Lavori già iniziati da un
anno ma fermi da oltre tre mesi.
Le altre domande: sono fondi europei? E il
patto di stabilità? Con l’incontro un momento di apertura tra cittadini e
comune, un nuovo contratto questa volta non di quartiere ma civile. La premessa
degli organizzatori.
I TECNICI IN SALA. Tutti schierati che hanno dato i loro
pareri. La gara vinta da un gruppo di imprese. Il primo problema è arrivato da
Acea che ha dovuto reperire i materiali. “Lenta” per i tecnici, “e ancora lenta
oggi”, dice l’ing. Facchini. Per l’ing. Tersigni, l’Acea è stato il primo problema,
il tecnico critica il “carrozzone” Acea. Ricorda il protocollo tra Acea e
l’Amministrazione Casinelli quasi non riconosciuto dai tecnici di Acea che sono
arrivati successivamente nella società. L’ing. Tersigni ricorda che loro hanno
parlato con 40 tecnici dell’Acea che si sono un po’ bloccati rispetto
all’accordo precedente. La difficoltà del progetto, gli scavi hanno dato una
realtà diversa.
Poi gli scavi che hanno portato altri problemi che non si
sospettavano. Perché la città è storica e i lavori interessano la parte più
antica. Il progetto non ha considerato l’acqua sotterranea. Siamo nelle
vicinanze del fiume Liri. Quindici anni fa furono scelti consulenti esterni,
ricordano i cittadini in sala, eppure ora siamo con i problemi che hanno
portato ad una perizia di variante “chiusa” per i tecnici. Sarà o è stata già
approvata in questi giorni.
Gli scavi hanno fatto conoscere poi un “impianto
fognario nel massimo degrado”, per l’arch. Marcelli. “Gli allacci privati
inesistenti”, tante case avevano i pozzi neri che sono stati visti da Marcelli
e altri. Ci sono voluti così lavori in più di bonifica che hanno portato un
aggravio di costi. “Una mole di lavoro in più che la ditta ha messo in campo”.
Per recuperare ora l’amministrazione comunale ha previsto una modifica sulle
pavimentazioni con materiali più economici e con meno interventi su palazzi di
meno pregio. I soldi, lo ricorda qualcuno, sono del ministero.
LA RIPRESA DEI
LAVORI. Alla ripresa si completeranno tutti con le pavimentazioni, con le acque
bianche da portare al fiume. E un raddoppio del collettore sul Lungoliri
Rosati. “Una soluzione questa per evitare le bombe d’acqua”. E’ un altro
problema che si sta verificando da qualche tempo. Via Fosca abbandonata per
troppo tempo senza un minimo d’asfalto che è arrivato solo qualche settimana
fa. Altri lavori partiranno solo se c’è la certezza di completarli senza
lasciare ulteriori disagi. E’ la certezza che dicono in sala i tecnici.
Interventi da chiudere con certezza, per Marcelli. “Vicolo per vicolo, punto
per punto”. L’impresa ha chiesto di più per i lavori imprevisti e realizzati.
“Sono cifre importanti e alcune andranno riconosciute per lavori diversi”
L’INTERVENTO DEL SINDACO. Dove si prenderanno i soldi? Si
cambieranno alcune tipologie di materiali. Le pavimentazioni da cambiare su
alcuni vicoli. “I tecnici parlano più in politichese dei politici”. Il sindaco
subito chiaro ancora una volta. “I contratti di quartiere non saranno
completati”, continua rispondendo così a Marcelli. “La ditta ci ha chiesto 1
milione e 795 mila Euro a fronte di lavori eseguiti di 300 mila Euro”. Il
sindaco fa sapere di essere finiti in un contenzioso ed è tutto bloccato. Anzi
“congelato”. Finiti i lavori già iniziati ci sarà lo stop, dice ancora il
sindaco. C’è il contenzioso ma si vuole arrivare ad una transazione. “Ci sono
però 300 mila euro da trovare”. Per il sindaco Tersigni c’è la volontà di
chiudere i lavori aperti.
L’INTERVENTO DI BRUNO LA PIETRA. E’ un progetto da ridimensionare “ma in modo organico”. Il quartiere va salvato e la zona di S. Silvestro ha così l’occasione di risolvere il problema strutturale delle case. Su Via Cittadella chiede, l’ambientalista, di intervenire anche se il rischio sono i resti archeologici che si possono trovare.
L’INTERVENTO DI BRUNO LA PIETRA. E’ un progetto da ridimensionare “ma in modo organico”. Il quartiere va salvato e la zona di S. Silvestro ha così l’occasione di risolvere il problema strutturale delle case. Su Via Cittadella chiede, l’ambientalista, di intervenire anche se il rischio sono i resti archeologici che si possono trovare.
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