17.1.13

FESTA DEI GIORNALISTI DIOCESI DI SORA AQUINO PONTECORVO: IL SALUTO E GLI AUGURI DI MONS. ANTONIO LECCE

Gianni Fabrizio, Addetto stampa, intanto ricorda ai colleghi l'invito a partecipare alla messa che don Mario Zeverini celebrerà domenica 20 gennaio alle ore 10.15, nella chiesa di S. Francesco in Sora, per festeggiare insieme la ricorrenza del patrono dei giornalisti e degli operatori della comunicazione sociale.

Cattedrale
Diocesi di Sora Aquino Pontecorvo. Nella Chiesa di S. Francesco in Sora alle ore 10.15. Domenica 20 gennaio i giornalisti festeggiano il loro patrono S. Francesco di Sales. Il saluto dell’Amministratore Diocesano mons. Antonio Lecce.

Domenica 20, in occasione della festività di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, che cade il 24 gennaio prossimo, l’Ufficio delle Comunicazioni Sociali  e la Redazione di “Avvenire 7”, diretti da don Alessandro Rea, celebrano la ricorrenza con  una Messa alle ore 10.15 nella Chiesa di S. Francesco in Sora, officiata  da don Mario Zeverini. Sono stati invitati i giornalisti e tutti coloro che operano nel mondo dell’informazione, nell’ambito del territorio della Diocesi di Sora Aquino Pontecorvo, oltre ai familiari dei giornalisti defunti. Questi ultimi, durante la celebrazione eucaristica, saranno ricordati per il loro contribuito a diffondere e a promuovere ogni attività di tutti i settori sociali del territorio, attraverso un serio lavoro di cronaca, di commento, di informazione e di divulgazione. 

Per la ricorrenza di S. Francesco di Sales, l’Amministratore Diocesano, mons. Antonio Lecce, ha voluto indirizzare a tutti gli operatori della comunicazione sociale il seguente saluto:

Il cammino spirituale in questo “frattempo”  della vita ecclesiale ha come bussola il documento del Papa “La porta della fede”, offerto a tutta la Chiesa in occasione del 50° anniversario del Concilio Vaticano II. “Dobbiamo ritrovare il gusto – scrive il Papa - di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele …”. Entra in gioco il fattore importantissimo della trasmissione, o meglio, della comunicazione, che tocca non solo il settore della Parola di Dio, ma di ogni rapporto tra persone, generazioni, istituzioni, in una parola del nostro vivere nella società e nella Chiesa. Il riferimento al Concilio Vaticano II ci apre la finestra sul primo decreto, approvato il 4 dicembre 1963, e che è passato alla storia come il documento che ha avuto il maggior numero di “non placet”. “Tra le meravigliose invenzioni … “, così comincia il Documento, che  a molti sembra poco “conciliare”.  Pur se “datato”, esso afferma alcuni importanti principi sul rapporto tra la Chiesa e i mezzi di comunicazione, a partire dal fatto che la Chiesa ha il diritto di usare questi mezzi per il suo ministero e che deve assicurarne l'opportuno utilizzo morale secondo i suoi insegnamenti. Considerare la comunicazione solo  “strumento”  appare oggi come un limite del documento, superato poi dall’ imprevedibilmente veloce evoluzione dei media che ha provocato numerosi interventi di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI.  Che certo non poteva prevedere internet e social media, il più recente dei quali, Twitter, anche Benedetto XVI comincia ora a usare. I vescovi italiani (EVBV 54) così si esprimono:”La Chiesa esiste per comunicare: è essa stessa tradizione vivente, trasmissione del Vangelo … nei modi culturalmente più fecondi e rilevanti”. E ancora :”Nell’ampio ventaglio di forme … un aspetto importante è l’educazione alla comunicazione, mediante la conoscenza, la fruizione critica e la gestione dei media  . ..  Occorre sostenere l’impegno di quanti operano da cristiani nell’universo della comunicazione”. Anche  questo mio piccolo intervento, come rappresentante della Chiesa di Sora Aquino Pontecorvo, vuole esprimere la simpatia e la vicinanza a voi che quotidianamente siete immersi nel mondo affascinante della comunicazione. “Agendo sul mondo vitale, scrivono ancora i vescovi, i processi mediatici arrivano a dare forma alla realtà stessa”. Vorrei auspicare  che tutti voi, nella piena consapevolezza delle implicazioni sociali, culturali, etiche e religiose che accompagnano la vostra professione, riusciate a incidere  in modo positivo  sull’esperienza delle persone che vivono nel nostro territorio, aiutandole a dissipare la nebbia dei falsi valori e degli orientamenti sbagliati. Saluti e auguri per l’anno che è appena iniziato”.  

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