4.2.19

CONVENZIONE NAZIONALE DEL PD Sfida a tre: Giachetti, Martina e Zingaretti Ieri la prima tappa


SFIDA A TRE La convenzione nazionale del Pd; la prima tappa.

Terzo Giachetti, dopo solo un mese dalla sua candidatura, sale sul palco dell'Ergife. Alle ore 13, più o meno, in punto, l'obbiettivo raggiunto quello generale. Ha girato molto trovando un partito che si è messo in gioco e tanti iscritti e simpatizzanti che si sono messi in moto. Risultati che sono però inferiori ad anni precedenti. Invita gli altri due candidati di fare comizi insieme. Un confronto, forse, finirà in televisione davanti Lucia Annunziata. Vuole chiarezza sulle posizioni per fare votare con sicurezza senza dubbi il popolo del Pd. Le altre mozioni su alcuni temi sono bipartisan, per Giachetti. E bisogna dirlo chiaramente. Il quadro generale ora è mutato, l'Italia è governata dai giallo-verde, la scena è cambiata che ha spezzato il Pd. Il governo è dei populisti, servirebbe un congresso su questa situazione, invece cos'è il congresso? Per Giachetti, in ritardo, ideato e pensato su un altra fase politica. Se si inizia così "siamo messi male", numeri, risultati che si conoscono benissimo. Si rivolge agli altri che non appoggiano la sua mozione, per la loro mozione c'è la voglia di non cambiare tutto quello che è stato fatto negli ultimi cinque anni. Vogliono andare avanti, domanda se il loro futuro è quello di tornare indietro? Con chi fare queste alleanze? Con chi ci ha distrutto per cinque anni? Poi c'è l'altro tema della ecologia della politica. Vogliono vincere le primarie per riorganizzare il partito, sono in pista per non perdere.

Il secondo arrivato Maurizio Martina. Saluta la sindaca di Castelmaggiore dove il Reno è esondato. Attacca subito il governo che è l'avversario quello vero e non i due altri candidati. Ringrazia Mattarella per il suo lavoro che sta facendo. Parte contro le attività del governo di questi giorni e di questi pochi mesi. Ci mette anche CasaPound con le sedi che restano aperte. Sono quelli del governo con le azioni ambigue sul Venezuela. Un altro esempio. Propone un Pd con la mozione alternativa a tutti questi avversari. Un Pd di combattimento senza cedimenti, con una alternativa forte, la vera sfida si misura fuori: senza Reddito di Cittadinanza, parità salariale tra uomini e donne, sceglie i giovani per cambiare l'Italia, una visione di società prima di un programma elettorale. I legami sociali da ritrovare, non propone il servizio militare ma il servizio civile, il lavoro da fare è tanto, non è un congresso normale è in gioco il futuro del partito. Per non smarrire la rotta bisogna arrivare ad un congresso di unità, plurali e uniti. Altrimenti si diventa un piccolo partito. Un congresso per guardare al futuro. Ma bisogna allargare il campo, c'è la proposta per le Europee positiva. (Ma Calenda non voterà alle primarie, ndb). Le  primarie però non sono un autobus, vengano solo gli elettori del Pd. Energie nuove ma con chiarezza. La vera sfida ha inizio però il 4 marzo in poi. L'ultima cosa che dice, se vince ha bisogno del lavoro di tutti.

Sale sul palco, quasi alle ore 14, Nicola Zingaretti che vuole parlare anche agli italiani. Nel suo partito non ci saranno mai avversari ma concorrenti. Tanti i dubbi in giro, c'è qualcosa che sta accadendo, cresce la percezione che qualcosa non va, siamo al limite il tema dell'integrazione affrontato come si sta affrontando. A che cosa serve il Pd? Una nuova funzione, saremo sempre dall'altra parte, "sulla legge Pillon solleveremo l'Italia. Il Reddito di Inclusione è giusto" ma boccia il Reddito di Cittadinanza che vede "reddito di sudditanza". Con il governo in carica crolla la fiducia sul lavoro. C'è il rischio di una terza fase ma ci vuole la credibilità del partito democratico. Passare dalla propaganda alla politica, alle alleanze, non farà nessuna alleanza con i 5 Stelle che sono il tutto e il contrario di tutto. Altro che accordo o sciogliersi ma voltare pagina, senza problemi ma pensare al futuro credibile e di riscatto con un passo nuovo e una data da dedicare al Sud. Propone gli invitati permanenti nella segreteria, mettere insieme non solo i successi ma anche i limiti che si hanno. Un atto di coraggio per ricominciare, mettendo prima le persone, senza tattiche, guardando al futuro, sicurezza, giustizia, ricchi e poveri, una stagione nuova da far ripartire guardando a chi ha tanto e a chi a poco. Rompere lo schema economico con i tanti che restano indietro. La missione di Zingaretti, il nuovo gruppo dirigente del Pd con tutti che collaborano. Per avere l'unità prepara l'unità, serve un nuovo Pd, un partito che non è finito, non la chiusura delle primarie ma da li' ripartire, ha letto tutte le mozioni, vuole rilanciare il partito aprendolo alla società civile. Una riforma del partito, identità contro nessuno, ma i democratici italiani che si devono muovere per voltare pagina. Alle ore 14 e 15 chiude il suo discorso.

LE MOZIONI
La convenzione nazionale all'Ergife di Roma non finisce ci sono le mozioni da presentare. Il momento più triste perché non tutti in sala restano ad ascoltare. "L'unità gia rotta (in precedenza) nelle stesse sale". Bisogna dirsi con coraggio che la povertà, il lavoro vanno messo al centro. Le primarie saranno aperte ma il voto non sarà identico al passato. Il 40% non ha rivotato il Pd. Il modello Milano con il sindaco che non era espressione del Pd. La mozione di Giachetti importante a Milano. Una verità da raccontarsi tra di noi, per Ada De Cesaris.

La seconda mozione, quella di Martina, presentata da un'altra donna giovane di Roma. Cose che si conoscono bene, le primarie che si fanno in un certo modo che si conosce. Da due anni lei ci mette la faccia ma si è dimessa al II Municipio di Roma, racconta della periferia di Roma, con poche luci ma con una sezione che fa tante cose. Il partito dovrebbe andare in pratica anche in periferia. E lo spazio per il partito c'è in queste periferie. Come tornare però nelle periferie? Le domande di Nella Converti.
La terza mozione Boccia presentata dallo stesso. Che ricorda che non c'è bisogno di parlare del passato. Una battaglia fatta, a mani nude, non si doveva parlare di economia. Parlare di futuro e di lavoro che è diventato a cottimo. Le battaglie sul lavoro, e sulla scuola con la riforma che non è stata delle migliori. La Sinistra deve essere percepita per questo e altro di chiaro. La nostra idea di società con i tanti rafforzamenti. Chiude con: un passaggio intermedio così vede la convenzione. Sente la voglia di partecipare ancora con queste occasioni. Sullo sviluppo sostenibile, ambiente, inquinamento chiude il suo discorso. Appoggia Zingaretti nella prossima fase, nei prossimi trenta giorni.

Caterina Conti per la mozione Zingaretti arriva dal Friuli Venezia Giulia. Il partito ha fatto uno sforzo per arrivare ad oggi. Cambiare perché si è aperta una nuova fase. Serve una nuova classe dirigente senza rottamazione. Un congresso con pochi partecipanti non i tre milioni e mezzo di una volta; ci vogliono ora i giovani, e c'è bisogno di tutti non sarà scartato nessuno. Il Pd ha bisogno di un nuovo pensiero, di conoscere, di una Europa da cambiare. Si è scelto un leader con i tanti che hanno animato "Piazza Grande". Un partito che deve tornare grande, si impegneranno per far votare tanti a marzo.

La mozione Corallo: inizia critico sulla sala semivuota. Corallo ha girato l'Italia, e arriva alla conclusione che le convenzioni sono inutili o ci sono iscritti falsi. Portare i lavoratori, i disoccupati, gli studenti a fare politica, consegnare a loro il potere. La Sinistra non la conosciamo fino a quando apriamo la scatola, in pratica quando si aprono le urne. Hanno provato a dare una linea sulla Europa, sull'ambiente, sui lavoratori, sulla posizione della Italia in Europa. Continueranno a portare le proprie idee dentro e fuori il Pd.

Mozione Maria Saladino. Si è candidata senza attendere nessun via, qualcosa nel partito deve cambiare. Ha partecipato con impegno vedendo tanto entusiasmo ma anche tante sezioni chiuse. Non fa polemiche ma vuole far guardare in faccia la realtà.

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