore per Gerusalemme-Sion, la “Città di
Dio”, che genera sempre nuovi figli, edificata come dimora della sua Gloria, nella
quale Dio opera eventi gloriosi e stupendi, da Lui tenuta salda e unita.
Nel passaggio storico segnato
dalla modifica territoriale della Diocesi, ognuno si senta accolto in modo
concreto e amorevole dalla maternità della Chiesa che, allargando gli spazi
della sua Tenda, riconosce tutti e ciascuno non come ospiti, ma come “concittadini
dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19). Nella nuova dimensione
territoriale siamo chiamati a condividere, pertanto, la consolante bellezza dell’amicizia
spirituale, lo scambio di un abbraccio ecclesiale, la potenza benefica della “comunione
dei santi”, un arricchimento reciproco nello scambio dei rispettivi doni
spirituali. Ogni diversa logica e interpretazione resta riduttiva e fuorviante,
estranea alla vita della Chiesa, animata esclusivamente dalla regola della
comunione, alimentata dall’autentica carità.
Penso con particolare affetto e
vicinanza alle famiglie e alle persone del nostro territorio particolarmente
provate dalle difficoltà di ogni genere, soprattutto dalla crisi occupazionale
ed economica. Esprimo la mia vicinanza affettuosa alle persone ammalate,
anziane e spesso sole.
Al meraviglioso mondo giovanile,
pianeta misterioso e affasciante ad un tempo, rivolgo un forte appello alla
speranza e il mio convinto invito all’impegno responsabile nella costruzione di
una società più giusta e solidale.
Invito tutti a convergere nella
preghiera unanime, per chiedere al Signore di “crescere mediante il Vangelo e
l’Eucaristia nella comunione del tuo Spirito, per divenire immagine autentica dell’assemblea
universale del tuo popolo e strumento della presenza del Cristo nel mondo” (Colletta della Messa per la Chiesa locale).
Fiorisca sempre nella Chiesa di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo l’integrità
della fede, la santità della vita, la devozione autentica e la carità fraterna.
L’intera diocesi, in tutte le sue
componenti ed espressioni, unitamente alle pregiatissime Autorità dell’intero
territorio, si ritroverà in preghiera per la solenne celebrazione eucaristica di
ringraziamento domenica 09 novembre
2014, alle ore 17.00, presso la chiesa madre di Cassino.
Invochiamo la speciale
intercessione di Maria Assunta in Cielo, la Vergine Bruna di Canneto, perché sostenga
la nostra Chiesa diocesana nel
testimoniare l’ “operosità della fede, la fatica della carità e la fermezza
della speranza nel Signore nostro Gesù Cristo” (1Ts 1,3).
Per tutti
prego, e tutti benedico di cuore.
* Sora, dalla Sede Vescovile, 23 ottobre 2014 X
Gerardo Antonazzo
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