“Il mio equilibrio tra contenuto e forma …è puro
coinvolgimento emotivo …affidato al colore”.
Scrive l’autrice nella copertina del libro. Un ringraziamento speciale lo rivolge a Luigi Prò che ha assistito e sollecitato la poetessa e pittrice a realizzare il libro che è stato presentato il 20 settembre a Sora. Una raccolta di poesie e quadri che Maria Laura Capocci dedica a sua figlia Maria Cristina. L’autrice è residente nel nord della provincia di Frosinone ma originaria della Valle di Comino.
* La seconda parte della nota a
cura di Fernando Palese
I contenuti del libro, un misto di sensazioni, fra loro
contrastanti, si accavallano, si intrecciano, narrano la realtà con una
dedizione che rasenta quasi la perfezione. Emerge la speranza in “fine della
vita terrena”, la rassegnazione in “vecchierello”, il nudo e crudo realismo in
“constatazione”, la spasmodica ricerca in “amore”, l’ipocrisia e la falsità in
“meditazione”, “ricordi” e “tristezza”, il grande sollievo in “solitudine”, il
tema della spiritualità in “Settefrati”… .
La Capocci invita il lettore a guardare dentro, a cercare la soluzione alla caducità della vita terrena, all’atavico conflitto interiore che lo tormenta, a riscoprire la semplicità, la purezza, ad individuare l’essenza. Lo chiama inoltre a volgere lo sguardo al creato, a contemplarlo, ad elogiare il suo artefice, che “non assiste impassibile e indifferente al susseguirsi degli eventi, ma, al contrario, vuole donare la pace, la gioia, l’amore a chiunque si accosta a lui con un cuore rotto e uno spirito contrito”… (nota dell’autore).
“Canterò al Signore finché avrò vita,
salmeggerò al mio Dio finché esisterò.
Possa la mia meditazione essergli gradita”
(Salmo 104 : 33 – 34 dalla Bibbia).
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