Gabriele Mattacola, il primo articolo sull'amico Giorgio Copiz

POESIE

Intorno ai primi anni '60, quattro giovani amici raccolsero le loro composizioni poetiche in un opuscolo dal titolo "Poesie".

Giuseppe

Stracqualursi, il primo di essi, nei suoi versi sciolti ricorda gli anni dell'infanzia attraverso la figura della nonna e del nonno che, seduto

vicino al focolare, raccontava novelle. Temi presenti nelle liriche da lui composte sono: il richiamo del mare, il tramonto e la visione 

onirica dell'aldilà che gli appare in sogno.

Antonio Camilli, ex-insegnante e dipendente comunale, ha composto liriche per lo più in

vernacolo: "Glie passaritte" parla di un passero morto a seguito di un forte vento. Il poeta, con tristezza, ripensa a quando il volatile 

era in vita felice e contento. Nelle liriche da lui composte scorgiamo la sua tristezza nel sentire la mancanza della madre, venuta meno

quando lui era bambino. Significativi sono i componimenti poetici "Natale" e "Ciociaria". Nel primo di essi parla della natività di Nostro

Signore cogliendola nel sorriso di tutti che, per l'occasione, si danno la mano chiedendo perdono e nel suono dolce delle ciaramelle.

La seconda lirica è un inno alla Ciociaria da lui elogiata come "Amena valle di eterna giovinezza".

Giorgio Copiz, di origini friulane, ha

composto la bellissima lirica in lingua italiana "L'ultima preghiera", dedicata ad un mendicante il quale ritorna al paese natale ritrovando

la vecchietta che, in lacrime, verrà a lui incontro sulla riva del fiume. Dipendente provinciale ed imprenditore agricolo, Giorgio Copiz si

è dedicato, in seguito, ai generi letterari del fumetto ed all'attualità.

Ultimo poeta presente nel volumetto è Enzo Di Folca, la cui lirica più

significativa, "Ularia sapè", è composta nel suo dialetto ciociaro. In essa il poeta è desideroso di sapere perchè le stelle si accendono 

da sole, vorrebbe vedere insieme il topo, il gatto e l'uccello ed infine se il battito del cuore è un motore per la vita o per il dolore.