Vittorio Cristini: uno sportivo ed un sorano indimenticabile
di Gianni Fabrizio
È doveroso ricordare ancora Vittorio Cristini, una delle figure più significative e nobili della storia recente di Sora, scomparso il 29 settembre del 1974, ben 44 anni fa. E tante belle pagine di storia locale ha saputo scrivere il “Presidente”.
A lui il Comune di Sora ha intitolato il ponte lamellare che collega il Lungoliri Cavour con la parte retrostante della chiesa di S. Rocco. Anche il “Roma club” di Sora porta il Suo nome.
Sono innumerevoli coloro che ancora conservano la memoria della sua poliedrica attività e il dono della sua “testimonianza umana e sociale”. Vittorio Cristini segnò il cammino e la vita di tantissimi “giovani”, che ancora ricordano il periodo compreso nell’arco tra gli anni 60 e 70. Molti lo seguivano ricevendo sicurezza, fiducia, esempio, solidarietà e sostegno vero.
La zona di “S. Rocco” era il “suo” rione e Vittorio Cristini è stato egli stesso “un ponte”, collegando e traghettando i tanti giovani, che lo consideravano “leader naturale”, verso una esperienza di vita basata sui valori veri dello sport e della famiglia.
Ha rappresentato un preciso punto di riferimento nell’ambito della popolare zona di S. Rocco e di “Cancéglie”, il cuore vero della Città; un’esperienza che poi ha coinvolto anche tanti altri segmenti e rioni di Sora. Seppe trascinare, con l’ entusiasmo di una sua particolarissima “ricchezza umana”, una intera generazione di ragazze e ragazzi.
E’ stato un testimone concreto dello sport, quello con la “S” maiuscola; lo “Sport” che accoglie, che educa, che matura e forma tramite i principi cristiani dell’altruismo, della disponibilità, del solidarismo e del servizio.
Con la sua “forte personalità e positiva complicità” ha aiutato, concretamente e in tutti modi, tanti giovani ad essere cittadini adulti.
Una “spinta” unica che ancora oggi molti dei giovani di allora, portano e conservano nel cuore.
Ebbe sempre al suo fianco l’appoggio, con l’intelligente, insostituibile e prezioso sostegno della moglie, signora Marina Simoncelli.
Fu un imprenditore coraggioso e lungimirante: giocatore del Sora, con un salto in serie “A” nella “magica Roma”; dirigente e collaboratore dell’A. S. Sora; presidente della “Polisportiva Fede e Lavoro”; promotore e sostenitore di iniziative sportive, ricreative e culturali per i giovani della Città, nell’ambito della FIGC, del CSI, dell’Azione Cattolica e della parrocchia di S. Silvestro.
Per questo, a Sora in tanti, gli dicono ancora: “grazie”.
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