8.2.19

La seconda parte della storia di Frosinone ripresa dal saggio di Maria Chiara Bisci

LA STORIA DI FROSINONE ( Seconda ed ultima parte )

di Gabriele Mattacola

Il capitolo sesto del saggio curato da Maria Chiara Bisci s’intitola “I giovani
ciociari dagli atelier di Parigi ai campi di battaglia”. Nel primo paragrafo la
curatrice, prendendo come punto di riferimento il volume di Michele Santulli
“Il costume ciociaro nell’arte europea del 1800”, ricorda la figura della donna
ciociara quale soggetto molto amato dagli artisti, sia italiani che stranieri
( vedasi Agostina Segatori, musa di Van Gogh ).

Emblema della cultura
ciociara, in questi anni, è quello della donna che reca in testa la tipica conca
in rame per il trasporto dell’acqua la cui scultura, realizzata dall’anagnino
Tommaso Gismondi, si trova in viale Roma. A Frosinone, nel 1873, è morto
Urbano Rattazzi, promulgatore di un’importante legge con la quale vengono
Istituiti nel Regno sabaudo gli uffici dell’avvocatura dei poveri. Tra la fine
dell’800 e i primi del ‘900 la città ha dato i natali ai fratelli Bragaglia: Anton
Giulio, Arturo, Carlo Ludovico e Alberto. Il primo ha fondato la “Casa d’arte
Bragaglia”, punto di incontro tra artisti e cineasti ed in seguito, assieme ai
già menzionati fratelli, la tecnica fotografica denominata “Fotodinamismo”.
Carlo Ludovico lo ricordiamo come regista di commedie cinematografiche
interpretate da Totò ( “47, morto che parla” e “Figaro qua figaro la”); Eduardo
ed Aldo Fabrizi. Arturo, invece, è stato nel cinema un caratterista ed infine
Alberto ha svolto l’attività di pittore e saggista. 

Nel quinto paragrafo, oltre ad
accennare al devastante terremoto del 1915, la curatrice parla dell’arrivo in
città dell’energia elettrica alla fine di luglio 1907 e dell’acqua potabile nelle
case. Drammatico è il paragrafo sulla “Grande Guerra” durante la quale
persero la vita alcuni frusinati a cui sono stati dedicati vari edifici scolastici:
Pietro Tiravanti, caduto in Libia l’11.7.1915 dopo essersi presentato alla leva
militare l’anno prima, Norberto Turriziani ( 18.5.1916 Cima Campilazzi );
Gabriele Grande e Giuseppe Acciaccarelli.

A fine capitolo viene presa in
esame la costruzione della tratta ferroviaria che unisce Roma a Frosinone, i
cui lavori sono iniziati nel 1917 e rimasta in funzione fino a venti anni dopo.
Nel settimo capitolo, oltre a parlare dell’11.1.1927 giorno in cui Frosinone è
diventata provincia, la curatrice ricorda alcuni cittadini nati ed attivi in città tra
gli anni ’20 e ’30 del XX secolo. Tra di essi ricordiamo: l’architetto Giovanni
Jacobucci, originario di Supino, il quale ha progettato, tra l’altro, la sede
dell’Amministrazione Provinciale ed il Palazzo della Camera di Commercio
rinnovando l’architettura cittadina; Edgardo Vivoli, a cui si deve il progetto
dell’ex- Stadio Matusa da poco parco aperto alla cittadinanza; Armando
Vona, ingegnere artefice della strada in cui si trova il Tiravanti e sindaco di
Frosinone tra il 1960 ed il ’64 ed il poeta Paolino Colapietro ( 1922-2000),
autore di versi ironici fortemente imperniati su un umorismo tipicamente
paesano il quale, componendo le sue liriche per lo più in vernacolo frusinate,
ha tratteggiato con ironia il carattere e la peculiarità dei suoi concittadini. Nel
capitolo è ricordata la compagnia teatrale attiva fino agli anni ’60 che prende
il nome di “Filodrammatica”, la quale inscena commedie tratte da Goldoni e
Pirandello, e si parla di due edifici ormai in disuso: Cinema Teatro Isabella
( in seguito Excelsior ) e Il Dispensario antitubercolare in via Napoli. 


A chiusura del capitolo si parla dell’aeroporto di Frosinone, istituito il 1.1.1939
ed intitolato a Girolamo Moscardini, romano le cui origini sono di Pofi, morto
tragicamente nel 1932 a soli 27 anni durante un volo di preparazione al Giro
aereo d’Europa. L’ottavo capitolo, “Un territorio violentato da bombe e
ferocia”, è dedicato ai terribili anni della seconda guerra mondiale a
Frosinone. L’entrata dell’Italia in guerra è avvenuta il pomeriggio del
10.6.1940, giorno in cui in città viene annunciata dalla sirena del campanile
di Santa Maria. Il Duce è passato fugacemente in città il 4.4.1942. Nel
capitolo si parla dell’allora parroco della Cattedrale di Santa Maria don Luigi
Minotti il quale, aggirandosi tra le macerie del centro storico, presta soccorso
ai feriti. 

A Frosinone e dintorni vengono istituiti vari gruppi partigiani.
Il 6.1.1944, nel “curvone” di viale Mazzini vicino all’ex-ospedale “Umberto
Primo”, vengono fucilati tre giovani toscani non ancora ventenni: Giorgio
Grassi, Pier Luigi Banchi e Luciano Lavacchini, oppositori del regime fascista
ai quali è dedicato un monumento inaugurato nel 2004 ad opera dello
scultore Alberto Spaziani. Tra gli altri caduti del secondo conflitto mondiale
vi sono anche i frusinati Vincenzo Ferrarelli e Gino Sellari. Durante la guerra
sono state danneggiate anche le chiese di Santa Maria e dell’Annunziata,
quest’ultima ridotta ad un cumulo di macerie. In città, presso la curva
Zallocco, un cecchino colpisce a morte il ventiseienne canadese arrivato in
città per combattere Everett Murber Summ. In conclusione del capitolo la
curatrice ricorda la tragedia delle marocchinate immortalata, prima in
romanzo, in seguito al cinema, da Alberto Moravia e Vittorio De Sica in “La
Ciociara”, film grazie al quale Sophia Loren ha vinto l’Oscar per il ruolo di
Cesira. Il nono capitolo parla della ricostruzione a partire dalla metà degli anni
’40. 

Dal 1946, per quindici anni fino al 1961, è sindaco della città Domenico
Ferrante, meglio conosciuto come “Sor Memmo” e proprietario di diverse
attività con le quali cerca di dare lavoro, occasionalmente, a più persone
possibili. Nel centro storico aprono vari negozi mentre alla fine degli anni ‘50
nasce una vera e propria istituzione: il Cinema Teatro Nestor il cui progetto
è stato finanziato dagli ingegneri Dani ed Evangelisti. Nel 1960 nasce,
accanto al casello autostradale,il nuovo stabilimento della “Permaflex”, la cui
sede ciociara è diretta, fino al 1957, da Licio Gelli. In via Aldo Moro ( all’epoca
chiamata Pareti ) viene aperto il primo grande magazzino della storia della
città: la Standa. 

Tra il 1961 ed il ’63 vengono istituiti il liceo scientifico
“Francesco Severi”, il liceo artistico “Anton Giulio Bragaglia” e l’Istituto tecnico
Industriale “Alessandro Volta”. Per esigenze lavorative si trasferisce in città il
dottor Giuseppe Bonaviri, scrittore e poeta più volte candidato al Premio
Nobel che rimarrà in città fino alla morte, all’età di 84 anni, il 21.3.2009. Tra
le sue opere ricordiamo: “Il sarto della strada lunga”, “Notti sull’altura”,
Ghigò” e “Silvinia”. A lui è stata intitolata la “Casa della cultura” che si trova
nell’ex-Mattatoio. L’ultimo capitolo, il decimo, parte dal 18.5.1968 giorno in
cui, alla presenza dell’onorevole Giulio Andreotti, viene inaugurato “Il
grattacieloL’Edera”, struttura entrata a pieno titolo a far parte delle cartoline
cittadine e simbolo del boom economico ed elemento distintivo del
paesaggio cittadino. Negli anni ’70 vengono istituite l’Accademia di Belle Arti
( 1972 ) e il Conservatorio “Licinio Refice” ( 1973 ). 

Nel 1977 viene inaugurato
lungo viale Mazzini il “Monumento ai caduti di tutte le guerre”, opera dello
scultore Umberto Mastroianni. L’anno dopo, 1978, viene assassinato il
procuratore della Repubblica Fedele Calvosa. In questi anni nascono il
“Teatro Club” ad opera dell’artista e regista Gian Carlo Riccardi ed il teatro
dei burattini ad opera di Antonio Camilli. Negli anni ’80 il professor Amedeo
Di Sora fonda la compagnia “Teatro dell’Appeso” e nasce, ad opera di
Umberto Celani, il quotidiano “Ciociaria Oggi”. In anni recenti, nel 2010, è
stato inaugurato il nuovo ospedale intitolato a Fabrizio Spaziani, medico
frusinate morto il 22 agosto dell’anno prima a causa di un incidente mentre
era impegnato in un’operazione di soccorso.

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