27.10.14

OMAGGIO A GIUSEPPE BONAVIRI A 90 ANNI DALLA NASCITA

Nel 1988, per le edizioni Mondadori, esce il romanzo scritto da Giuseppe Bonaviri “Il dormiveglia”


Esso narra le peregrinazioni di Joseph Cooper, di Epaminonda e Mercoledi, ai quali si aggiungono in seguito la bella Zaid e il giovane scenografo Li Po, nei riguardi dell'affascinante mondo del dormiveglia, che nasce da un pensiero diverso da quello razionale. E' un caldissimo pomeriggio d'agosto quello nel quale, partendo dalla Sicilia, arrivano, dapprima a Roma, per poi dirigersi a Quilin ( Cina ) e, di
seguito, negli abissi marini e sulla terra per poi raggiungere i turbinosi grattacieli di New York.

I personaggi del romanzo, attraverso le loro vicende ed i loro sogni, rivivono la memoria di genti e paesi lontani. Il romanzo appartiene alla letteratura di genere didascalico e l'autore, in esso, si rifà alle opere di grandi autori della tradizione greca ( Esiodo ) oppure ai “Dialoghi di Platone” e “Le Georgiche” di Virgilio. 

Alla fine del romanzo troviamo un breve saggio che, partendo da ipotesi fisiologico-somatiche, dà nuovi orientamenti e originali contributi interpretativi dell'immenso e poco esplorato universo del dottor Dormiveglia. 1

Nove anni dopo (1997), sempre per le edizioni Mondadori, esce “Silvinia”. Esso è un romanzo autobiografico in quanto la bambina sarebbe dovuta essere la zia materna dello scrittore. L'ambientazione è nel paese costiero siciliano Idrisia, zona in cui il lavoro dominante è quello dei panettieri i quali, di mattina presto, impastano il pane flagrante che viene trasportato nei vicini e lontani angoli della terra. Capo-panettiere è il padre di Silvinia e nonno materno dello scrittore Salvatore Casaccio. 

La storia di questa bambina appare dura e cruda. A seguito della prematura scomparsa, la madre affonda nel più disperato dolore morendo poco dopo mentre il padre, per poter ricercare l'amata bambina, s'imbarca perfino a New York dove va a lavorare. Tre le parti in cui si divide il romanzo: la prima, dal titolo omonimo, è dedicata alla scomparsa della bambina la quale, come si vocifera, è stata inghiottita da un'eruzione vulcanica. 

La drammatica vicenda viene narrata dallo scrittore con un umorismo, sia ilare che gioioso, ora nero, ma sempre avvolto nella luminosità di una lingua simile a certe nuvolette cavalcate, in primavera, da un sole iridescente. 2 

La seconda parte s'intitola “L'arrivo del mago Cooper”. Il personaggio esaminato era uno studioso del dormiveglia e appassionato suonatore di corno da montagna. Grazie alla sua potenzialità, il prestigiatore riusciva anche a far scomparire i vari personaggi delle fiabe e dei cartoni animati. “La festa del maestro”, terza ed ultima parte, è la cronaca del funerale del panettiere scomparso nel 1933, quando lo scrittore aveva solo 9 anni e della cui scomparsa se ne è occupata la testata giornalistica del New York Times. L'uomo aveva conoscenze anche in campo cinematografico tanto che al funerale presero parte anche: Charlie Chaplin e James Stewart. Molti gli elementi autobiografici presenti nel romanzo: la storia della bambina rapita viene raccontata in modo da essere tramandata alle generazioni future e non a caso lo scrittore la racconta ai tre nipoti Gianluigi; Niccolò e Leopoldo figli della primogenita, anche lei medico, Giuseppina. Il profondo legame che unisce Bonaviri alla Ciociaria è presente nel ricordo del barbiere Vincenzo Celletti e di Franco Zangrilli. 

Il romanzo, apparso per la prima volta in Francia per le edizioni Mille et una nuits con il titolo “Silvinia au le voyage des ègarès”, è dedicato al secondogenito ingegner Emanuele, docente presso l'Ipsia e vice-presidente dell'associazione di volontariato Siloe cui sono socio da luglio 2006.

* Veroli 27 ottobre 2014. Di Gabriele Mattacola.

1 Dalla prefazione al libro

2 Prefazione al libro

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