Ecco cronaca e foto del primo incontro "non ufficiale" di una piccola rappresentanza della Diocesi di Sora
Aquino Pontecorvo con il vescovo eletto, mons. Gerardo Antonazzo.
di Gianni Fabrizio *
A Roma in un clima di grande cordialità L’
INCONTRO INFORMALE CON MONS. GERARDO
ANTONAZZO Mons. Antonio Lecce: ”È una persona amabile, affabile, distinta e di
grande umanità e spiritualità”
È stato un saluto di grande cordialità. Si è tenuto a Roma
presso il Seminario Maggiore. Il primo con il vescovo eletto di Sora Aquino
Pontecorvo, mons. Gerardo Antonazzo. Siamo a Roma per un incontro speciale, molto speciale, del
tutto informale, tra una rappresentanza
non ufficiale della diocesi di Sora
Aquino Pontecorvo, con il nuovo vescovo, mons. Gerardo Antonazzo.
Il piccolo
gruppo “sorano”, avvisato in fretta, all’ultimo momento, è guidato dall’Amministratore Diocesano, mons.
Antonio Lecce. Ci fanno accomodare in una saletta del piano terra. Con mons. Gerardo Antonazzo sono diventati tre i vescovi di Sora di origine pugliese, uno già nel
1400, l’altro nel 1500 ed ora, Lui, in questo 2013. Ci accoglie con gentilezza
all’ingresso del Seminario Maggiore di Roma don Giuseppe Indino, parroco di
“Cristo Re” di Leuca Marina, che ha accompagnato, qui a Roma, mons.
Antonazzo. Si avvicina a noi, mons. Ernesto Mandara, vescovo di Sabina – Poggio
Mirteto. “Siete di Sora? Vi assicuro che avrete un ottimo vescovo: è bravissimo
don Gerardo” ci dice. Subito dopo il
nuovo vescovo di Sora arriva. Lo accogliamo con
calore ed un pò di emozione. E’ sorridente e cordiale. Ora è qui davanti a noi “Chi” guiderà la Chiesa che è in Sora Aquino Pontecorvo, per i prossimi anni; una Chiesa
in cammino di comunione, di servizio, di speranza. Abbraccia e stringe forte la
mano a tutti. Mons. Gerardo Antonazzo, poi, siede fra noi e non sceglie la
poltrona a lui riservata, ma una delle
sedie sistemate a semicerchio. Chiede il nome e il ruolo di ognuno. Vuole
conoscere particolari e dettagli. Subito il clima si fa familiare; subito ci
sentiamo a nostro agio. Subito Lo
sentiamo veramente già nostro vescovo. È
subito simpatia immediata e reciproca e intesa profonda e sincera. A nome di tutti mons.
Antonio Lecce Gli rivolge un indirizzo di saluto, aggiungendo l’esultanza,
l’unanimità dei consensi, la stima e l’affetto con cui l’annuncio della Sua
nomina è stato accolto in Diocesi, nel
territorio delle due province di Frosinone e L’Aquila, fra la gente delle Valli
del Liri, di Comino e di Roveto. C’è il
momento della consegna da parte di mons. Antonio Lecce di alcune pubblicazioni
riguardanti la Diocesi: una parziale “carta d’identità” culturale e sociale
delle nostre realtà. Mons. Gerardo Antonazzo si è un po’ “raccontato” con
grande semplicità e umanità. Ha precisato che il
suo programma é tutto nel motto episcopale, riferimento e sintesi dell’impegno
della Chiesa contemporanea: “In fines terrae”. Sono le parole del salmo 19
citate dall’apostolo Paolo nella lettera
ai Romani, per parlare della necessità della fede in Cristo Gesù. “Vengo come parroco dal santuario di Leuca,
dove si venera Maria con il titolo di ”De finibus terrae” e accolgo il
ministero episcopale con il motto “In fines terrae”. Intendo così restare
nell’ampio orizzonte dell’evangelizzazione per la quale la Chiesa riscopre la sua
vera natura missionaria”.
Ne emerge, allora, una figura tenera, fraterna, cordiale,
semplice, affabile, umile, disponibile,
con una forte carica umana. È anche uno sportivo vero e si cimenta, tra sci e podismo. Saprà “farci fare parecchio cammino”, pensiamo. Sicuramente
è già “uno di noi”, anche perché é stato “parroco” e “la parrocchia, afferma, è la vita del prete”. Dopo il primo
incontro con il nuovo vescovo, l’impressione comune è stata certamente positiva. In particolare sul
piano spirituale si è notato una sua profonda ricchezza interiore. Sotto il
profilo pastorale mons. Gerardo Antonazzo si è rivelato una persona che ha maturato uno stile incisivo ed
immediato. Di Lui colpisce la solarità e l’umanità degli atteggiamenti, sempre
cordiali,aperti ed essenziali, uniti
alla capacità di sapere e volere “dialogare”, mettendo l’interlocutore a
proprio agio. Si è colta anche l’ansia del Pastore e del Biblista, pronto ad “andare” con energia e fermezza, facendosi
attento all’ascolto e ai bisogni del mondo giovanile, degli ultimi ed ai
problemi concreti della società, soprattutto in questo momento di gravissima
crisi. L’incontro ha segnato la prima tappa del lungo cammino che porterà
mons. Gerardo Antonazzo al grande abbraccio
con la sua nuova Diocesi. Incontrare “l’ex” vicario di Ugento – S. Maria di Leuca è stato anche come ritrovare una
persona che si conosce. Infatti, non appena saputo della nomina, in molti
abbiamo “navigato” su internet che ci ha consegnato, a piene mani, immagini, video,
notizie e suggestioni sul nuovo “vescovo sorano”. Poco dopo le 10.30 giunge il nostro saluto di
commiato ed un arrivederci. Questa volta, però, prima ad Ugento
il giorno 8 aprile per l’ordinazione episcopale e quindi a Sora,
che si prepara ad accogliere, domenica
21 aprile, festività del “Buon Pastore”, il suo nuovo vescovo, mons. Gerardo
Antonazzo. La diocesi di Sora, Aquino e
Pontecorvo, il popolo, il territorio delle provincie de L’Aquila e di Frosinone
Gli vogliono già bene. Mons. Antonazzo ha ancora molti impegni a Roma, ma trova
il tempo per un saluto doveroso a mons. Filippo Iannone e a padre Luca
Brandolini.
“Che forza in quella stretta di mano e nell’abbraccio tra me ed il
vescovo Gerardo, ci ha detto Antonio Accettola, presidente diocesano
dell’A. C. Insomma, sono andato a Roma
per accogliere ed invece sono stato accolto! Il nostro nuovo vescovo si è
dimostrato corrispondente all’idea che mi ero fatto dalle foto e informazioni avute su di lui:
semplice, affabile e disponibile! Quanto basta per ringraziare il Signore per
aver donato alla nostra Chiesa locale una
nuova e preziosa guida”. “Sono andato a Roma, ci ha confidato
mons. Antonio Lecce, con trepidazione per
il primo incontro con il nuovo Vescovo di Sora, mons. Gerardo Antonazzo,
del quale avevo appena dato la notizia di nomina. Gli amici
sacerdoti pugliesi me lo avevano descritto come una persona amabile, affabile, distinta, dotata di grande
umanità e spiritualità. La mia prima impressione non solo conferma quanto
sapevo per “sentito dire”, ma va oltre e dichiara ai quattro venti che la
nostra Chiesa ha trovato in questo Vescovo una persona dotata di una grande
capacità di accoglienza e di apertura
d’animo, finezza e signorilità di
tratto. Sono sicuro di questo e non temo smentita”.
All’uscita dal
Seminario Maggiore, prima del ritorno, un felice incontro. Abbiamo potuto
salutare padre Luca Brandolini, sceso a
stringerci le mani. Forse “un segno” nella continuità della storia e del
cammino di fede della Diocesi di Sora Aquino Pontecorvo, che prosegue il
proprio percorso, in questi ultimi tempi, già da mons. Musto, il vescovo della
“ricostruzione” e del “Concilio”, mons. Minchiatti, il vescovo ”pastoralista”, mons.
Chiarinelli, il vescovo “catecheta”, mons. Brandolini, il vescovo “liturgista”,
mons. Iannone, il vescovo “giurista” ed oggi, mons. Antonazzo, il vescovo
“biblista”.
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