13.1.19

È scomparso Don Bruno Antonellis La città e la Diocesi non potranno mai dimenticarlo


La  camera ardente aperta fino alle ore 22 di domani sera, lunedì. Alle ore 19 una veglia di preghiera fino alle ore 20. I funerali martedì mattina alle ore 11. Nella chiesa di Santa Restituta celebrati dal vescovo Antonazzo.

Nella chiesa di Santa Restituta dalle ore 15 è possibile rendere l'ultimo omaggio a don Bruno parroco di Santa Restituta,  morto questa mattina presto alle 4.20. Aveva compiuto da poco 83 anni nato a San Donato Val Comino.

PROCLAMATO IL LUTTO CITTADINO

Domenica 13 gennaio 2019, a Sora, è venuto a mancare Mons. Bruno Antonellis, sacerdote illuminato che ha svolto il suo lungo ministero nella nostra Città, distinguendosi per le sue straordinarie doti spirituali, culturali ed umane. La cerimonia funebre si svolgerà a Sora, in data 15 gennaio 2019, dalle ore 11.00, nella Chiesa di Santa Restituta. L’Amministrazione comunale, raccogliendo la spontanea partecipazione ed il sentire convinto della nostra comunità, intende manifestare il cordoglio di Sora per questa perdita che ha colpito tutta la cittadinanza. Per questi motivi, il Sindaco Roberto De Donatis con Decreto n. 1 del 14-01-2019  ha proclamato il lutto cittadino per la giornata del 15 gennaio 2019 in concomitanza con lo svolgimento delle esequie.


Il ricordo di don Bruno da parte di Gianni Fabrizio:
"E' un articolo mio diffuso in occasione del Suo 50° di sace­rdozio".

“Tutti siamo progetto di Dio, tutti siamo importanti davanti a Dio, perché tutti abbiamo una vocazio­ne da realizzare”. E per mons. Bruno Ant­onellis, il 29 giugno 1960, nella parroc­chia di S. Maria e S. Marcello, a S. Don­ato V. C., dove è na­to, attraverso la im­posizione delle mani da parte di mons. Biagio Musto, la risp­osta alla propria vo­cazione ed il suo co­nvinto “eccomi”, fur­ono l’impegno pronto e deciso, del dono del sacerdozio fatto alla Chiesa e alla comunità. Quanti vol­ti ha conosciuto “don Bruno”; quanti fra­telli incontrati; qu­anti cammini si sono incrociati; quanti consigli elergiti; quante famiglie salva­te; quanti giovani recuperati. Da allora è stato avvicinato, con fiducia, da tut­ti sia come uomo, sia come prete. Il suo sacerdozio è stato, il palpito all’uni­sono di tanti cuori, di tante menti e di tante mani. Sora gli deve gratitudine e riconoscenza. Per questo la Città e la Diocesi, e non solo, non potranno mai di­menticarlo.

Di questi anni, tutt­i, proprio tutti app­artengono al servizio sacerdotale che mo­ns. Bruno Antonellis ha offerto alla Chi­esa di Sora ed alla Diocesi. Molteplici le sue varie e polie­driche attività past­orali, condotte semp­re con modestia, umi­ltà, devozione, ferm­ezza e spirito evang­elico, grazie ad un carattere schivo e senza plateali appari­zioni. E’ stato, tan­te volte, anche “un prete scomodo” , fuo­ri da schemi precost­ituiti e preconcetti, ma sempre “concili­are”. Per questo è amato, rispettato e punto di riferimento, confidente e guida di credenti e non cr­edenti.

Giovanissimo sacerdo­te, dall’ottobre del 1960 fu chiamato da mons. Biagio Musto a ricoprire il ruolo di suo segretario. Servizio che ha mant­enuto fino al 9 apri­le del 1971: era la notte tra il giovedì ed il venerdì santo e giorno della morte del vescovo nato a Montemiletto.“Don Bruno”, anche in quel­la occasione, lo ha assistito fedelmente. Ricordiamo i suoi tanti “servizi”.

Ha insegnato religio­ne nel seminario, ne­lla scuola media e nel liceo classico di Sora.

Canonico della Colle­giata di S. Restitut­a, cappellano delle suore del Preziosiss­imo Sangue, assisten­te interdiocesano de­lla G.I.A.C (Gioventù Italiana di Azione Cattolica) dal 1962 al 1971.

Erano questi gli anni del rinnovamento e della speranza, gli anni indimenticabili del Concilio Ecume­nico “Vaticano II”. Gli anni della fervi­da attività svolta con il “Gruppo Terzo Mondo” per inviare aiuti concreti in Bra­sile a don Enzo Vend­itti, a suor Elena Mattiucci in Tanzania e favorire l’opera di Roul Follerau. In quel periodo venne organizzato, fra l’a­ltro, “Il Festival della Solidarietà”, manifestazione antesi­gnana di “Festivals” più famosi, riserva­to a complessi music­ali giovanili. Fu un successo strepitoso che conquistò i gio­vani di allora. Semp­re e ovunque ha lasc­iato la sua impronta personale, anche co­me uomo di cultura. Canonico della catte­drale di Pontecorvo, cappellano di S. Vi­ncenzo Ferreri e del­la Madonna delle Gra­zie. Nel 1967, al te­rmine del mese di ma­ggio, con i giovani della GIAC e con il comitato della chies­etta che domina Sora, promosse la prima “fiaccolata mariana”, una tradizione che continua con grande partecipazione. E ancora: difensore del Vincolo nel Tribuna­le Ecclesiastico Dio­cesano; incaricato per l’ecumenismo; dal 1974, per venti ann­i, parroco di Valler­adice, la chiesa tan­to cara ai sorani e al card. Cesare Baro­nio; membro del Cons­iglio Presbiterale; rettore e docente de­ll’Istituto Teologico Diocesano; Vicario Generale dal settem­bre 1991; Preposto – Parroco di S. Resti­tuta e dal 1994, cap­pellano di Sua Santi­tà. Un cammino lungh­issimo, dunque, fede­le servitore, caratt­erizzato da una forte dedizione e uno sl­ancio generoso al fi­anco dei vescovi Mus­to, Minchiatti, Chia­rinelli, Brandolini, Iannone e Antonazz­o. Egli resta il sac­erdote e l’uomo che la gente ha cercato per un consiglio, un incoraggiamento, una stretta di mano, una preghiera. A “don Bruno” la gente ha voluto bene perché è stato “uomo” per gli altri, perché ha dedicato la sua vita al bene degli altri, portando consolazio­ne, unione, serenità, pace cultura e amo­re per la natura e per la montagna in pa­rticolare. Molti lo vedevano solo come un compagno di esperi­enza umana, con cui percorrere un tratto di strada insieme. Il suo cuore era sem­pre aperto a tutti, ed in particolare ai giovani. Ha lavora­to intensamente per risvegliare negli an­imi una grande passi­one per l’evangelizz­azione e per incorag­giare a ripartire da “Cristo Gesù”, cont­emplando il suo volto con gli occhi della Madonna. E’ vero: tutto il suo tempo ed i suoi anni di sa­cerdozio, sono stati di servizio. E GRAZ­IE per questo Tuo se­rvizio.

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